Assedio di Amburgo: differenze tra le versioni
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All'inizio di agosto, il XIII Corpo d'armata francese disponeva di 32.000 uomini, assistiti da circa 10.000 uomini della divisione ausiliaria danese<ref name=Hulot-190 />; tornato ad Amburgo, il corpo si rafforzò inglobando diversi reparti francesi ritiratisi nella zona dopo la sconfitta di Lipsia e all'inizio dell'assedio poteva contare su 42.000 effettivi tra cui però 8.000 degenti negli ospedali<ref name=Hulot-195>{{Cita|Hulot|p. 195}}.</ref>. Il XIII Corpo era suddiviso in tre divisioni di fanteria: la 3ª del generale [[Louis Henri Loison]], la 40ª del generale [[Marc Nicolas Louis Pécheux]] (secondo altre fonti del generale [[Louis Joseph Vichery]]) e la 50ª del generale [[Paul Thiébault]] (secondo altre fonti del generale Pécheux); vi era poi una divisione di cavalleria sotto il generale [[Pierre Wattier]] e 1.200 marinai del contrammiraglio Lhermite<ref>{{Cita|Hourtoulle|p. 344}}.</ref>. Oltre ai 24 pezzi dell'artiglieria delle divisioni, Amburgo era difesa anche dai 52 cannoni provenienti dall'8º Reggimento artiglieria a piedi e da vari altri reggimenti, oltre ai 350 pezzi integrati nelle fortificazioni cittadine<ref>{{Cita|Tissot|p. 297}}.</ref>.
Gli effettivi delle forze coalizzate assedianti variarono parecchio durante i sei mesi di assedio. Inizialmente l'assedio fu portato avanti dal corpo d'armata del generale Wallmoden, forte di 52.000 uomini per la maggior parte provenienti dall'[[Regno di Hannover|Hannover]] e dalle città anseatiche; il corpo dipendeva dall'Armata del Nord del principe Carlo Giovanni. Il generale russo [[Levin August von Bennigsen]] assunse poi la direzione delle operazioni portando con sé in rinforzo vari contingenti di truppe russe; nel gennaio 1814 i coalizzati avevano circa 120.000 uomini nella zona di Amburgo, ma quando Carlo Giovanni iniziò a spostare la sua armata verso il Reno questo numero si ridusse a circa 80.000<ref name=Hulot-195 /><ref name=Hourtoulle-345>{{Cita|Hourtoulle|p. 345}}.</ref>.
== L'assedio ==
Sperando di rinnovare la rivolta amburghese di marzo e di indurre all'insurrezione i reparti olandesi in forza al XIII Corpo, il generale Bennigsen lanciò due proclami chiamando alla sollevazione contro i francesi ma la mossa rimase senza esito per effetto delle forti misure di disciplina adottate dal maresciallo Davout<ref name=Hulot-195 />.
Il maresciallo approfittò dell'iniziale periodo di stasi dell'assedio per perfezionare le fortificazioni della "strada Deponthon" che collegava Amburgo con Haarbourg, costruendo una [[ridotta]] sull'isola davanti il sobborgo di [[Distretto di Altona|Altona]] e un'altra davanti il sobborgo di Hamm; Davout ordinò poi l'evacuazione degli orfani e dei bambini delle famiglie cittadine: 15.360 persone furono così evacuate da Amburgo tra il 24 e il 26 dicembre<ref>{{cita web|url=http://www.perspectivia.net/publikationen/francia/francia-retro/36-2009/0181-0207|autore=Helmut Stubbe da Luz|titolo=Le maréchal Davout, "le beau siège de Hambourg" en 1813/14 et "le nom français"|lingua=fr|sito=perspectivia.net|accesso=30 giugno 2016}}</ref>. Il maresciallo ripartì quindi le diverse funzioni tra i suoi generali: Thébault divenne responsabile degli approvvigionamenti e Loison della sicurezza entro le mura cittadine, mentre a Vichery fu affidata la difesa della zona a est della città, a [[Louis Thomas Gengoult|Gengoult]] e [[Victor Joseph Delcambre|Delcambre]] quella della zona nord e di Altona e a Pécheux quella di Haarbourg, con la brigata distaccata di [[Pierre-Jacques Osten|Osten]] a presidio delle isole dell'Elba<ref name=Hourtoulle-345 />.
