Antonio Bardellino: differenze tra le versioni

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Diversi collaboratori di giustizia parlarono della morte di Bardellino. Tutti affermarono di averne conosciute le circostanze direttamente da [[Mario Iovine]], o da persone a lui vicine ma non esiste al giorno d'oggi una versione coincindente con l'altra.
Che fosse morto, don Antonio, come lo chiamavano i picciotti del Casertano, era quasi sicuro, ma resistevano zone d'ombra e dubbi alimentati anche da fonti molto qualificate. L'ex direttore dei Servizi segreti militari, [[Cesare Pucci]], ad esempio, in commissione Antimafia, molti anni fa, aveva detto che non c'erano prove che fosse stato ammazzato e che finché non fosse stato trovato, bisognava considerarlo in vita.
E così la pensava anche il primo pentito di Cosa nostra, [[Tommaso Buscetta]] che nel 1993, rispondendo a una domanda di un magistrato, aveva detto: “E chi lo ha deciso che [[Bardellino]] è morto?"
Siffatte circostanze hanno alimentato, e tuttora alimentano la leggenda di una morte fasulla, una messinscena creata ad arte per permettere a Bardellino di lasciare il potere nelle mani delle altre cosche malavitose, in cambio della sopravvivenza dei suoi familiari
Siffatte circostanze hanno alimentato, e tuttora alimentano la leggenda di una morte fasulla, una messinscena creata ad arte per permettere a [[Bardellino]] di lasciare il potere nelle mani delle altre cosche malavitose, in cambio della sopravvivenza dei suoi familiari.
Questi, dopo la diffusione della notizia della morte del loro congiunto, lasciarono le loro abitazioni, e i propri paesi d'origine, per rifugiarsi a [[Formia]], dove tuttora risiedono.