Inca: differenze tra le versioni

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Quando giunsero nella località di [[Pacaritambo]], da una caverna a tre uscite, videro sorgere un giovane splendente i cui abiti, ricoperti di scaglie d'oro, riflettevano il sole. Era Manco che i suoi fedeli riconobbero immediatamente, ma che intuendo il suo disegno, onorarono come una divinità. Gli indigeni che erano con loro, semplici e ingenui, si unirono alle loro genuflessioni e, in breve, la novella si sparse per tutta la regione. Il dio Sole aveva mandato un figlio sulla terra per governare gli uomini. L'epopea degli Inca era iniziata.
 
Questo mito è assai suggestivo perché abbraccia tutta la presunta la storia degli Inca dal loro ingresso in Perù fino alla nascita della dinastia che avrebbe dominato l'altipiano andino, tuttavia ha il difetto di essere isolato, anche se la modalità della comparsa di Manco ha riscontri anche in altre leggende. Gli spagnoli che per primi investigarono sulle origini della stirpe che avevano appena sconfitto riportarono, però, dei racconti più consoni alla dignità del capostipite degli Inca che era raffigurato come un veritiero figlio del Sole, chiamato [[Inti]].
 
Il più importante di questi miti ci è stato tramandato da [[Pedro Sarmiento de Gamboa]] nella sua "''Segunda parte de la historia general llamada indica''" del [[1572]] ed è conosciuto generalmente come la "''Leggenda dei fratelli Ayar''". {{Vedi anche|Ayar}}