Teoria della relatività: differenze tra le versioni
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Brevissima spiegazione sulle differenze tra la somma delle velocità galileiana e l'aasoluta velocità della luce nelle equazioni di maxwell. |
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{{Vedi anche|Relatività ristretta}}
[[File:World line2-it.svg|thumb|Rappresentazione dello [[spazio tempo]] della relatività ristretta]]
La [[relatività ristretta]], chiamata anche relatività speciale, fu presentata da Einstein con l'articolo ''Zur Elektrodynamik bewegter Körper'' (elettrodinamica dei corpi in movimento) del [[1905]], per conciliare il principio di relatività galileiano, che include che [[Composizione delle velocità|le velocità si "sommino"]], con le equazioni delle onde elettromagnetiche, nelle quali, invece, la velocità della luce sembra essere "assoluta", ovvero indipendente dal sistema di riferimento.
Precedentemente, a tal fine, erano state proposte alcune teorie che si basavano sull'esistenza di un mezzo di propagazione delle onde elettromagnetiche, chiamato ''[[etere (fisica)|etere]]''; tuttavia, nessun esperimento era riuscito a misurare la velocità di un corpo rispetto all'etere. In particolare, grazie all'[[esperimento di Michelson-Morley]] fu dimostrato che la velocità della luce è costante in tutte le direzioni, indipendentemente dal moto della Terra, non risentendo così del cosiddetto ''vento di etere''; la teoria di Einstein scarta del tutto il concetto di etere, che oggi non viene più utilizzato dai fisici.
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* '''secondo postulato''' (''invarianza della luce''): la velocità della luce nel vuoto ha lo stesso valore in tutti i sistemi di riferimento inerziali, indipendentemente dalla velocità dell'osservatore o dalla velocità della sorgente di luce.
È possibile verificare che le [[trasformazioni di Lorentz]]
Le leggi dell'elettromagnetismo, nella forma dell'[[elettrodinamica classica]], non cambiano sotto le trasformazioni di Lorentz, e quindi soddisfano il principio di relatività.
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