Luce (filosofia): differenze tra le versioni

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'''Luce''' deriva dal [[lingua latina|latino]] "''lux lucis''" dalla radice indoeuropea leuk-. Il corrispondente termine in [[lingua greca|greco]] è reso con l'aggettivo λευκός, «brillante, bianco». <ref>''Vocaboraio Treccani della lingua italiana'' alla voce corrispondente.</ref> Un particolare significato di luce in greco si ha con φῶς (''phaos/phōs'') la cui radice corrisponde a quella del verbo ''phainō'', che significa "mostrare", "rendere manifesto". Il termine greco phos nel originariamente non indica soltanto la luce come mezzo per vedere ma anche la luce che illumina la verità raggiunta tramite la conoscenza.
 
È questo significato che la filosofia ha visto nella luce, intesa come ciò che permette di vedere, di distinguere le forme, la profondità della realtà. Tuttavia della luce siamo coscienti solo quando questa è assente poiché senza di essa non siamo più in grado di vedere. Ed è proprio la luce che rivela e svela; ciò che non è illuminato non ci è dato di conoscere.<ref>[[Salvatore Natoli]], ''Parole della filosofia o dell'arte di meditare'', cap.10, Feltrinelli 2004</ref>