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[[File:Dental veneer.jpg|thumb|Faccette estetiche]]
Le '''faccette estetiche''', in [[odontoiatria]], sono sottili lamine di ceramica ([[porcellana]] vetrificata<ref name="Farronato-2012">{{Cita pubblicazione | cognome = Farronato | nome = D. |coautori= F. Mangano; S. Pieroni; G. Lo Giudice; R. Briguglio; F. Briguglio | titolo = Esthetic integration between ceramic veneers and composite restorations: a case report. | rivista = Ann Stomatol | città = Roma | volume = 3 | numero = 3-4 | pagine = 132-7 | mese = luglio| anno = 2012 | pmid = 23386935 }}</ref>) o di resine composite, che vengono applicate sulla superficie di [[denti]] sani per modificarne aspetto, colore e forma, e talvolta anche per
[[File:Veneer No Prep web.jpg|thumb|Faccetta estetica additiva]]
Un particolare tipo di faccette sono le '''faccette estetiche additive o non invasive''', dette anche no-prep. Si tratta di gusci in ceramica ultrasottile <ref>{{Cita pubblicazione | cognome = Strassler | nome= H.E. | coautori = D. Nathanson | titolo = Clinical evaluation of etched porcelain veneers overa period of 18 to 42 months | rivista = J Esthet Dent | anno = 1989}}</ref> che si caratterizzano per essere dello spessore di una lente a contatto (0,3-0,5 mm). Per via della loro sottigliezza, può non
==Storia==
Le prime faccette dentali furono messe a punto dal dentista di Hollywood Charles Pincus negli anni Trenta e furono menzionate per la prima volta nel 1938 nell'articolo scientifico
Importanti passi in direzione delle prime faccette adesive permanenti si devono al francese Rochette, che propose l'utilizzo di una resina composita ibrida per l'unione di lamina ceramica e dente, sfruttando in questo modo sia l'efficacia adesiva della resina ai tessuti duri sia le caratteristiche estetiche della ceramica. Infine, nel 1983 Simonsen e Calamia, così come anche Horn in contemporanea, elaborarono metodi che assicuravano un'adesione sicura fra ceramica e
L'applicazione delle faccette ai denti prevede diverse fasi: preparazione dei denti, presa di un'impronta, posizionamento di faccette provvisorie e infine di quelle definitive.<ref>http://www.rimedisalute.it/faccette-dentali-costo-prezzi-durata-22</ref>
La preparazione consiste nella rimozione di un strato di pochi millimetri dello smalto dentale per far posto alle faccette. Questa prima operazione viene eseguita mediante una o più frese di profondità auto-limitanti<ref>frese che penetrano nello smalto solo fino a una profondità pari al raggio della porzione tagliente</ref> di dimensioni differenti, che permettono all'odontoiatra di quantificare la riduzione dello smalto. Poiché questa prima operazione richiede grande rigore e precisione, è svolta spesso con l'ausilio di lenti di ingrandimento. La profondità e la forma della riduzione dentale possono variare a seconda della posizione del dente sull'arcata, della sua inclinazione e del suo colore, e devono essere calibrate così da conservare quanto più smalto possibile. Non
La preparazione incide notevolmente
A preparazione terminata, si individua la tonalità del moncone, fondamentale per ottenere la tonalità voluta della faccetta finale. Nel caso in cui la faccetta sia sufficientemente sottile (no-prep) questa prima fase di preparazione dentale può essere saltata. ▼
Il passo successivo consiste nel prendere un'impronta delle arcate dentali, che servirà all'odontotecnico per produrre il modello in gesso con cui creare su misura le faccette. L'odontoiatra applica un materiale da impronta fluido sui margini gengivali tramite una siringa e, in seguito, posiziona sui denti un portaimpronte carico di materiale da impronta a viscosità media o pesante e lo tiene fermo per alcuni minuti, fino ad avvenuto indurimento. L'impronta viene poi sciacquata e asciugata all'aria. Prima di essere colata è infine immersa in una soluzione disinfettante. È necessario che l'impronta riproduca accuratamente, e senza la presenza di bolle, anche i tessuti e i denti adiacenti a quelli a cui verranno appliccate le faccette. ▼
A questo punto i denti limati vengono coperti con delle faccette provvisorie in resina da portare per il numero di giorni necessario al laboratorio per la creazione delle faccette definitive. Le lamine provvisorie, oltre a proteggere la superficie dentale preparata, permettono di visualizzare
I provvisori possono essere creati sia in laboratorio odontotecnico prima della preparazione dei denti, servendosi di un modello in gesso approssimativo, sia direttamente nella bocca del paziente, dopo la preparazione.▼
Appena
==Faccette estetiche in ceramica==
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*ceramiche di ossido di zirconio puro
*ceramiche a base di disilicato di litio
*ceramica
*ceramiche di vetro al quarzo sintetiche a basso punto di fusione
Resistenza e opacità variano a seconda della struttura delle ceramiche e pertanto ceramiche diverse si prestano al trattamento di casi differenti: a una fase cristallina più ampia corrisponde una resistenza maggiore, ma
Le ceramiche a base di [[ossido di silicio]] sono dette anche feldspatiche, mentre quelle a base di [[ossido di alluminio]] sono anche chiamate alluminose.
