Addio mia concubina: differenze tra le versioni
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Dieyi è chiaramente innamorato di Xiaolou, ma il suo amore non gli viene corrisposto; anzi, quest'ultimo si sposa con la prostituta Juxian, scatenando una forte gelosia in Dieyi. Fra i tre personaggi si hanno quindi relazioni complesse, a volte di vicinanza, a volte di scontro, a seconda del contesto storico in cui si trovano. Devono fronteggiare prima l'arresto di Xiaolou da parte dei giapponesi, che intanto avevano invaso la [[Cina]], in quanto si era rifiutato di recitare davanti a loro; Dieyi riesce a farlo liberare esibendosi per gli invasori. Ripristinata la Repubblica sotto il [[Kuomintang]], Dieyi dovrà rispondere delle accuse di tradimento proprio per quell'esibizione, accusa che porterà alla sua condanna; comunque, nel [[1949]] [[Pechino]] viene conquistata dal [[Partito Comunista Cinese]] (che nello stesso anno assume il potere in Cina) e Dieyi viene liberato. La relativa calma che si viene ad instaurare dura poco: l'amante di Dieyi (un nobile) viene giustiziato ed, inoltre, il nuovo regime è ostile rispetto alla forma d'arte interpretata dai due attori per motivi ideologici, e Dieyi viene allontanato dalla compagnia teatrale.
Ancora più drammatici sono gli avvenimenti della [[Rivoluzione
L'ultima scena avviene a seguito della liberazione di Dieyi e Xiaolou nel [[1976]]; recatisi in un teatro buio e con un solo spettatore di cui si sente solo la voce, interpreteranno per l'ultima volta ''Addio mia concubina''. Proprio come nella storia raccontata, in un momento in cui il re-Xiaolou è distratto, la concubina-Dieyi gli sfila la spada e si uccide veramente tagliandosi la gola.
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