Andrea Pozzo: differenze tra le versioni

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Un capolavoro barocco a Cellore: l'altare di San Sebastiano: divagazioni sensazionalistiche e fuori tema
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Significativo esponente del barocco romano, mirabile creatore di effetti ottici di sfondamento spaziale e prospettico, con scene complesse di figure e architetture, muore dopo una frenetica produzione artistica, a [[Vienna]] nel 1709.
 
== Un capolavoro barocco a Cellore: lL'altare di San SebastianoCellore ==
[[File:Frescos of Ignatius of Loyola HDR.jpg|thumb|Chiesa di Sant'Ignazio a Roma: Apoteosi di Ignazio]]
 
All'interno della chiesa parrocchiale di [[Cellore]] si trova l'altare maggiore dedicato a San Sebastiano. La linea curva evidenzia l'insieme e ricorre su tutti i piani di profondità: dalle balaustre, alle porte laterali con volute, all'abside centrale, fino agli elementi che sovrastano le colonne. Queste ultime dominanti sono posizionate sfalsate su basamenti ruotati di 45 gradi, a spigolo vivo, per accentuare il senso della profondità e le vibrazioni luminose scendono con i loro fusti e lesene fino al piano della Mensa dell'altare. Nel contempo accentuano la verticalità dell'insieme, terminanti nei raffinati capitelli corinzi con volute e foglie d'acanto, che si avvitano nella fascia più alta e ne scaricano il peso. Notevole è il risultato estetico dei marmi policromi, pregiati nella materia, che con i loro colori sottolineano tutte le bande compositive dell'altare, rimarcando quadri modulari in successione ritmica e invitando l'occhio a percorrere lo spazio dal basso verso l'alto.
All'interno della chiesa parrocchiale di [[Cellore]] si trova un autentico capolavoro del Pozzo: l'altare maggiore dedicato a San Sebastiano che colpisce per la sua maestosa grandezza, a tratti compressa dai limiti circostanti dell'attuale collocazione, in origine posto nella chiesa omonima a Verona in via Cappello, distrutta nei bombardamenti dell'[[seconda guerra mondiale|ultima guerra mondiale]].
La linea curva evidenzia l'insieme e ricorre su tutti i piani di profondità: dalle balaustre, alle porte laterali con volute, all'abside centrale, fino agli elementi che sovrastano le colonne. Queste ultime dominanti sono posizionate sfalsate su basamenti ruotati di 45 gradi, a spigolo vivo, per accentuare il senso della profondità e le vibrazioni luminose scendono con i loro fusti e lesene fino al piano della Mensa dell'altare.
Nel contempo accentuano la verticalità dell'insieme, terminanti nei raffinati capitelli corinzi con volute e foglie d'acanto, che si avvitano nella fascia più alta e ne scaricano il peso.
Notevole è il risultato estetico dei marmi policromi, pregiati nella materia, che con i loro colori sottolineano tutte le bande compositive dell'altare, rimarcando quadri modulari in successione ritmica e invitando l'occhio a percorrere lo spazio dal basso verso l'alto. Notevole è la sensazione che si prova muovendosi nel presbiterio, nel leggerlo nelle sue parti compositive da posizioni ravvicinate o dal basso verso l'alto dove si percepisce il suo dominio sullo spazio e sulle persone.
 
Al centro vi era collocata una grande tela del pittore veronese [[Antonio Balestra]], ora nel [[Museo di Castelvecchio]], al suo posto ora vi è la statua di [[San Sebastiano]] opera del vicentino Orazio Marinali. La figura scolpita è in marmo bianco, si richiama nell'impostazione alla classicità, ma del barocco raccoglie l'inquietudine, le tensioni della tragicità dell'evento che si compie, le vigorose anatomie che creano a contatto con la luce effetti chiaroscurali morbidi o accesi, fanno risaltare la massa acromatica in netto contrasto con la varietà dei colori che la circondano.
La figura del santo è originata da direttrici circolari concave e convesse che determinano l'ossatura compositiva, la trasformano da blocco statico in dinamico. La testa è ruotata leggermente all'indietro, il volto verso l'alto sottolinea mirabilmente l'accettazione al martirio. La luce percorre le superfici esaltando le decorazioni con risultati dati proprio dall'insieme delle rientranze e delle sporgenze. Nelle scenografie barocche il tutto doveva concorrere a un vitale rapporto con lo spazio circostante, dove tutte le arti si fondono con risultati di notevole efficacia ed esuberanza come nell'altare di San Luca a [[Verona]] di [[Andrea Zanoni (pittore)|Andrea Zanoni]] datato [[1702]]. Sull'asse centrale di simmetria del nostro altare gli emblemi, segni rappresentativi dei valori cristiani.
In basso l'urna delle reliquie testimonia la fede vissuta, la Mensa con il tabernacolo impronta dell'Eucarestia viva, il tempietto-ciborio sorretto da angeli è la Gloria e nella parte più in alto lo Spazio Divino rappresentato dalla [[Maria, madre di Gesù|Madonna]] tra gli angeli sovrastato dal medaglione con il Bambino Gesù. Le sculture, che ornano l'altare in marmo bianco, dai putti reggi medaglioni, agli angeli berniniani, ai decori, alle volute ad onda, ai cartigli, alle colombe, alle corone vegetali o alle nuvole creano e completano lo spettacolo scenico.
 
== Le altre sue opere più importanti ==