Lancia nei rally: differenze tra le versioni

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[[File:Lanciaq delta 16v biasion.jpeg|thumb|La [[Lancia Delta]] – qui in versione [[Lancia Delta Integrale|Integrale]], e con l'iconica livrea [[Martini Racing]] – rimane la vettura più vincente nella storia del [[campionato mondiale rally]], coi record di vittorie di gara (46) e titoli costruttori (6) maturati a cavallo degli [[Annianni 1980|anni ottanta]] e [[Anni 1990|novanta]].]]
 
La storia di '''[[Lancia (azienda)|Lancia]] nei [[rally]]''' ha inizio nei primi [[Annianni 1950|anni cinquanta]] del [[XX secolo|Novecento]], per terminare poi nella prima metà degli [[Annianni 1990|anni novanta]] dello stesso secolo.
 
In questo lasso di tempo quarantennale, la [[Casa automobilistica|casa]] [[italia]]na si è affermata come una delle più vincenti nella categoria, stabilendo il record tuttora in essere di 11 titoli costruttori – 1 [[Campionato internazionale costruttori|campionato internazionale]] e 10 mondiali (di cui 6 consecutivi dal [[1987]] al [[1992]], altro primato) –, e conquistando al contempo anche 5 titoli piloti – 1 [[Coppa FIA piloti|Coppa FIA]] e 4 campionati del mondo. Pur essendosi ritirata ufficialmente nel [[1991]], e senza più vetture iscritte nel mondiale rally dal [[1993]], la casa [[Torino|torinese]] mantiente il secondo posto nella graduatoria dei podi conquistati (193), nonché il terzo in quella delle vittorie (74).
 
Nel corso dei decenni, Lancia ha schierato competitive auto da rally come la [[Lancia Fulvia Coupé HF|Fulvia Coupé]], la [[Lancia Stratos|Stratos]] e la [[Lancia Rally 037|037]], affidate a piloti come [[Sandro Munari]], [[Juha Kankkunen]] e [[Miki Biasion]]; tuttavia, la più titolata di esse è stata la [[Lancia Delta (1979)|Delta]] che, nel corso delle sue varie evoluzioni, a tutt'oggi detiene ancora i record di successi in prove valide per il mondiale (46) – sia in assoluto (in coabitazione con la [[Subaru Impreza]]) che nel [[Gruppo A]] – e di trionfi nella classifica costruttori (6).
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[[File:B20 acropoli 58.jpg|thumb|left|L'[[Lancia Aurelia B20|Aurelia B20]] di [[Gigi Villoresi]] impegnata nell'[[Rally dell'Acropoli|Acropoli]] del 1958]]
 
Dal [[1951]] in poi Lancia cominciò a impegnarsi ufficialmente, con un [[Lancia (automobilismo)|proprio reparto sportivo]], nelle varie discipline dell'[[automobilismo]], comprese la [[Formula 1]] e le grandi corse su strada come la [[Mille Miglia]], la [[Targa Florio]] e la [[Carrera Panamericana]]. Nei rally, la prima grande vittoria venne con l'ex pilota del circus [[Louis Chiron]] che, in coppia con Ciro Basadonna, vinse il [[Rally di Monte Carlo]] del [[1954]] con l'[[Lancia Aurelia B20|Aurelia GT B20 2500]]. Nel [[1958]] un altro grande pilota di F1, [[Gigi Villoresi]], ormai al termine della carriera, trionfò al [[Rally dell'Acropoli]], ancora con l'Aurelia B20 e anch'egli affiancato da Basadonna.
 
Agli inizi degli [[Annianni 1960|anni sessanta]], un giovane pilota, [[Cesare Fiorio]], figlio di un addetto stampa della Lancia, creò l'HF Squadra Corse, un reparto agonistico per affezionati clienti "lancisti". La prima vittoria a carattere internazionale per la Squadra HF arrivò al [[Tour de Corse]] del [[1967]] con il giovane [[Sandro Munari]], alla guida della [[Lancia Fulvia Coupé HF|Fulvia Coupé HF]].
 
