Trifone Gabriel: differenze tra le versioni

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Vasta e profonda fu in Trifone la conoscenza e la stima per l'opera di [[Francesco Petrarca]], e tale da influenzare anche l'opera di codificazione del [[Pietro Bembo|Bembo]], che notoriamente inviò a Trifone le sue « [[Prose nelle quali si ragiona della volgar lingua]] » (1525) perché fossero riviste e corrette; e Trifone Gabrielli stesso è menzionato in vari passaggi delle « [[Prose della volgar lingua|Prose]] ». Trifone fu inoltre protagonista, assieme all'autore stesso, del dialogo « [[Della poetica]] » di [[Bernardino Daniello]], un'altra delle opere fondamentali del [[petrarchismo]].
Tra i commenti agli autori classici, sono da ricordare quellialcuni commenti al « [[De officiis]] » e al « [[Somnium Scipionis]] » di [[Cicerone]] contenuti in alcuni codici della Biblioteca ambrosiana di Milano. Questi commenti, la cui attribuzione non è del tutto certa, sembrano essere delle trascrizioni delle lezioni del maestro stilate da alcuni anonimi discepoli.
 
Altro campo della riflessione intellettuale di Trifone Gabrielli fu quello scientifico, ed astronomico in particolare. Il suo pensiero è esposto nel « Dialogo […] nel quale de la sphera, et de gli orti et occasi de le stelle, minutamente si ragiona », pubblicato nel 1545 ad opera del nipote Jacopo Gabrielli, e nella « Sferetta », appendice alle « Tavole del mondo e della sfera » di [[Giason Denores]] (1582). Le due opere si configurano come trattati dove astronomia, astrologia, teologia e filosofia si fondono, ancora influenzate dal pensiero esoterico rinascimentale ma basate su osservazioni scientifiche.