Deformità: differenze tra le versioni
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==Restaurazione==
[[File:Geoffroy Saint Hilaire, Etienne.jpg|150px|thumb|Étienne Geoffroy Saint-Hilaire]]
Nell'età della [[Restaurazione]] il tema della deformità viene indagato sotto il triplice aspetto della [[teratologia]], della [[poetica]] del [[grottesca|grottesco]] e dell'[[estetica]] del brutto <ref>Giancarlo Urbinati, Gianni Carchia, ''Deformità'' in ''Universo del corpo'', 1999</ref>.
Nel 1830 a Parigi si sviluppa una polemica tra [[Georges Cuvier]] ed [[Étienne Geoffroy Saint-Hilaire]] il quale aveva ipotizzato che qualsiasi deformità va esclusa dal campo dell'anormalità, del prodigio e che va invece considerata nell'ambito della struttura unitaria della naturalità la quale segue una sua logica ispirata a un unico e solo principio per cui le deformità non sono altro che una [[mutaforma|metamorfosi]] che si è arrestata nel suo sviluppo.
Nella natura vivente, infatti, si persegue un'"unità di piano" dove le difformità dalla specie dimostrano la possibilità di assumere un'altra forma così che quella che in un caso sembra un'anomalia, in realtà è regola in un altro. La natura dimostra così la sua forza vitale nelle trasformazioni e nelle metamorfosi. <ref>Gianni Carchia, ''Il deforme nella riflessione critica'' nel termine "Deformità" in ''Universo del Corpo'' - Treccani</ref>
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