A partire da gennaio, il freddo divenne così intenso che il corso dell'Elba e del [[Bille (fiume)|Bille]] iniziò a congelare, nonostante il lavoro incessante dei francesi che cercavano di mantenere la naturale protezione della rete di canali. I coalizzati lanciarono quindi un paio di attacchi che costrinsero i francesi a ritirarsi dai villaggi di Eimsbüttel e Eppendorf a nord, come pure da diverse posizioni a est; il 20 gennaio 1814 i russi del generale [[Pavel Aleksandrovič Stroganov|Stroganov]] attaccarono le fortificazioni davanti Haarbourg: le colonne russe avanzarono lungo il corso dell'Elba e attraverso il villaggio di Wilstorf, ma furono respinte dalle truppe del generale Delcambre lasciando sul terreno circa 800 morti, mentre le perdite dei francesi ammontarono a 200 uomini<ref>{{Cita|Tissot|p. 304}}.</ref>. Il 26 gennaio, in occasione dell'anniversario dell'incoronazione della [[Luisa Maria di Baden|zarina Elisaveta]], Bennigsen ordinò un assalto generale sui fronti nord ed est: l'unico risultato di questa offensiva, che costò 700 perdite al XIII Corpo e 300 ai russi, fu la conquista della chiesa di Hamm; a seguito di questo assalto, Davout ordinò la distruzione di gran parte delle abitazioni del borgo di Altona<ref name=Hulot-197>{{Cita|Hulot|p. 197}}.</ref><ref>{{Cita|Tissot|p. 306}}.</ref>.
Il 9 febbraio, dopo aver ricevuto l'appoggio del corpo d'armata del generale [[Pëtr Aleksandrovič Tolstoj|Tolstoj]], Bennigsen lanciò un nuovo assalto generale, anche se la collocazione da parte di Davout di un posto di osservazione in cima al campanile della chiesa di Saint-Michel privò russi dell'effetto sorpresa. L'attacco principale fu diretto verso l'isola di Wilhelmsburg, che divenne oggetto di intensi combattimenti durante la giornata: i russi inizialmente presero il vantaggio, e la colonna del generale [[Yevgeni Ivanovich Markov|Markov]] da Altona e quella del generale Emme da sud-est aggirarono Haarbourg convergendo verso l'ingresso del ponte che collegava l'isola con Amburgo; con i loro comandanti messi fuori combattimento (il colonnello del 29º Reggimento di fanteria di linea rimase ucciso e il generale Osten ferito), i francesi iniziarono a ripiegare disordinatamente sul ponte, ma il maresciallo Davout si fece avanti in prima persona per comandare l'azione e ordinò di lanciare al contrattacco le riserve rimaste ad Amburgo. Nel tardo pomeriggio il generale [[Louis Nicolas Marin Leclerc des Essarts|Leclerc]], dopo aver sconfitto una colonna russa comandata da Tolstoj, fu in grado di inviare rinforzi sul ponte mentre, allo stesso tempo, il generale Pécheux ad Haarbourg, che difese con successo dall'assalto di una colonna russa, liberò la sezione di ponte che lo collegava a Wilhelmsburg e prese i russi alle spalle. Respinti dal contrattacco, i russi ripiegarono quindi su Altona; questa battaglia costò alla guarnigione francese circa 1.200 tra morti, feriti e prigionieri<ref>{{Cita|Tissot|pp. 310-311}}.</ref><ref>{{Cita|Hulot|pp. 197-199}}.</ref>.
