Paleosalinità: differenze tra le versioni
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Recenti studi<ref name= Adkin/> hanno trovato che durante l'ultimo massimo glaciale la salinità globale era aumentata in seguito all'abbassamento di circa 140 m della superficie marina. Analizzando i dati dell'[[Stadio isotopico marino|isotopo]] <sup>18</sup>O si è visto che le acque profonde oceaniche avevano una temperatura molto omogenea che oscillava attorno al punto di congelamento. Le variazioni della salinità erano invece più elevate di quelle odierne che sono comprese entro 0,5 [[salinità|psu]] rispetto al valore della salinità globale che è di 34,7 psu. Durante l'[[ultimo massimo glaciale]] (LGM) si andava dai 35,8 psu del Nord Atlantico ai 37,1 dell'Oceano antartico.
Anche l'idrografia odierna presenta significative differenze rispetto a quella dell'ultimo massimo glaciale. Attualmente l'[[acqua profonda del Nord Atlantico]] (NADW dall'acronimo inglese "North Atlantic Deep Water") risulta avere una maggior concentrazione salina rispetto all'[[acqua
Anche l'Oceano antartico era più salato durante l'ultimo massimo glaciale di quanto sia oggi. Si ritiene che il valore estremo di 37,1 psu fosse una conseguenza dell'aumentato tasso di formazione della [[banchisa]] polare. Questo potrebbe spiegare non solo l'aumento della salinità ma anche il mancato [[frazionamento isotopico]] dell'ossigeno; il rigetto delle [[salamoia|acque salmastre]] senza frazionamento isotopico è ritenuto una caratteristica strettamente collegata alla formazione della banchisa.
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