Aturia: differenze tra le versioni

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Questo tipo di sutura (definita talora come sutura ''aturioide''), decisamente più complessa di quella solitamente dritta o leggermente ricurva della maggior parte dei nautiloidi, ricorda molto quella di alcuni [[Ammonoidea|ammonoidi]] del [[Paleozoico]], noti come [[Goniatitida|goniatiti]], anche se non vi è alcuna relazione filetica diretta tra i due gruppi.
 
I setti sono strettamente ravvicinati e fortemente sinuosi, in numero di circa tredici nell'ultimo giro del ''fragmocono''. [[Immagine:Aturia.png|thumb|left|upright=2|Caratteri principali del genere ''Aturia''. '''a)''' vedura laterale di un esemplare (modello interno) con ''fragmocono'' e camera di abitazione; '''b)''' veduta ventrale di un modello interno di fragmocono (visibile il sifone '''s''' in posizione sub-dorsale sull'ultimo setto); '''c)''' particolare e sviluppo della linea di sutura: '''U'''-zona ombelicale '''S'''-sella laterale della sutura '''L'''-lobo laterale. È evidenziata in rosso la parte della sutura visibile di solito sul fianco del modello interno. Le frecce indicano la direzione dell'apertura. È evidente la configurazione a "vortice" delle suture nella regione peri-ombelicale determinata dalle selle laterali ed estremamente cararatteristica di questo genere]]La linea di sutura è caratterizzata da una sella ventrale squadrata, talora con un piccolo lobo interno (lobo ventrale) più o meno accentuato (la cui presenza e forma è diagnostica a livello specifico); a questa segue un lobo laterale molto pronunciato, stretto e angoloso, che tende a toccare il lobo corrispondente della sutura precedente; questo è seguito da un'ampia sella laterale caratteristica, semicircolare e fortemente ricurva verso l'apertura della conchiglia, e da un lobo ombelicale (non visibile normalmente per la forte involuzione della conchiglia) leggermente ondulato, bifido. La parte dorsale della sutura è caratterizzata da un'ampia sella articolata in un lobo dorsale stretto e allungato, con terminazione ad anello (lobo anulare).
 
Il [[sifone]] era posizionato in posizione sub-dorsale, ovvero nella parte più interna del giro.
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==Storia Evolutiva==
Gli ''Aturiidae'' si evolvono probabilmente nel tardo Cretaceo, da forme di nautiloidi dotate di suture fortemente sinuose ( famiglia ''Hercoglossidae''), e hanno una diffusione molto rapida nel Paleocene. Costituiscono in effetti la famiglia di nautiloidi più diffusa e diversificata del Cenozoico. Il genere ''Aturia'' persiste fino a tutto il Miocene, mentre non vi sono segnalazioni sicure dal Pliocene in poi, quando verosimilmente il progressivo raffreddamento del clima portò all'estinzione di queste forme di acque calde.
 
È notevole il fatto che questa forma tende a sviluppare (ancor più rispetto agli ''Hercoglossidae''), la sinuosità della sutura, fino a raggiungere una complessità paragonabile a forme di ammonoidi del tardo Paleozoico ([[Goniatitida]] e [[Clymeniida]], questi ultimi con sifone dorsale). Si tratta di un interessante fenomeno di [[convergenza evolutiva]], dovuto presumibilmente (Lukeneder e Harzauser, 2002, con bibliografia) all'evoluzione della conchiglia verso una morfologia compressa con fianchi appiattiti, più efficiente dal punto di vista idrodinamico. Questo tipo di morfologia è però meno resistente alla pressione dell'acqua (a parità di spessore della parete esterna), rispetto a conchiglie globose con profilo curvilineo a [[guscio (struttura)|guscio]]. Il problema è stato risolto da entrambi i gruppi enfatizzando il ruolo di “rinforzo” dei setti interni, aumentandone la sinuosità piuttosto che lo spessore.
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''Aturia'' era una forma cosmopolita: esemplari [[fossili]] di questo genere sono stati rinvenuti in depositi marini di tutti i continenti, dalle Americhe all'Eurasia e Africa settentrionale, fino al [[Giappone]], rinvenuta anche in luoghi remoti come la [[Nuova Zelanda]] (Beu, 1973) e (in depositi [[Paleogene|paleogenici]] anteriori alla formazione della calotta glaciale) la parte occidentale dell'[[Antartide]] (Teichert e Matsumoto, 1987). Tra le specie più diffuse, oltre alla citata ''A. aturi'' <small>(Basterot)</small>, si possono citare ''A. cubaensis'' <small>(Lea)</small>, diffusa tanto nella provincia [[Oceano Atlantico|atlantica]] quanto in quella indo-pacifica, ''A. ziczac'' <small>(Sowerby)</small>, diffusa nella provincia europea occidentale e ''A. coxi'' <small>Miller</small>, presente nell'area [[Oceano Indiano|indo]]-[[Oceano Pacifico|pacifica]].
 
Molti fossili di aturia sono stati ritrovati anche in [[Italia]], in sedimenti prevalentemente [[pelite|pelitici]] con associazioni faunistiche fossili di mare profondo e microfossili [[plancton|planctonici]]ici. ''A. aturi'' <small>(Basterot)</small> e ''A. complanata'' <small>Sturani</small> compaiono nell'Aquitaniano (Miocene Inferiore) e non sono segnalate in livelli più recenti del Serravalliano (Miocene Superiore ''pro parte''). Si rinviene nel bacino terziario ligure-piemontese (Formazione di Baldissero). Nautiloidi del genere Aturia si rinvengono sporadicamente, nei sedimenti marini profondi miocenici del margine sud-alpino ([[Gonfolite]]), nell'area appenninica ([[Formazione Marnoso Arenacea]]) e in sedimenti marini miocenici presenti con discontinuità lungo tutta la penisola, fino alla Sicilia.
 
È probabile che ''Aturia'' fosse un organismo pelagico e un abitatore di acque piuttosto profonde (anche se, come nelle specie attuali, la mobilità verticale poteva essere elevata); inoltre la morfologia della conchiglia, particolarmente [[idrodinamica]], è indicativa di un nuoto piuttosto veloce. Come il nautilo attuale e la maggior parte delle specie fossili di nautiloidi, si trattava verosimilmente di un predatore.
 
==Bibliografia==
* Allasinaz, A. (1982) e successive edizioni. ''Dispense di paleontologia sistematica. Invertebrati''. CLU.
* Beu A.G. (1973). ''Nautiloids of the Genus Aturia from the Uppermost Miocene of Australia and New Zealand''. Tohoku Univ., Sci. Rep., 2nd ser. (Geol.), Spec. Vol. no. 6 (Hatai Mem. Vol.), 297-308.
* Lukeneder A. e Harzhauser M. (2002). ''Shell Accumulations of the Nautilidae Aturia (Aturia) aturi (BAST.) in the Lower Miocene Paratethys (Lower Austria)''. Abh. Geol. B.-A., 57, 459-466.
* Teichert, C. & Matsumoto, T., 1987: The Ancestry of the genus Nautilus. – In: W.B. Saunders & N.H. Landman, (eds.): Nautilus: The Biology and Paleobiology of a Living Fossil, ch. 2, New York, p. &nbsp;25–32.
 
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