Castello di Montalto in Chianti: differenze tra le versioni

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{{Infobox struttura militare
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|blasonatura = ''D'argento, alla gemella in fascia di rosso, sormontata da un grugno di cinghiale di nero, difeso d'argento, il tutto abbassato sotto il capo cucito dell'Impero''.
}}
Montalto dominava un'importante strada medievale che permetteva ad Arezzo e i suoi territori l'accesso al [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]]<ref>“Lo statuto dei viarii di Siena” a cura di D. Ciampoli e T. Szabo, Siena 1992.</ref>, ed era di grande importanza strategica per Siena per via della sua posizione proprio sul confine fra i territori di Siena e quelli di Firenze ed i suoi alleati.
 
I fiorentini intendevano portare l'intera Toscana sotto alil loro dominio; la [[repubblica di Siena]], da parte sua, non solo voleva ritenereconservare la suapropria indipendenza, ma sperava anche di annettere il paese di [[Montepulciano]] che sovrastava la [[via Francigena]], la grande arteria commerciale che dalla Francia conduceva a Roma. Di conseguenza, dal [[1201]] al [[1553]] [[Siena]] e [[Firenze]] furono perennemente in guerra, ed il castello di Montalto si trovava spesso coinvolto.
 
Di particolare rilievo è la cosiddetta [[battaglia di Montalto]] che ebbe luogo nel giugno [[1208]]. I cronisti ci offrono rapporti a volte incongrui sulle cause iniziali delladel battagliaconflitto: uno storico<ref>G. VILLANI, “Croniche di Messer Giovanni Villani cittadino fiorentino, nelle quali si tratta dell’origine di Firenze & e di tutti e fatti & guerre state fatte dai fiorentini nella Italia dal principio del mondo al tempo dell’autore”, in “Rerum Italicarum Scriptores”, Milano 1778, tomo XIII, cap. XXXIII, pag. 147.</ref> narra che Siena aveva posto Montepulciano sotto assedio, e Firenze, intendendo venire all'in aiuto della città assediataasserragliata, attaccò Montalto che era l'avamposto principale di Siena nella zona, spingendo Siena a correretutelare all'aiutola sicurezza del castello. Un altro<ref>S. Ammirato, “Istorie fiorentine”, Firenze 1846, vol. I, pag. 128</ref> asserisce che le truppe di Siena erano in cammino verso Montepulciano quando vennero sorprese e attaccate dai Fiorentinifiorentini nella zona di Montalto. Altri ancora raccontano semplicemente che le due città vennero alle armi a Montalto. Ad ogni modo, la cosa certa è che la conseguente battaglia fu feroce e devastante. Molti furono i caduti dain entrambe le parti, ma Siena soffrì i danni peggioripiù ingenti; Firenze presecatturò più di 1200 prigionieri, e il castello fu quasi interamente distrutto. Un cronista riferisce, tra le altre cose, anche le parole di scherno coniateformulate dai Fiorentinifiorentini dopo l'esito delladello battagliascontro: "“Est factum planum Mons Altum nomine vanum”".<ref>Sanzanome Iudicis, “Gesta Florentinorum”, ed G. Milanesi in “Cronache dei secoli XII-XIV” (“Documenti di storia italiana”, VI) pag. 137-138.</ref>
 
IlLa castellofortezza subì danni alquanti severiconsiderevoli, e i Berardenghi fecero appello a Siena per aiutocontribuire nelai ristorarelavori edi rinforzarerafforzamento ledelle mura. Siena, riconoscendo l'importante posizione strategica di Montalto, consentì a un prestito.<ref>P. CAMMAROSANO, “La famiglia dei Berardenghi. Contributo alla storia della società senese nei secoli XI-XIII”, Spoleto, 1974, pag. 260.</ref>
 
=== La guerra infinita fra Siena e Firenze ===
[[File:Castello di montalto, stemma palmieri 01.JPG|thumb|Lo stemma dei Palmieri in cima alla scalinata]]
Nel [[1251]] [[Repubblica di Firenzefiorentina|Firenze]] invase nuovamente il territorio di [[Repubblica di Siena|Siena]]. SienaQuesta inviò a Montalto e a duead altre due fortezze delladel zonaterritorio una guarnigione di 200 uomini (fanti e cavalieri, ma anche truppe [[Mercenario|mercenarie]]) e vettovaglie per almeno 25 giorni, inper preparazioneprepararsi per unaad un'ennesima campagna militare. A questo punto la famiglia dei Berardenghi erà già in declino, e il castello passò del tutto sotto il controllo di Siena.
 