Il 17 febbraio i russi tentarono un nuovo assalto di massa che non riuscì a sopraffare la resistenza delle truppe dei generali Vichery e [[Jean-François Rome|Rome]]. Le perdite ammontano a 200 uccisi per i francesi, mentre i russi persero quasi 5.000 uomini. Dopo un ultimo attacco tentato la notte del 27 febbraio, le operazioni si limitarono scaramucce finché l'inizio del disgelo del corso dell'Elba a partire dal 23 marzo mise al sicuro la città da altri tentativi di espugnazione mediante assalto<ref>{{Cita|Tissot|p. 312}}.</ref><ref>{{Cita|Hulot|p. 199}}.</ref>. Il tardo inverno e l'inizio della primavera videro Bennigsen moltiplicare gli inviti alla defezione del presidio e le misure di disinformazione: nonostante alcuni singoli episodi di diserzioni, questi tentativi non raggiunsero il loro scopo ma installarono un clima di estrema sfiducia nei confronti del comando russo nel personale francese<ref>{{Cita|Hulot|pp. 199-200}}.</ref>. Il 29 marzo, la guarnigione francese lanciò una serie di attacchi nei dintorni di Haarbourg per procurarsi foraggio e rifornimenti.
Il 19 aprile, il comandante delle truppe assedianti furono avvertiti dell'avvenuta abdicazione di Napoleone e inviarono un parlamentare a Davout per avvertirlo: non avendo fiducia in Bennigsen, il maresciallo accolse la notizia e la proposta di un [[armistizio]] avanzata dal generale russo con la massima circospezione; tuttavia, la notizia dell'avvenuta abdicazione fu confermata da una lettera dello zar [[Alessandro I di Russia]] recapitata da un ufficiale olandese, spingendo Davout a sollecitare l'invio del generale Delcambre per prendere istruzioni dal nuovo governo<ref>{{Cita|Hulot|p. 200}}.</ref>. Per forzare la mano al suo avversario, Bennigsen fece innalzare davanti agli avamposti francesi una bandiera bianco-fiordaliso, l'emblema del re [[Luigi XVIII di Francia]], sperando che la guarnigione si sollevasse e aderisse al nuovo cambio di regime; di fronte a questa sfida, il maresciallo Davout fece prendere a cannonate il vessillo. Mentre le ostilità tra le potenze alleate e la Francia cessarono ufficialmente con la proclamazione dell'abdicazione il 6 aprile, ad Amburgo gli scontri continuarono e il 27 aprile i russi, appoggiati da [[cannoniera|cannoniere]] britanniche, assaltarono nuovamente Haarbourg: questo attacco non riuscì e aumentò ulteriormente la sfiducia dei francesi verso le intenzioni dei russi<ref>{{Cita|Hulot|p. 201}}.</ref>.
Il 28 aprile un cugino del maresciallo Davout, François Davout, si presentò alla sede del comando russo e fu subito accompagnato alle posizioni francesi: egli portava lettere della moglie del maresciallo spedite per informarlo degli eventi avvenuti a [[Parigi]], le quali convinsero infine Davout a capitolare. I due comandanti in capo conclusero quini un armistizio: il generale Delcambre ricevette il permesso di andare a Parigi a chiedere istruzioni, e il 29 aprile la bandiera regia bianca con i gigli fu innalzata sulla città. Se era chiaro che Amburgo dovesse essere restituita alle autorità tedesche, la questione del trattamento da riservare alla guarnigione fu fonte di discussioni: Bennigsen ritenne di dover trasferire i soldati francesi in Russia come prigionieri di guerra e frappose diversi ostacoli all'evacuazione della guarnigione dalla città. Il 5 maggio arrivò ad Amburgo il generale [[Louis François Foucher de Careil]], incaricato dal nuovo governo francese di trattare la resa della città; l'11 maggio il generale [[Étienne Maurice Gérard]], incaricato dal capo del governo [[Carlo X di Francia|conte di Artois]] e dal nuovo ministro della guerra generale [[Pierre Dupont de l'Étang]], rilevò il maresciallo Davout dal comando del XIII Corpo. I 26.000 uomini ancora in forza alla guarnigione lasciarono Amburgo alla volta della Francia muovendo in tre colonne partite il 27, 29 e 31 maggio 1814, portando con sé un centinaio di pezzi d'artiglieria e 4.000 cavalli; i 5.000 feriti e malati ancora ricoverati negli ospedali di Amburgo tornarono in Francia alla fine della loro convalescenza<ref>{{Cita|Hulot|pp. 202-203}}.</ref>.
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