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====Metodo lamina-matrice====
Il metodo lamina-matrice è stato uno dei primi a essere utilizzato per la produzione di faccette estetiche. Fu brevettato dall'americano Charles H. Land tra il 1886 e il 1888 e utilizzato per la prima volta per la produzione di faccette un secolo dopo, nel 1983 da Horn. Nonostante i risultati di Horn, tuttavia, sembra che il primo vero inventore delle faccette fabbricate con
Questa tecnica prevede l'utilizzo di un foglio di platino dello spessore di 0,025 mm, che viene modellato su un moncone refrattario con l'ausilio di un paio di forbicine a punta fine e di un bisturi per il taglio, e di un bastoncino in legno per l'adattamento. La modellazione del foglio può essere facilitata da un suo precedente riscaldamento. Nel caso in cui le pieghe del foglio determinino un eccessivo accumulo di materiale, è possibile intervenire con un disco diamantato
Una prima fase della ceramizzazione vede la chiusura dei difetti più ampi e delle fratture con una ceramica dentina opaca, con cui si ricostruisce la forma anatomica interna del dente per evitare discontinuità nella
Il foglio di platino riduce la formazione di bolle nel restauro perché riflette il calore direttamente nella ceramica e impedisce che il moncone si riscaldi a tal punto da rilasciare gas!!!. Questo va a favore di una vetrificazione più omogenea.
I costi della tecnica lamina-matrice sono contenuti e il risultato estetico è accettabile e ottenuto in tempi brevi. Tuttavia, è una tecnica che richiede un notevole addestramento per essere svolta al meglio.
====Pressatura====
Con la tecnica della pressatura vengono lavorate ceramiche comprimibili, che si compongono di una matrice di vetro silicato contenente una fase cristallina.
Il metodo della compressione è fra i più usati per la produzione di faccette. È sicuro, rapido e dà buoni risultati. I costi dell'attrezzatura necessaria sono però relativamente alti.
====Tecnologia CAD/CAM====
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===Adesione===
Per far aderire le faccette ai denti si ricorre a una [[resina artificiale]]
È necessario l'utilizzo di una resina per ottenere un buon legame fra superficie dentale e ceramica poiché occorre che il contatto fra tali due substrati sia molto intimo<ref>le molecole di un substrato devono trovarsi a distanza di nanometri da quelle dell'altro</ref>, e tale condizione non può presentarsi in assenza di resina. La morfologia superficiale dei due materiali solidi, dentale e ceramico, fa infatti sì che vi sia una grossa discrepanza fra area di contatto apparente e area di contatto reale, rendendo così d'obbligo ricorrere a un
Come adesivo sono utilizzate resine idrofobe, caratterizzate da forte [[tensione superficiale]].
====Allo smalto e alla dentina====
Lo smalto
====Alla ceramica====
I processi fondamentali per ottenere un legame affidabile fra resina e ceramica sono l'irruvidimento della superficie ceramica, ovvero la creazione di microritenzioni in cui può penetrare
Nel caso in cui si utilizzano ceramiche contenenti una fase vetrosa, come le ceramiche feldspatiche, è possibile irruvidire la superficie mordenzandola con acido fluoridrico, per poi penetrarla con una resina adatta a giungere in profondità nelle microritenzioni. La mordenzatura
All'irruvidimento della superficie ceramica si fa poi seguire la silanizzazione, che rende la superficie ceramica favorevole al legame.