Montalto fu al centro di varie altre battaglie, la maggior parte delle quali fra lo statoStato Fiorentinofiorentino e la repubblica di Siena, ma molte anche allada manoparte di mercenari Inglesiinglesi e Tedeschitedeschi (sia indipendenti che al servizio di Firenze) e, più tardi, anche mercenari Francesifrancesi alleati colcon il [[LuigiSovrani Idi d'AngiòNapoli|re di Napoli]] [[Luigi I d'Angiò]]. In molti dei casi la zona della Berardenga non era l'oggetto diretto delle armate invadentioccupanti, ma era semplicemente un'altraulteriore occasione per ildi saccheggio lungo il percorso verso la loro ultima destinazione. Testimonianza di questi attacchi sono le ripetute richieste da parte degli abitanti di Montalto perdi ilun sostegno finanziario di Siena nella ricostruzione delle sue mura o altre fortificazioni.<ref>Archivio di Stato di Siena, Consiglio Generale 183 c.54v, 209 c.239r -239v, 340 c.14v, 211 c.23v-24r, 1669 c.115r, 2135 c. 80</ref><ref>M. GINATEMPO, “Crisi di un territorio. Il popolamento della Toscana senese alla fine del medioevo”, Firenze 1988, pag. 615.</ref>
 
Le condizioni sicure o meno nella zonaregione venivano riflesse anche nell'oscillamentonella fluttuazione della popolazione del castellocastellana e delle sue terre. Un censimento condottoeseguito nel [[1278]] per determinare la tassazione dei beni trovaregistra a Montalto solo 24 famiglie<ref>A. GIORGI, “Aspetti del popolamento del contado di Siena tra l’inizio del duecento e i primi decenni del trecento” (estratto da “Demografia e società dell’Italia medioevale”, a cura di R. Comba e I. Naso, Cuneo 1994)</ref>, invece delle più di 40 indicate nel [[1202]]. Nel [[1320]], secondo un nuovo censimento, Montalto contieneriporta 63 “unità fiscali”, sebbene non sia molto chiaro se il termine si riferisceriferisca a famiglie o a terreni.<ref>Archivio di Stato di Siena, Estimo 76. Estimo 93, c 153</ref> La [[peste nera]] del [[1348]] contribuì di nuovo allo spopolamento e al suo stato di abbandono, e un documento del 1422 indica solo 13 uomini ancora a Montalto; nel 1453 ce ne erano di nuovo 20.<ref>Archivio di Stato di Siena, Consiglio Generale 209, c.239r-239v.; Consiglio Generale 229, cc.298v-299r; Concistoro 340, c.14v</ref>
 
Oltre agli aiuti finanziari, Siena in più occasioni mandò a Montalto anche truppe e munizioni (come si vede da documenti del 1402, 1431, 1452, 1478).<ref>Archivio di Stato di Siena, Concistoro N° 260, c. 19 e 359, c.29v.</ref> Il castello fu capace di resistere a un assedio nel 1479<ref>A. ALLEGRETTI, “Ephemerides senenses 1450-1496” in “Rerum Italicarum Scriptores” a cura di L.A Muratori, vol. XXXIII, 1733, pag. 789.</ref>, ma nel 1526 risulta nuovamente occupato dal nemico;<ref>Archivio di Stato di Siena, Balia 596, n° 52.</ref> nel 1529 era sede di una guarnigione da Siena.<ref>Archivio di Stato di Siena, Balia 596, n° 54; 14, c.47- 48. e Balia 401, c.93r.</ref> Queste ripetute battaglie e scambipasaggi di manoproprietà danneggiavano i raccolti e consumavano risorse, e nell'insieme furono causa di grandi perdite sia per il castello che per i suoi abitanti.
 