Negli anni seguenti arrivarono altre vittorie che culminarono con l'affermazione dello svedese Harry Kallstrom nel [[campionato europeo rally]] del [[1969]], che costituì il primo titolo internazionale ottenuto dalla Lancia, quando ancora non esisteva un mondiale per la specialità. In quell'anno, tra gli altri successi, la Fulvia HF vinse il prestigioso [[Rally di Gran Bretagna|RAC Rally]] in Gran Bretagna, risultato poi bissato la stagione successiva, sempre con Kallstrom e la Fulvia.
[[File:Festival automobile international 2011 - Vente aux enchères - Lancia Fulvia - 002.jpg|thumb|La [[Lancia Fulvia Coupé HF|Fulvia Coupé HF]], auto che nel 1969 diede a Lancia il suo primo titolo internazionale nei rally.]]
 
Lancia debuttò nel [[Campionato del mondo rally|mondiale rally]] nato nel [[1970]] (e allora ufficialmente denominato "Internazionale Marche") proprio con la Fulvia 1.6 Coupé HF. In quella prima stagione la casa torinese chiuse al terzo posto, e sempre con la Fulvia arrivò quarta l'[[1971|anno successivo]]. Nel [[1972]], quando già era considerata un'auto sul viale del tramonto, la Fulvia HF vinse invece il [[campionato internazionale costruttori]], grazie al trionfo di Sandro Munari al Monte Carlo, alla vittoria di Lampinen in Marocco, al suo secondo posto in Grecia e all'affermazione di Ballestrieri al [[Rally di Sanremo]].
 
L'[[1973|anno dopo]], quando l'Internazionale Marche cambiò nome in "Campionato del Mondo Marche", Lancia ottenne il peggior risultato da vent'anni a quella parte, arrivando tredicesima; la causa principale di tale risultato fu la non evoluzione della Fulvia, nonché il contemporaneo impegno su due fronti diretto allo sviluppo della nuova arma della casa per la categoria, la [[Lancia Stratos|Stratos]]. Si trattava per Lancia, ormai facente parte da tre anni del [[Gruppo Fiat]], di una scelta totalmente nuova e ambiziosa: quella di costruire un'auto da corsa completamente dedicata e destinata a primeggiare nel rally, e non l'ulteriore evoluzione di un modello di serie; cosa che invece fecero le altre case rivali come l'[[Alpine-Renault|Alpine]] che, con l'[[Alpine A110|A110]] portata alla cilindrata di 1800 cm³, rivinse il mondiale dopo il '71. Il 1973, come detto, fu un anno di transizione per Lancia che sviluppò, anche in gare di velocità (come la Targa Florio) la Stratos, spesso in gara come [[prototipo]], nell'attesa dell'[[omologazione]].
[[File:Chelsea Auto Legends 2012 (7948682538).jpg|thumb|left|La [[Lancia Stratos|Stratos HF]] motorizzata [[Ferrari]], l<nowiki>'</nowiki>''"ammazza rally"'' di metà [[Anni 1970|anni settanta]]1970 pilotata da [[Sandro Munari]].]]
 
Il campionato del [[1974]], fortemente segnato dalla contemporanea [[Crisi energetica (1973)|crisi economica ed energetica]], vide l'annullamento di molte prove e la concentrazione di molti rally sul finire di stagione. La Fulvia ebbe il suo [[canto del cigno]] con un terzo posto al [[Safari Rally]] (sempre condotta da Munari), mentre la [[Lancia Beta|Beta HF 1800]] portò punti preziosi; ma fu con l'omologazione della Stratos, nel mese di ottobre, che Lancia si trovò di colpo con una nuova vettura in grado subito di vincere tre delle prove in calendario sul finire di stagione (Sanremo e Canada grazie a Munari, e Tour de Corse per merito di [[Jean-Claude Andruet]]), di scavalcare la [[Fiat nei rally|"cugina" FIAT]] in classifica e conquistare l'iride.
 
La Stratos, guidata ancora da Munari, da altri piloti italiani come [[Amilcare Ballestrieri]] e [[Raffaele Pinto]], e da stranieri come Andruet, Valdegaard, [[Bernard Darniche]] e [[Markku Alén]], riuscì così a vincere i successivi tre mondiali costruttori nonché tre edizioni consecutive del Monte Carlo, nel 1975, '76 e '77 (sempre per merito del "Drago" Munari). Anche se nel palmarès della vettura mancarono sempre alcune affermazioni di prestigio come il RAC e il Safari, la vettura si imporrà abbastanza facilmente a ogni latitudine, guadagnandosi soprannomi come la "''bête à gagner"'' o "l<nowiki>'</nowiki>''ammazza rally"''.
 
