Miguel Chevalier: differenze tra le versioni
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Con ''Arabesques numériques'' (2006) l'artista concepisce una doppia installazione in situ per la famosa piazza di [[Jamaa el Fna]] a Marrakech, dinamico crocevia ed autentica [[agorà]], dichiarata patrimonio universale dell'[[UNESCO]] nel 2011. Già ospite del [[riad]] Denise Masson nell'autunno 2004, Miguel Chevalier ritorna nella città del [[Marocco]] con un intervento artistico volto ad integrarsi nel paesaggio nel rispetto delle attività che lo caratterizzano. Per non ostacolare lo svolgimento delle funzioni quotidiane di cui Jamaa el Fna è teatro, l'artista opta per la soluzione di presentare la sua creazione in aria, con delle sfere ad elio sospese sulla piazza di giorno e dei tappeti che galleggiano nel cielo i notte: veri tappeti volanti<ref>Mohamed Rachdi, ''L’Orient à l’épreuve de l’art numérique'', Paris, 2008</ref>. <br />
Il dialogo creativo tra l'artista francese e l'Oriente comprende altre tappe. Sul lungomare di Abu Dhabi è presente con l'installazione di realtà virtuale generativa ed interattiva ''Digital Arabesques'' (2011), con cui si prefigge di rivisitare l'arte islamica avvalendosi delle nuove tecnologie. Degli arabeschi [[Frattale|frattali]] giganti, proiettati su sfere gonfiabili a contatto del terreno, vengono generati all'infinito grazie ad un programma inedito per computer. Gli arabeschi si formano in modo casuale, crescono ed infine svaniscono. <br />
Anche i ''Tapis magiques (2014)'', creati per l'antica Cattedrale del Sacro Cuore di [[Casablanca]], propongono una rivisitazione digitale di un aspetto tipico dell'[[Arte islamica|arte islamica]], quello dei mosaici. La struttura del [[Mosaico|mosaico]] essendo simile a quella dei [[Pixels|pixels]], motivo di fondamentale importanza nell'opera dell'artista francese, permette all'arte islamica e a quella
Specifici aspetti dell'architettura islamica ispirano i ''Digital Arabesques (2014)'', l'installazione monumentale proiettata sul pavimento della piazza del lungomare di Al Majz a [[Sharjah]]. In quest'opera diversi "quadri grafici" composti da motivi ornamentali che rimandano agli zellige, agli arabeschi e ai mosaici si alternano in modo casuale creando un'onda che si forma e si dissolve all'infinito. In questi elementi architettonici espressamente geometrici Miguel Chevalier trova la manifestazione decorativa di una grammatica analoga al suo linguaggio estetico<ref>http://www.miguel-chevalier.com/fr/digital-arabesques</ref>. <br />
Il 2015 sancisce il ritorno di Miguel Chevalier al Marocco. ''Digitales Arabesques (2015)'' è un'installazione di realtà virtuale generativa ed interattiva che l'artista presenta a [[Fès]], [[Agadir]], [[Tétouan]] et [[Essaouira]] in collaborazione con i rispettivi quattro [[Institut français]]. Quest'opera si estende sul suolo come un grande tappeto e si compone di diversi quadri grafici che si deformano all'infinito grazie a dei sensori di presenza attivati dal movimento dei visitatori, creando la sensazione di un pavimento o di un muro in movimento. <br />
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