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Il deforme immagine creatrice della realtà assume nella creazione artistica la figura del grottesco:
{{Quote|Il cristianesimo conduce la poesia alla verità. Al pari di esso, la musa moderna vedrà le cose da un punto di vista più elevato e più ampio. Sentirà che tutto nella creazione non è umanamente bello, che il brutto vi esiste accanto al bello, il deforme accanto al grazioso, il grottesco sul rovescio del sublime, il male con il bene, l'ombra con la luce. <ref>Victor Hugo, ''Cromwell'', prefazione (1827)</ref>}}
Nasce così il personaggio di Quasimodo dell'opera ''[[Notre-Dame de Paris (romanzo)|Notre-Dame de Paris]]'' (1831), che in un corpo grottescamente deforme contiene un animo nobile e gentile. <ref>Qualcosa di simile è nell'antica rappresentazione della figura di [[Socrate]] che fu descritto dai suoi contemporanei, [[Platone]], [[Senofonte]] e [[Aristofane]], come fisicamente "brutto" (in Platone, ''Simposio'' 215 B-C; Senofonte ''Simposio'', IV,197; Aristofane, ''Le nuvole''.) In particolare, nel ''Simposio'' Platone lo accosta alla figura dei "[[Sileno|Sileni]]" quegli esseri propri della cultura religiosa greca, a metà tra un dèmone e un animale, che formavano i cortei del dio dell'ebbrezza, [[Dioniso]]. Ma la "bruttezza" di Socrate cela, per mezzo di una maschera, qualcos'altro: {{quote|Alcibiade paragona Socrate a quei Sileni che nelle botteghe degli scultori servono da contenitori per le raffigurazioni degli dèi. Così, l'aspetto esteriore di Socrate, l'apparenza quasi mostruosa, brutta, buffonesca, imprudente, non è che una facciata, una maschera.|Pierre Hadot, ''Elogio di Socrate'', Genova, Il Melangolo, 1999, p.13}}
[[Johann Karl Friedrich Rosenkranz]] nella sua ''Estetica del brutto'', pubblicata nel 1853, pensa che nella deformità, come alterazione dell'armonia e della forma naturale, sia l'origine di ogni aspetto della bruttezza e ritiene eccessiva la valutazione della poetica romantica del deforme che va controllata e moderata. Il grande artista è proprio colui che di fronte al caos della deformità riesce a controllarlo e a far apparire l'armonia della forma.
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