Deformità: differenze tra le versioni
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[[File:Bernhard von Clairvaux (Initiale-B).jpg|thumb|Bernardo da Chiravalle raffigurato in un codice miniato]]
Il concetto di deformità viene elaborato in epoca medioevale da [[San Bernardo da Chiaravalle]] verso il 1125 nella sua ''Apologia all'abate Guglielmo'', sintetizzato nella formula «''formosa deformitas''» per significare che accanto ai casi di deformità ripugnante vi sono esempi meravigliosi di anomalie anatomiche, che destano meraviglia per la loro singolarità.
La «''vitiosa deformitas''» invece per Bernardo è qualcosa che ha deviato dalla formosità, dalla bellezza e quindi dalla bontà
La concezione di base è che il peccato, specie quello commesso nella sfera sessuale, determini la deformità. Scrive Pier Damiani verso il 1065 all'abate di Montecassino che dal matrimonio [[endogamia|endogamo]] di [[Roberto II di Francia|Roberto II re di Francia]] con Berta, vedova di Eude d'Anjou, sua parente, per la violazione dell'etica matrimoniale della Chiesa, era nato un figlio deforme dalla testa e dal collo simili a quelli di un oca (''anserinum per omnia collum et caput habentem'') <ref>[http://www.alim.dfll.univr.it/alim/letteratura.nsf/(testiID)/C588AC15BFC5B513C1257C11007940DE!opendocument ''Archivio della latinità italiana del Medioevo'', p.135]</ref>
==Rinascimento==
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