=== Lavori di restauro ===
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[[File:Montalto altare.jpg|thumb|La pala d'altare della chiesa di San Martino fu aggiunta nel 1853]]
 
Nel 1546, con Siena e Firenze ancora alle armi, ''messer'' Giovanni Palmieri non ebbe grandi difficoltà nel convincere il governo di Siena a cedergli Montalto con la promessa di difenderlo a spese proprie. I costi di riabilitazioneristrutturazione del castello sarebbero stati forti, certo, ma in cambio Palmieri otteneva una [[Signoria cittadina|signoria]] indipendente.
 
Purtroppo la situazione non fu facile, almeno all'inizio. Nel 1553 Montalto fu presooccupato dalledagli truppeeserciti dei Fiorentinifiorentini e dell'[[imperatore [[Carlo V d'Asburgo]] (alleato con Firenze), lei quali lo diedero alle fiamme prima di proseguire verso [[San Gusmè]].<ref>Archivio di Stato di Siena, Balia 763, c.11 e 17.</ref> Ma con la sconfitta di Siena nel 1555, le ostilità fra Siena e Firenze cessarono e il castello finalmente ebbe un po' di tregua.
 
Montalto era gravemente danneggiato, ed anche i suoi vasti beni terrieri erano ormai inselvatichiti, incolti, e quasi del tutto abbandonati dai loro abitanti. Pure la chiesa di San Martino, secondo una [[visita pastorale]] effettuata dal vescovo di Arezzo nel 1567,<ref>Archivio Diocesano di Arezzo, Visite Pastorali, secc. XV-XX, regg.85.</ref> risulta spoglia e disadorna, e non è presente neanche il pretesacerdote. Francesco e Scipione Palmieri (figli di Giovanni) cominciarono a restaurare il castello nel 1570-1572, e aggiunsero abbellimenti in stile [[Architettura rinascimentale|rinascimentale]], come ad esempio il portico lungo la facciata sul cortile. Anche la cappella fu oggetto di restauririfacimenti, e nel 1583 essa risulta intonacata e pavimentata (cosa, quest'ultima, alquanto rara al tempo), con un altare ben fornitoprovvisto di arredi sacri; ma ora non era più una parrocchia autonoma, perché annessa a quella del vicino monastero. Affreschi rappresentanti ile varivarie poderitenute legatilegate al castello e scene di vita quotidiana nella tenuta furono aggiunti al salone fra il 1570 e il 1587. Montalto divenne la residenza di campagna dei Palmieri, la cui dimora principale era ora a Siena.
 
Durante i seguenti due secoli e mezzo ci sono poche informazioni sul castello. Uno studio demografico<ref>L. BONELLI CONENNA, “Castelnuovo Berardenga nel XVII secolo. La relazione Gherardini del 1676”, Biblioteca Comunale di Castelnuovo, Quaderno 7, 1987.</ref> commissionato nel 1676 dal granduca di Toscana [[Cosimo III de' Medici]] vi trovasegnala 7 fuochi (famiglie) per complessivi 50 uominiindividui di cui 32 maschi (esclusi gli stessi Palmieri). Il [[Catasto Leopoldino]] del 1830<ref>Archivio di Stato di Siena, Catasto Leopoldino, sez.L, f.25.</ref> registra a Montalto 5 poderi e vari appezzamenti di terreni dedicatiadibiti a vigne, agricoltura e boschi.
 
Giuseppe Palmieri intraprese nuove opere di restauro nella metà del [[XIX secolo]], nello stile neo-gotico che era popolarediffuso a quel tempo. Le mura di difesa furono ricostruite e la torre fu rialzata ad una altezza simile a quella originale. La cappella fu ricostruitarifatta all'interno delle mura e adornata nel 1853 da una pala d'altare in stile rinascimentale, ad opera dello stesso Giuseppe, che raffigura la ''Madonna con bambino affiancata da due santi'' e col castello di Montalto visibile nel sottofondo.
 
L'opera di ristrutturazione fu completata nel 1908 dal figlio Antonio, a cui si deve anche la realizzazione della torre d'ingresso, abbellitaimpreziosita nella parte interna da un affresco sovrastante il tipico [[arco ribassato]] senese e raffigurante Sansan Martino che dona il suo mantello a un “povero diavolo”.
 
