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'''Antefatti'''
 
Nel 1882 tra il Regno d'Italia e gli [[Imperi Austriaco e Tedesco]] si formò un'alleanza che venne definita “Santa”. In realtà tra le due parti esisteva una forte rivalità:l’Italia desiderava [[Trento]] e [[Trieste]], mentre l’Austrial’[[Austria]] voleva riconquistare il [[Veneto]].
 
 
Precisamente l’Altopianol’[[Altopiano dei Fiorentini]] e la [[Valle dell'Astico]], per gli Austriaci, erano considerati un ottimo punto di partenza per la conformazione orografica e una strategica testata di ponte che dal Tirolo penetrava nel [[Regno d'Italia]]. Gli Italiani, quindi, avevano la necessità di bloccare l’avanzata nemica che ipotizzava di scendere al piano. Vennero fabbricati cannoni e fucili a ripetizione più potenti e moderni. Furono inoltre costruite nuove strade di servizio ai forti.
In Alta Val d'Astico, presso [[Lastebasse]], la valle venne divisa in due parti dal confine a causa di un capriccio politico e di una lunga vertenza tra il comune di Lastebasse e quello di [[Folgaria]].
Gli austriaci poi crearono una nuova strada per far sì che la loro discesa diventasse il più semplice possibile, ma anche gli Italiani a fine '800 costruirono la strada fino al confine, quella che ora congiunge la provincia di Vicenza con quella di Trento. L’inizio del '900 fu caratterizzato dalla preparazione dell’ultima guerra di quel plurisecolare scontro tra Austria e [[Italia]]: la prima pronta a difendere il suo impero, la seconda desiderosa di riconquistare antichi territori, sollecitata da inviti e pressioni politico-militari di [[Francia]] e [[Inghilterra]].
 
Nell'estate del 1914, il 28 giugno, si verificò il tragico ''casus belli:'' un irredentista bosniaco uccise l’erede al trono dell’Impero Austroungarico, l’arciducal’[[arciduca Francesco Ferdinando]]. Subito l'[[Europa]] si divise in due schieramenti: gli Imperi centrali, Austria e Germania, e l’Intesa, formata da [[Russia]], Francia, Inghilterra, [[Serbia]] e [[Belgio]].
Tra il re italiano e l'imperatore d'Austria ci fu uno scambio di messaggi, che sancirono la momentanea neutralità dell’Italia. Scrisse Francesco Giuseppe: “''la Russia ha mobilitato il suo esercito e la sua flotta e minaccia la pace in Europa … sono costretto a rispondere con la mobilitazione delle nostre forze .. sono felice di poter contare sull'appoggio dei miei alleati e dei loro potenti eserciti'' … ” . Ad esso rispose : “''ho ricevuto il telegramma di Vostra Maestà, assicuro che l’Italia ha fatto e farà di tutto per mantenere la Pace … osserverà con gli alleati una attitudine cordialmente amichevole anche in considerazione degli interessi che l’Italia deve tutelare'' ”.
La neutralità italiana continuò per un anno, nonostante fosse continuamente lusingata con proposte da entrambi gli schieramenti, fino a quando firmò, nel maggio 1915, il Patto di Londra, con cui si impegnava in battaglia solo con l’Austria, e non contro la Germania.
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'''Avvenimenti del 1915'''
 
Il 24 Maggio 1915 l'Italia entrò in guerra. Il primo colpo di cannone venne sparato alle ore 4.00 dal [[Forte Verena]]. Secondo la testimonianza dell'aspirante ufficiale Fritz Weber [1] già dalla sera precedente alcune granate vennero sparate contro pattuglie italiane, in movimento verso i Marcai, dal Forte Verle. Successivi studi dimostrarono l'improbabilità dell'accaduto. Da questa data iniziò la "guerra delle fortezze".
 
Il piano del capo di Stato Maggiore, Luigi Cadorna, prevedeva l'avanzamento in direzione di Lubiana attaccando sul Carso e sull'Isonzo per entrare così nel "ventre molle" dell'Impero. La strategia italiana prevedeva azioni in Pusteria e sull'Isonzo, non sugli altopiani, dove si doveva mantenere la posizione difensiva. In questo modo i comandanti italiani non riuscirono ad approfittare della debolezza del fronte austriaco in Trentino, ancora in fase difensiva, e persero la possibilità di scardinare la linea dei forti e scendere a Trento. L'esercito italiano, poco addestrato, non riuscì ad approfittare della sua supremazia numerica sul nemico e per questo le prime offensive sul Fronte del Carso e dell'Isonzo non ebbero successo.