===La fusione con la FIAT===
[[File:Fiat 131 Abarth 001.JPG|thumb|La [[Fiat 131 Abarth Rally]] che, all'interno del [[Gruppo Fiat]], si avvicendò nelle gare rally con la Stratos.]]
 
L'epopea della [[Lancia Stratos|Stratos]] s'interruppe bruscamente alla vigilia del mondiale rally del [[1977]], quando il [[Gruppo Fiat]] decise per la fusione dei suoi due team sportivi, Lancia e [[FIAT]]-[[Abarth]], con quest'ultimo che già partecipava al campionato, con minor successo, con le [[Fiat 124 Abarth Rally|124 Abarth Rally]]. Il risultato di ciò non fu altro che l'accantonamento progressivo della Stratos – che venne dirottata, in versione ''[[Silhouette (automobile)|silhouette]]'' con [[turbocompressore]], alle gare sui circuiti del [[Gruppo 5]] – a vantaggio della nuova [[Fiat 131 Abarth Rally|131 Abarth Rally]], più utile a promuovere l'immagine del [[Fiat 131|modello di serie]] dopo i traballamenti degli anni bui. La Stratos aveva già fatto il suo lavoro di marketing, cioè sostenere il marchio Lancia in calo di popolarità dopo l'acquisizione da parte del Gruppo Fiat, e ora doveva far spazio a un'altra auto assolutamente valida ma meno carismatica.
 
[[Sandro Munari]] ebbe ancora il tempo però, di vincere per la terza volta consecutiva il [[Rally di Monte Carlo]] e la prima [[Coppa FIA piloti|Coppa FIA]] (in poche parole, il mondiale piloti), mentre l'iride per le marche andò alla FIAT, che bissò il successo nel '78, stavolta oltre che come costruttore anche nei piloti, con il finlandese [[Markku Alén]] alla guida della 131. Tuttavia, lo stesso Alén vinse il Sanremo proprio alla guida di una Stratos poiché, nel biennio 1977-1978, la [[berlinetta]] a motore [[Ferrari]] (che per il '77 mantenne i colori tricolori dello sponsor [[Alitalia]], mentre nel '78 passò alla livrea gialloblù [[Pirelli (azienda)|Pirelli]]-Olio Fiat) era ancora affidata, meno frequentemente della 131, ai piloti ufficiali del gruppo, in alcuni selezionati rally del campionato mondiale e in molte prove dell'europeo piloti. Nella stessa stagione 1978 erano alla guida della 131 anche i futuri campioni del mondo [[Walter Röhrl]] e [[Ari Vatanen]], oltre alla pilota [[Michèle Mouton]].
[[File:LanciaAbarthSE037fronte.jpg|thumb|left|Il prototipo [[Abarth]] SE 037 del [[1980]], diretta evoluzione della [[Fiat Abarth 030|030]] del '74. Segno dell'avvenuta integrazione tra i reparti corse del Gruppo Fiat, l'auto mostra già le insegne Lancia, in quella che diverrà la [[Lancia Rally 037|Rally 037]].]]
 
Nel [[1979]] il gruppo torinese, dopo aver già vinto 5 titoli consecutivi, ridusse l'impegno e il budget nei rally, prendendo parte solo ad alcune gare; così il mondiale verrà vinto dalla [[Ford]], davanti alla sorprendente [[Datsun]] e alla stessa FIAT. Nonostante il disimpegno ufficiale, la Stratos trovò comunque modo di essere protagonista con tre vittorie assolute, prima con la vettura blu dell'importatore francese Chardonnet, guidata da Darniche e vincitore a [[Monte Carlo]] (quarto successo monegasco per la Stratos) e in [[Tour de Corse|Corsica]], e poi con la vettura privata di [[Tony Fassina]], trionfatore a [[Rally di Sanremo|Sanremo]] davanti a una muta di 131 ufficiali.
 