== Montalto oggi ==
Dagli inizi degli [[Anni 1950|anni 50cinquanta]] e continuando anche fino agliai ultimi[[Anni del 701970|settanta]], con l'agricoltura su bassa scala che diventava sempre meno redditizia in Italia, molti contadini cominciarono ad abbandonare le fattorie alla ricerca di lavoro più proficuo in città. Questo graduale esodo dalla campagna lasciò Montalto senzapriva di abbastanzasufficiente personale regolare per lavorare la terra, e il castello divenne un peso per gli eredi Palmieri. Nel 1970 la Principessaprincipessa Sobilia Palmieri Nuti Carafa di Roccella e sua sorella la Contessacontessa Vittoria Palmieri Nuti Forquet, ultimi membri di questa nobile famiglia, cedettero Montalto al cugino della prima, Giovanni Coda Nunziante, professore di economia agraria all'università di Napoli.
 
Sotto il Coda Nunziante e sua moglie Diana, Montalto ha trovatovive una rifiorituranuova fiorente stagione, non soltanto come villa e azienda agricola, ma anche come struttura turistica. I terreni sono coltivati ad [[agricoltura biologica]], e allo stesso tempo molte case coloniche, che erano rimaste abbandonate, sono state ristrutturateriorganizzate e adibite a casedimore per vacanze da offrire in [[agriturismo]]. Interessante, infine, anche la leggenda della ''Dama blu'', amante di un signore del fortilizio nei primi anni del [[secolo XIX]], fatta uccidere presumibilmente dalla legittima consorte. Il suo teschio era conservato. fino a tempi recenti, in uno stanzino della torretta (poi fatto seppellire nel cimitero) e si dice che ancora lo spettro faccia sentire l'inquietante presenza di giorno e di notte.<ref>La storia è stata narrata personalmente dalla proprietaria del maniero durante la trasmissione ''Castelli d'Italia'', andata in onda il 23 maggio 2016, alle ore 15.00, sul canale gratuito [[Marcopolo]].</ref>
 
=== Agricoltura biologica ===
L'attuale tenuta, comprendente un'area di 270 ettari (circa 650 acri), è adibitaimpiegata per due terzi a bosco; il resto del terreno è coltivato ad agricoltura biologica. Le coltivazioni principali sono il [[Triticum|grano]], il [[Helianthus annuus|girasole]], [[piante foraggere|foraggere]] e [[Brassica napus|colza]], oltre ad una buona parte della superficie investitacoltivata a [[Olea europaea|olivo]]. Apicoltori locali usano i boschi di Montalto per la produzione del [[miele]].
 
Per mantenere basso l'impatto ambientale non vengono utilizzati [[concime|concimi chimici]] né [[prodotto fitosanitario|fitofarmaci]]. Prodotti offerti al consumatore includono olio extra vergine d'oliva, miele, uova e una varietà di verdure a seconda della stagione.
 
=== Agriturismo ===
I nuovi proprietari, pionieri in ciò che oggi viene chiamato agriturismo, hanno man mano restauratorinnovato le case coloniche sia all'interno delle mura che intorno, offrendole in affitto[[locazione]] a villegianti in cerca di pace e tranquillità nella bellissima campagna toscana ma senza sentirsi isolati dalle varie attrazioni turistiche della zona. Hanno installato bagni e riscaldamento, aggiornato gli impianti elettrici e idraulici, e arredato gli interni in stile classico. Il vecchio granaio è diventato una grande sala per feste e ricevimenti; sono stati aggiunti una piscina e un campo da tennis; e sono stati piantati fiori, alberi e altre piante decorative per addolcireingentilire l'aspetto di questa fortezza che ormai non ha più una funzione di difesa. La chiesetta di San Martino è tornata in uso ed è ora testimone di vari matrimoni ogni anno. Le case-vacanze a Montalto variano da una a quattro camere, e inoltre un'ala del castello stesso è disponibile inper i affittoturisti.
 
Dopo la seconda guerra mondiale, il castello e i suoi 5cinque poderi restanti erano ancora dimora di più di 80 persone. Oggi solo i proprietari vi abitano tutto l'anno, mentre d'in estate sono ospitati più di 40 villeggianti.
 
== Note ==