Castello di Montalto in Chianti: differenze tra le versioni

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inserimento di fotografia del 1943
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=== La guerra infinita fra Siena e Firenze ===
[[File:Castello di montalto, stemma palmieri 01.JPG|thumb|Lo [[stemma]] dei Palmieri in cima alla scalinata]]
Nel [[1251]] [[Repubblica fiorentina|Firenze]] invase nuovamente il territorio di [[Repubblica di Siena|Siena]]. Questa inviò a Montalto e ad altre due fortezze del territorio una guarnigione di 200 uomini (fanti e cavalieri, ma anche truppe [[Mercenario|mercenarie]]) e vettovaglie per almeno 25 giorni, per prepararsi ad un'ennesima campagna militare. A questo punto la famiglia dei Berardenghi erà già in declino, e il castello passò del tutto sotto il controllo di Siena.
 
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=== Lavori di restauro ===
[[File:Montalto stemma.jpg|thumb|LoIl stemma[[Stemma|blasone]] della famiglia [[Medici]], da un affresco sulla parte superiore delle pareti nella Sala d'Armi di Montalto]]
[[File:Montalto sanmartino.jpg|thumb|L'affresco sulla torre d'ingresso, dalla parte interna alle mura, raffigura San[[Martino di Tours|san Martino]] che dona il suo mantello ad un mendicantemendico]]
[[File:Montalto altare.jpg|thumb|La [[pala d'altare]] della chiesa di San Martino fu aggiunta nel 1853]]
[[File:CastellodiMontaltoinChianti1943.jpg|thumb|Una visuale del castello nel [[1943]]]]
 
Nel 1546, con Siena e Firenze ancora alle armi, ''messer'' Giovanni Palmieri non ebbe grandi difficoltà nel convincere il governo di Siena a cedergli Montalto con la promessa di difenderlo a spese proprie. I costi di ristrutturazione del castello sarebbero stati forti, certo, ma in cambio Palmieri otteneva una [[Signoria cittadina|signoria]] indipendente.
 
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Durante i seguenti due secoli e mezzo ci sono poche informazioni sul castello. Uno studio demografico<ref>L. BONELLI CONENNA, “Castelnuovo Berardenga nel XVII secolo. La relazione Gherardini del 1676”, Biblioteca Comunale di Castelnuovo, Quaderno 7, 1987.</ref> commissionato nel 1676 dal granduca di Toscana [[Cosimo III de' Medici]] segnala 7 fuochi (famiglie) per complessivi 50 individui di cui 32 maschi (esclusi gli stessi Palmieri). Il [[Catasto Leopoldino]] del 1830<ref>Archivio di Stato di Siena, Catasto Leopoldino, sez.L, f.25.</ref> registra a Montalto 5 poderi e vari appezzamenti di terreni adibiti a vigne, agricoltura e boschi.
 
Giuseppe Palmieri intraprese nuove opere di restauro nella metà del [[XIX secolo]], nello stile neo-gotico che era diffuso a quel tempo. Le mura di difesa furono ricostruite e la torre fu rialzata ad una altezza simile a quella originale. La cappella fu rifatta all'interno delle mura e adornata nel 1853 da una [[pala d'altare]] in stile rinascimentale, ad opera dello stesso Giuseppe, che raffigura la ''Madonna con bambino affiancata da due santi'' e colcon il castello di Montalto visibile nel sottofondo.
 
L'opera di ristrutturazione fu completata nel 1908 dal figlio Antonio, a cui si deve anche la realizzazione della torre d'ingresso, impreziosita nella parte interna da un affresco sovrastante il tipico [[arco ribassato]] senese e raffigurante [[Martino di Tours|san Martino]] che dona il suoproprio mantello a un “povero diavolo”mendicante.
 
== Montalto oggi ==
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=== Agricoltura biologica ===
L'attuale tenuta, comprendente un'area di 270 ettari (circa 650 acri), è impiegata per due terzi a bosco; il resto del terreno è coltivato ad agricoltura biologica. Le coltivazioni principali sono il [[Triticum|grano]], il [[Helianthus annuus|girasole]], [[pianteColtura foraggereforaggera|foraggere]] e [[Brassica napus|colza]], oltre ad una buona parte della superficie coltivata a [[Olea europaea|olivo]]. Apicoltori locali usano i boschi di Montalto per la produzione del [[miele]].
 
Per mantenere basso l'impatto ambientale non vengono utilizzati [[concime|concimi chimici]] né [[prodotto fitosanitario|fitofarmaci]]. Prodotti offerti al consumatore includono olio extra vergine d'oliva, miele, uova e una varietà di verdure a seconda della stagione.