La necessità di una buona adesione è data dal fatto che, al pari di quanto avviene per altri restauri in ceramica, la superficie interna delle faccette è soggetta, sotto carico occlusale, a uno stress da tensione paragonabile a quello di una barra in un test di piegatura a tre punti. La ceramica è infatti un materiale fragile e, a causa dei processi di finitura, presenta già in partenza numerose microscrepolature superficiali, che possono propagarsi sotto un carico e provocare la rottura della faccetta. Poiché ceramiche dalle caratteristiche meccaniche migliori risultano anche più opache e dunque meno adatte (escluse esigenze particolari) all'utilizzo per faccette estetiche, generalmente translucide, si mira a ridurre il numero dei microdifetti nelle ceramiche aventi prestazioni meccaniche inferiori. Diverse pubblicazioni supportano l'ipotesi che la mordenzatura agisca in questo senso; altre sostengono che sia efficace rinforzare la superficie ceramica mediante ioni<ref>{{Cita libro | cognome = Gürel | nome = G | titolo = La scienza e l'arte delle faccette in ceramica | p = 127 | anno = 2004 | editore = Quintessenza Edizioni| città = Milano | ISBN = 88-7492-007-5}}</ref>.
▲===Procedimento di applicazione===
▲L'applicazione delle faccette ai denti prevede diverse fasi: preparazione dei denti, presa di un'impronta, posizionamento di faccette provvisorie e infine di quelle definitive.<ref>http://www.rimedisalute.it/faccette-dentali-costo-prezzi-durata-22</ref> Prima del giorno dell'applicazione l'odontoiatra ha già esaminato la bocca del paziente e ne ha preso un'impronta in un appuntamento precedente.
▲====Preparazione dentale====
▲La preparazione consiste nella rimozione di un strato di pochi millimetri dello smalto dentale per far posto alle faccette. Questa prima operazione viene eseguita mediante una o più frese di profondità auto-limitanti<ref>frese che penetrano nello smalto solo fino a una profondità pari al raggio della porzione tagliente</ref> di dimensioni differenti, che permettono all'odontoiatra di quantificare la riduzione dello smalto. Poiché questa prima operazione richiede grande rigore e precisione, è svolta spesso con l'ausilio di lenti di ingrandimento. La profondità e la forma della riduzione dentale possono variare a seconda della posizione del dente sull'arcata, della sua inclinazione e del suo colore, e devono essere calibrate così da conservare quanto più smalto possibile. Non solo una conservazione scarna, ma anche una eccessiva non risulta corretta, poiché può condurre a un sovradimensionamento del restauro finale.
▲La preparazione incide notevolmente su resistenza e salute dei tessuti molli. Ridurre lo smalto, infatti, equivale a diminuire la rigidità del dente, che tende così a flettersi di più. Tuttavia, una preparazione dentale più profonda ammette la presenza di una faccetta più spessa, in grado di mascherare o modificare il colore dentale in modo più incisivo rispetto a una faccetta più sottile. In casi che mirano a una correzione cromatica vistosa e che dunque richiedono faccette piuttosto spesse, può rendersi necessario assottigliare lo smalto in certi punti fino a raggiungere la dentina. Se la preparazione ha portato all'esposizione dentinale, è necessario mordenzare, sciacquare e poi sigillare la dentina appena fresata con un bonding<ref>adesivo dentinale</ref> al fine di evitare sensibilità post-operatoria e invasione batterica della dentina prima dell'applicazione delle faccette definitive.
▲A preparazione terminata, si individua la tonalità del moncone, fondamentale per ottenere la tonalità voluta della faccetta finale. Nel caso in cui la faccetta sia sufficientemente sottile (no-prep) questa prima fase di preparazione dentale può essere saltata.
▲====Presa dell'impronta====
▲Il passo successivo consiste nel prendere un'impronta delle arcate dentali, che servirà all'odontotecnico per produrre il modello in gesso con cui creare su misura le faccette. L'odontoiatra applica un materiale da impronta fluido sui margini gengivali tramite una siringa e, in seguito, posiziona sui denti un portaimpronte carico di materiale da impronta a viscosità media o pesante e lo tiene fermo per alcuni minuti, fino ad avvenuto indurimento. L'impronta viene poi sciacquata e asciugata all'aria. Prima di essere colata è infine immersa in una soluzione disinfettante. È necessario che l'impronta riproduca accuratamente, e senza la presenza di bolle, anche i tessuti e i denti adiacenti a quelli a cui verranno appliccate le faccette.
