Deformità: differenze tra le versioni
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In età rinascimentale un vero e proprio trattato sulla deformità viene scritto da Realdo Colombo <ref>R.Colombo, ''De re anatomica'', a cura di N.Bevilacqua, Venezia 1559</ref> il quale si propone di esaminare obiettivamente le differenze anatomiche che sono all'origine della deformità e quindi, accanto alla raffigurazione anatomica del corpo umano normale, il trattatista nel libro XV (''De iis che raro in anatome reperiuntur'') della sua opera elenca i casi di deformità, congenita o per una malattia sopravvenuta, di cui può testimoniare per sua osservazione diretta e in base al suo lavoro di anatomista allo scopo di eliminare ogni fantasia e «contradire e alli antiqui e ai moderni tutti».
La considerazione dell'uomo come inserito nell'ordine naturale porta i naturalisti rinascimentali a definire come ''lusus Naturae'', scherzo di natura, tutto ciò che, come i fossili e i mostri umani, animali e vegetali, ha violato l'armonia naturale. <ref>''Sapere.it'' alla voce "Lusus naturae"</ref>
==Illuminismo==
Per gli illuministi esistono casi di mostruosità isolati che non rompono l'ordine naturale ma il discorso è diverso quando ci si trova dinanzi a grandi fenomeni naturali come l'Oceano, esempio dell'«informe e del male nella forma dell'abisso». <ref>Paola Giacomoni, ''Il laboratorio della natura: paesaggio montano e sublime naturale in età moderna'', FrancoAngeli, 2001 p.40</ref> La sua infinità non è bellezza rimanda a un'idea di sconfinato, simbolo di qualcosa di abnorme, di ripugnante e mostruoso. Quando la natura nel suo insieme appare come deforme allora deve nascere in noi non solo lo stupore ma una precisa volontà di conoscere e capire «rei adeo imaginis conspectus totum pectus agitaret» <ref>T.Burnet, ''Telluris, Theoria sacra'', editio ultima, Wolters, Amstelodami, 1699, p.72</ref>
==Note==
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