Nel [[1980]] si assistette al ritorno ai vertici della FIAT, che sempre grazie alla 131 vinse il titolo marche e quello piloti con [[Walter Röhrl]]. L'[[1981|anno dopo]], con il successo inatteso di un'auto del [[Gruppo 2]] (la [[Talbot Sunbeam Lotus]]) e l'esordio della prima auto di una nuova generazione (l'[[Audi quattro]] a [[trazione integrale]]), il gruppo torinese decise progressivamente di pensionare la 131, in attesa del debutto della [[Lancia Rally 037]]. A sorpresa però, dopo che in [[Rally del Portogallo|Portogallo]] Alén portò per l'ultima volta al successo la FIAT, fu ancora [[Bernard Darniche]] a dominare il Tour de Corse, con una Stratos assolutamente privata e capace di vincere ancora, dopo l'ultimo successo della sua sostituta.
 
===Durante il Gruppo B===
[[File:LanciaRally037.jpg|thumb|La [[Lancia Rally 037|Rally 037]], ultima vettura a [[trazione posteriore]] a conquistare, nella stagione 1983, il mondiale rally.]]
 
Dal [[1982]], quando ormai il disimpegno del marchio FIAT dai rally era cosa fatta, Lancia cominciò a lavorare sulla [[Lancia Rally 037|Rally 037]], sviluppata negli anni precedenti e portata all'esordio nel [[Tour de Corse]] di quell'anno. La 037, vettura a [[trazione posteriore]] e a [[compressore volumetrico]], dopo un paziente lavoro di messa a punto, era pronta per recitare un ruolo da protagonista l'anno successivo con l'avvento del nuovo [[Gruppo B]]. Il campionato del [[1983]] fu infatti caratterizzato dal lungo duello con la più potente [[Audi quattro]] ([[Turbocompressore|turbocompressa]] e, soprattutto, a [[trazione integrale]]) e con l'epilogo meno prevedibile: la vittoria nel campionato marche. La [[berlinetta]] torinese, pur con una potenza inferiore alla rivale tedesca, vinse infatti il mondiale costruttori primeggiando a [[Rally di Monte Carlo|Monte Carlo]], in Corsica (monopolizzando i primi quattro posti), in [[Rally della Nuova Zelanda|Nuova Zelanda]] e all'[[Rally dell'Acropoli|Acropoli]] (terreni sulla carta più favorevoli all'Audi) e, infine, sulle strade amiche del [[Rally di Sanremo|Sanremo]]. I piloti ufficiali furono [[Walter Röhrl]] e [[Markku Alén]], rispettivamente secondo terzo nella classifica piloti, ma si misero in luce anche gli italiani [[Attilio Bettega]] e [[Adartico Vudafieri]].
 
Nel bennio 1984-1985 la 037 non riuscì invece a ripetere l'impresa, ormai ardua nei confronti del dominio delle trazioni integrali (all'[[Audi Sport|Audi]] si era nel frattempo affiancata la [[Peugeot Sport|Peugeot]] con la sua [[Peugeot 205 Turbo 16|205 Turbo 16]]), tuttavia Alén e Bettega, assieme ai nuovi arrivati [[Miki Biasion]] e [[Henri Toivonen]], riuscirono ancora a cogliere piazzamenti sul podio in numerose prove. I campionati si conclusero con un secondo posto nel 1984, dietro l'Audi, e un terzo nel 1985, in cui Lancia decise di non partecipare ad alcune prove, nella parte centrale della stagione. L'ultima vittoria fu quella di Alén, in Corsica nell'84, ma vi fu anche la tragica scomparsa di Bettega, un anno dopo, sempre al Tour de Corse.
[[File:Lancia Delta S4 010.JPG|thumb|left|La performante ed estrema [[Lancia Delta S4|Delta S4]] del 1985, prima Lancia a [[trazione integrale]] e con motore [[Sovralimentazione tramite compressore volumetrico|sovralimentato]].]]
 
Ma alla Lancia si stavano preparando grandi cambiamenti, con lo sviluppo e l'esordio (subito vincente, al [[Rally di Gran Bretagna|RAC Rally]] del [[1985]], grazie al finlandese Toivonen) della [[Lancia Delta S4|Delta S4]], prima vettura da rally del [[Gruppo Fiat]] a [[trazione integrale]] e dotata di un propulsore a doppia [[Sovralimentazione tramite compressore volumetrico|sovralimentazione]] modulare (turbocompressore e compressore volumetrico "[[Volumex]]").
 
