Angelo Maria Ripellino: differenze tra le versioni

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Nel [[1960]] i coniugi Ripellino ritornano a Praga e la trovano ancora immersa nella desolazione staliniana ma nei viaggi successivi, [[1963]] e [[1964]], avranno la gioia di vedere una [[Cecoslovacchia]] che ritorna, lentamente, a rivivere e che darà modo allo studioso di intrecciare fecondi rapporti con tutti quegli intellettuali in quel momento protagonisti del "risveglio", come [[Jaroslav Seifert|Seifert]], [[Eduard Goldstucker|Goldstucker]], [[Jiri Kolar|Kolar]] e tanti altri.
====La sua prima raccolta di poesie:Non un giorno ma adesso====
 
Il 1960 sarà anche l'anno della pubblicazione del suo primo libro di poesie, ''Non un giorno ma adesso'' per le edizioni Grafica di Achille e Luciano Cattania, mentre dalla casa editrice Lerici esce la traduzione delle ''Poesie'' di [[Alexander Blok]] con un ampio saggio di introduzione.</br>
Nel frattempo collabora con profondi e sempre vari articoli a "[[L'Europa letteraria]]" e a "[[Tempo presente]]".
====L'incarico universitario a Roma====
 
Nel [[1961]] prende il posto di Ettore Lo Gatto sulla cattedra di Lingua e Letteratura russa all'[[Università degli Studi di Roma "La Sapienza"|Università "La Sapienza"]] di Roma e dello stesso anno è la traduzione di "Pietroburgo" di Belvy e l'[[antologia]] "Nuovi poeti sovietici" per l'Einaudi.</br>
Nello stesso anno viene rappresentata al [[Festival di Venezia]] l'[[opera lirica]] di [[Luigi Nono (compositore)|Luigi Nono]] ''Intolleranza 1960'', il cui libretto deriva da un testo scritto da Ripellino.
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Dal 1963 al [[1968]] collabora con il "[[Corriere della sera]]" dove scrive cronache culturali di tematica slave.
====Il saggio-romanzo:Il trucco e l'anima====
 
Nell'agosto del 1964 vi è una improvvisa ricaduta della malattia e Ripellino viene ricoverato in clinica dove riesce comunque a lavorare al suo [[saggio]]-[[romanzo]] sul teatro russo che lo vedeva impegnata già da tre anni. Esso verrà pubblicato nella [[primavera]] del 1964 con il titolo ''Il trucco e l'anima'' e, accolto da numerosi consensi, otterrà il [[premio Viareggio]].
 
Molto provato, Ripellino, verso la fine di luglio, viene ricoverato nel sanatorio di Dobris, una località a quaranta [[chilometro|chilometri]] da Praga, dove sarà curato dal medico Peter Ostry e riesce a sfuggire alla morte.
====Il secondo libro di versi:La Fortezza d'Alvernia====
 
L'esperienza dolorosa di questo periodo si riversa nel suo secondo libro di versi, ''La Fortezza d'Alvernia'' che verrà pubblicato da Rizzoli nel [[1967]] ottenendo il [[premio "Cittadella"]].
 
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====La contestazione del '68====
Nel [[1968]], quando arde la [[Il Sessantotto|contestazione giovanile]], scrive ai suoi allievi unala nobile e crepuscolare ''Lettera agli anziani'' che Antonio Pane <ref> Antonio Pane, ''Notizia biografica'', in Angelo Maria Ripellino. Poesie 1952-1978, Einaudi,1990</ref> definisce "''nobile e crepuscolare'' nella quale difende le "reti di multiformi rimandi", le "tele di malinconica ''reverie''", il "linguaggio da concerto" dei suoi corsi universitari, le "gracili farfalle al vento della rivolta".
 
====La Primavera di Praga====
Nel luglio del '68 viene inviato da L'Espresso a Praga dove sarà testimone dei [[Primavera di Praga|tragici eventi]] e, sempre attento alla vita del popolo come a quello degli elementi più sensibili dell'intellighenzia, scriverà cronache memorabili per la speranza che emanano e nello stesso tempo per il forte risentimento contro gli annunciati invasori.
 
Vicino agli elementi più sensibili dell'intellighenzia e contemporaneamente attento alla vita del popolo ceco, detta cronache memorabili per la speranza che emanano e nello stesso tempo per il forte risentimento contro gli annunciati invasori.
 
Quando arrivano i [[Carro armato|tank]] egli lascia Praga e vi ritornerà una sola e ultima volta, nell'aprile del [[1969]] per una serata di poesia in onore di [[Alexander Dubček|Dubček]]., Perche pochi giorni dopo verrà estromesso, al caffè artistico Viola, illuogo futuroche larimarrà Cecoslovacchianostalgicamente glinella saràsua interdettamemoria.
 
In ''Praga magica'' <ref> Angelo Maria Ripellino, ''Praga magica'', Einaudi, Torino 1973 pag. 367</ref> pubblicato nel [[1973]] e che riceverà il [[premio "Libro dell'anno"]] a [[Copenaghen]], scriverà note dolcissime di rimpianto per quella città tanto amata {{Quote|Non avrà fine la fascinazione, la vita di Praga. Svaniranno in un bàratro i persecutori, i monatti. Ed io forse vi ritornerò. Certo che vi ritornerò. In una bettola di Malá Strana, ombre della mia giovinezza, stappate una bottiglia di Mělník. Andrò a Praga, al cabaret Viola, a recitare i miei versi. Vi porterò i miei nipoti, i miei figli, le donne che ho amato, i miei amici, i miei genitori risorti, tutti i miei morti. Praga, non ci daremo per vinti. Fatti forza, resisti. Non ci resta altro che percorrere insieme il lunghissimo, chapliniano cammino della speranza.}} e gli avvenimenti e l'atmosfera da "incubo" di quell'anno ritorneranno nella sua terza raccolta di versi, ''Notizie dal diluvio'' pubblicato da Einaudi nel 1969.
 
===Gli ultimi anni di vita===