Pianoforte: differenze tra le versioni
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Alla bottega di [[Gottfried Silbermann]] si formò [[Johann Andreas Stein]], che dopo essersi reso indipendente perfezionò ad [[Augusta]], in un proprio stabilimento, i sistemi dello scappamento e degli smorzatori. Nel [[1777]] ricevette la visita di [[Wolfgang Amadeus Mozart]], il quale fu entusiasta delle infinite possibilità espressive dello strumento. I figli di Stein si trasferirono in seguito a [[Vienna]], dove crearono una fabbrica di pianoforti.
In Italia tra i non molti che si dedicarono alla costruzione dei pianoforti (in precedenza tutti costruttori di clavicembali) nel periodo napoleonico e della [[Restaurazione]] sicuramente fu degna di fama la famiglia Cresci, di origine pisana, trasferitasi nella seconda metà del '700 a [[Livorno]]. Il musicologo [[Carlo Gervasoni (musicologo)|Carlo Gervasoni]] nel sua opera ''Nuova teoria di musica ricavata dall'odierna pratica, ossia (...)'' del 1812 menziona i pianoforti Cresci come paragonabili in qualità e sonorità agli Érard francesi che andavano per la maggiore nella capitale imperiale Parigi.
La meccanica dei Cresci era di tipo viennese, cioè del tipo dei pianoforti di Joseph Böhm, Conrad Graf e Johann Schantz. La scuola viennese era sicuramente la più importante e sviluppata tra gli ultimi decenni del '700 e i primi dell'800.
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