La stagione della Delta S4 fu però assai breve: il [[1986]] vide in sequenza, dopo il trionfo di Toivonen e della S4 al Montecarlo, l'incidente della Ford di Santos in Portogallo e la morte dello stesso Toivonen e [[Sergio Cresto]] in Corsica (esattamente un anno dopo la tragedia di Bettega). Questi tragici eventi decretarono, per la stagione [[1987]], la fine del [[Gruppo B]] e la messa al bando, con decisione della [[Federazione Internazionale dell'Automobile]], dei "mostri" da 500 &nbsp;CV. La Delta S4 terminò comunque seconda sia nella classifica marche che in quella piloti, con Markku Alén, in un campionato deciso a tavolino ancora dalla FIA soltanto nel mese di dicembre, dopo la squalifica delle Peugeot al Sanremo e l'annullamento della prova italiana in cui le Lancia avevano conquistato i tre posti sul podio (con Alén, [[Dario Cerrato]] e Biasion).
 
===La Delta Integrale e i 6 titoli consecutivi===
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[[File:2006-03-03 Motorshow Geneva 012.JPG|thumb|La Delta Integrale Evoluzione, vincitrice nel 1992 dell'ultimo titolo mondiale Lancia nei rally.]]
 
Nei primi [[Annianni 1990|anni novanta]] il [[Gruppo Fiat]] decise di non investire più nelle competizioni sportive col marchio [[Lancia (automobilismo)|Lancia]], cambiando categoria e concentrandosi sull'[[Alfa Romeo]] (nel frattempo acquisita nel [[1986]]), con la [[Alfa Romeo 155 V6 TI|155 V6 TI]] schierata a partire dal [[1993]] nel [[Deutsche Tourenwagen Masters|DTMCampionato Tedesco Turismo]]. Risultato è che la Delta Integrale Evoluzione, non più sviluppata e aggiornata dal reparto corse della casa madre, venne gestita privatamente e portata in gara nel mondiale rally '93 dalla squadra satellite [[Jolly Club]], che rispetto alla stagione passata perse tuttavia il sostanzioso appoggio della [[Martini Racing]]; la grande novità fu però l'ingaggio del campione del mondo in carica [[Carlos Sainz]], transfuga dalla [[Toyota Motorsport GmbH|Toyota]] (ove arrivarono proprio gli ex lancisti Kankkunen e Auriol).
 
Il programma di partecipazione al mondiale, pur col sostegno economico del nuovo sponsor [[Repsol YPF|Repsol]] (arrivato al seguito dell'iridato spagnolo) fu tuttavia ridotto: il Jolly Club riuscì a schierare per tutto il campionato unicamente la vettura di Sainz, affiancandogli le presenze di [[Andrea Aghini]] e [[Alex Fiorio]] soltanto in alcune gare, e ottenendo globalmente risultati mediocri, con alcuni secondi e terzi posti come migliori piazzamenti in una stagione priva di vittorie.
 
Si trattò dell'ultimo anno in cui furono iscritte delle Lancia al via del mondiale: la Delta, priva di sviluppo, era divenuta ormai poco competitiva rispetto alle più moderne vetture schierate dai costruttori rivali, anche se per tutto il decennio le Lancia Delta continuarono a correre, affidate a privati, in giro per il mondo; gli ultimi successi mondiali di Lancia (in gare valide per il campionato due litri, a due ruote motrici) furono quelli conquistati nel [[1995]] da Aris Vovos e Jorge Recalde, rispettivamente all'[[Rally dell'Acropoli|Acropoli]] e in [[Rally d'Argentina|Argentina]], mentre alle soglie del [[XXI secolo|nuovo millennio]] le affermazioni alla Mitropa Rally Cup, nel [[1999]] con Ezio Soppa, e al Rally del Libano, nel [[2000]] con Roger Feghali, furono gli ultimi colpi di coda di una ormai vetusta Delta.<ref name="rallymaniastory.it" />
 
==Palmarès==