Catasto onciario: differenze tra le versioni
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A conclusione dell'onciario vi è poi lo ''stato discusso'' cioè il bilancio della località, e "rimesso" cioè validato dalla [[Regia Camera della Sommaria]], che evidenzia le uscite e le entrate, tra le quali vi erano normalmente compresi i proventi della tassazione per [[focatico|fuochi]], con l'entità del disavanzo da finanziare con il prelievo mediante la redistribuzione sulle once.
I lavori per attuare questa grande riforma tributaria cominciarono con l'emanazione di [[prammatica|Prammatiche]] reali note come ''Forma censualis et capitationibus sive de catastis'' dal [[1741]] al [[1748]] ed occorsero un enorme impegno amministrativo e circa 15 anni per giungere in tutto il Regno alla compilazione della lista dei soggetti e dei relativi beni. <br>
La laboriosità derivante dalla necessità, prescritta nell'ultima delle prammatiche ''De catastis'', di aggiornare annualmente tutte le liste degli onciari in ogni componente reddituale, costituì il limite principale al suo utilizzo negli anni seguenti, causandone il progressivo accantonamento in tutte le università del Regno, che tornarono ad esercitare in larghissima parte la fiscalità locale mediante il sistema delle gabelle. La consultazione dell'Onciario, conservato per tutte le università del Regno presso l'[[Archivio di Stato di Napoli]], oltre che in alcuni pochi archivi comunali, è oggi, pur con tutti i suoi limiti e omissioni, una fonte preziosa di informazioni sul periodo.
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