▲====Applicazione dei provvisori====
▲A questo punto i denti limati vengono coperti con delle faccette provvisorie in resina da portare per il numero di giorni necessario al laboratorio per la creazione delle faccette definitive. Le lamine provvisorie, oltre a proteggere la superficie dentale preparata, permettono di visualizzare le posizioni e le lunghezze che i denti avranno a trattamento finito. Risultano perciò assai importanti per la comunicazione fra odontoiatra e paziente, che esprime i suoi pareri su estetica, comodità e funzione ed eventualmente comunica la necessità di effettuare alcuni ritocchi.
▲I provvisori possono essere creati sia in laboratorio odontotecnico prima della preparazione dei denti, servendosi di un modello in gesso approssimativo, sia direttamente nella bocca del paziente, dopo la preparazione.
▲====Applicazione delle faccette definitive====
▲Appena sono pronte le faccette definitive, si procede con la rimozione delle lamine provvisorie con un escavatore e, all'occorrenza, con una fresa diamantata. In seguito si controlla che sulla superficie dentale non siano presenti residui e si appoggiano sui denti le faccette in ceramica per verificare che rappresentino una soluzione correttiva adeguata. Dopodiché si procede alla loro applicazione. La superficie dentale viene pulita, asciugata e mordenzata, mentre l'eventuale dentina scoperta viene trattata con un adesivo apposito. Ogni faccetta è a sua volta sottoposta a irruvidimento e poi a silanizzazione. Si posiziona poi l'adesivo sulla superficie dentale e lo si polimerizza. L'adesivo viene subito dopo applicato anche sulla superficie interna della faccetta e, una volta fatta aderire la lamina sul dente, polimerizzato. Segue la rimozione degli eccessi di adesivo dai bordi della faccetta.
===Colore===
Il colore del restauro concluso è determinato dall'interazione fra il colore del moncone, il colore del
La scelta del colore viene effettuata in un ambiente adeguatamente illuminato, in presenza di una temperatura cromatica ideale di 5500 gradi Kelvin e possibilmente di un colore ambientale grigio. Nel caso in cui si vogliano applicare unità multiple si tiene conto nella scelta del tono di capelli, occhi, pelle del paziente. Nel caso di unità singole, invece, si presta più attenzione agli elementi delle arcate dentali che non verranno coperti e che risulteranno affiancati alle faccette. Si ricorre per queste operazioni valutative a tavole campione o ad anelli di resina che riportano le tonalità disponibili.
La valutazione inizia con l'individuazione della tonalità originale della struttura dentaria non preparata, presa come punto di
===Fallimenti===
====Distacco====
Il distacco è fra i problemi meno frequenti grazie alle moderne tecniche di adesione. Una volta avvenuto, si esamina la superficie dentale per risalire alla sua causa. Se il dente non presenta traccia di materiali adesivi, il problema è da ricercare nell'interfaccia dente-resina ed è probabile che la superficie non sia stata trattata in modo adeguato prima dell'applicazione della faccetta. Se invece, all'opposto, parte della resina è
Se la faccetta non è danneggiata, è possibile riapplicarla dopo aver ripulito superficie dentale e ceramica dalla resina adesiva. In presenza di scheggiature o screpolature non risulta invece riutilizzabile ed è necessario fare una nuova faccetta.
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===Svantaggi===
Il processo di preparazione, sempre necessario a meno dell'uso di faccette no-prep, non è reversibile: poiché l'
Le faccette possono inoltre rivelarsi distruttive per la dentatura nel caso in cui non sia stata effettuata una corretta valutazione delle condizioni orali e occlusali del paziente. Non risultano infatti adatte per esempio a pazienti che presentano parafunzioni come
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Howard E. Strassler, Dan Nathanson, ''Clinical evaluation of etched porcelain veneers
* Howard E. Strassler and Weiner, ''Long Term clinical Evaluation of Etched Porcelain Veneers'', in Journal of Dental Research, 2001.
* Galip Gürel, ''La scienza e l'arte delle faccette in ceramica'', Milano, Quintessenza Edizioni, 2004, ISBN 88-7492-007-5
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