GNU General Public License: differenze tra le versioni

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Nel 1991 viene pubblicata la GNU GPLv2. Secondo [[Richard Stallman]], la modifica più importante di questa versione è la clausola da lui denominata ''"Libertà o morte"''. Tale clausola impone che, qualora ci siano restrizioni di qualsiasi tipo sulla libera distribuzione del software nei termini indicati nella licenza, il software non può essere distribuito affatto. Ad esempio se una legge impedisce di distribuire il [[codice sorgente]], l'intero software protetto da GNU GPLv2 non può essere distribuito. La speranza è quella di rendere meno allettante per le imprese il ricorso alle minacce di brevetto, ovvero esigere un corrispettivo da parte degli sviluppatori di software libero.
 
Dal 1990 è diventato evidente che l'utilizzo di una licenza meno restrittiva sarebbe stata strategicamente più utile per le librerie C e per quelle librerie software che ormai, in pratica, lavoravano come se fossero di tipo proprietario <ref>Per maggiori approfondimenti, vedere il [https://www.gnu.org/gnu/thegnuproject.html Progetto GNU]</ref>; quando, nel giugno 1991, è stata rilasciata la versione 2 della GPL (GPLv2) e quindi è stata introdotta una seconda licenza – la "Library General Public License" – che, considerata la complementarietàcomplementarità, ha mantenuto lo stesso nome con la sola aggiunta della lettera "L" (LGPLv2).
 
La numerazione delle versioni si differenziò a partire dal 1999 quando è stata rilasciata la versione 2.1 della LGPL, che è stata rinominata in GNU Lesser General Public License per mantenere la sua filosofia originale.