Peste del 1630: differenze tra le versioni

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Nei secoli precedenti vi erano state altre gravi epidemie: [[Peste nera|quella compresa tra gli anni 1347 e 1351]] e quella più breve ma altrettanto funesta del 1401, il cui focolaio iniziale era stato trasmesso da un gruppo di [[Pellegrinaggio|pellegrini]] che, diretti a [[Roma]], erano transitati dal [[Colle della Maddalena]]. Negli anni seguenti continuarono a sorgere ciclicamente nuove epidemie (1499, 1523, 1564, 1599), per cui, la peste dell'estate del 1630 non colse di sorpresa la popolazione, già provata anche da contestuali [[Carestia|carestie]] e scarsità nel reperimento delle anche più basilari risorse alimentari di sussistenza.
 
Gli storici concordano nell'individuare una grave crisi economica negli anni immediatamente precedenti il 1630, contestuale ad un calo delle nascite che solitamente si accompagnava ad una diffusa malnutrizione.<ref>B. H. Slicker Van Bath: ''«Gli effetti di una dieta insufficiente che si vada prolungando per intere generazioni, divengono alla lunga catastrofici...»''</ref> I primi segni della grande epidemia del 1630 si presentarono già nel 1627 nel territorio di confine presso [[Susa (Italia)|Susa]], funestata da guerriglie e invasioni di truppe francesi. Nel 1629 si registrarono altri nuovi casi anche in [[Francia]] presso [[Lione]], poi nelle campagne toscane e, soprattutto, in [[Lombardia]]. [[Milano]] infatti, fu una delle città più gravemente colpite dalla peste del 1630. È questa la peste che viene ampiamente descritta da [[Alessandro Manzoni]] neinel romanzo ''[[I promessi sposi]]'' e nel saggio storico ''[[Storia della colonna infame]]''.
 
=== La peste a Torino ===