Città Sant'Angelo: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Le origini di Città Sant'Angelo sono incerte ed hanno costituito sempre motivo di discussione storica, il primo atto ufficiale reperito dove si parla del comune menziona di una concessione da parte dell'imperatore Ludovico II che accorda un privilegio al Monastero di Casauria sul luogo chiamato "CIVITATE S. ANGELI" dove si trovavano un castello ed un porto ed è datato 13 ottobre 875. I numerosi ritrovamenti archeologici, decisamente più antichi, tra la foce del [[Piomba]] e quella del [[Saline (fiume)|Saline]], e la presenza di piccoli aggregati urbani in corrispondenza della località oggi denominata Marina di Città Sant'Angelo<ref>Cenni storici riportati sul [http://www.visitacsa.it/pagine/cenni_storici portale turistico di Città Sant'Angelo]</ref> fanno risalire le origini della città al periodo romano, quando Angulum, di cui gli abitanti ne conservano ancora il nome di "angolani", viene nominata da [[Plinio il Vecchio]] nella sua descrizione delle terre vestine nel libro [[Naturalis Historia]](libro II 12.106); non è da escludere l'ipotesi di qualche storico che la ''Angulum'' citata fosse invece la vicina [[Spoltore]].Comunque intorno al 400 sorsero le prime chiese nella zona tra Città Sant'Angelo. L'abitato vestino-romano, che sarebbe stato ubicato nel vicinissimo Colle di Sale, fu probabilmente distrutto nell'alto Medioevo; i [[Longobardi]] avrebbero ricostruito il paese ex novo nell'odierna ubicazione, lasciando, come traccia della loro presenza, il culto dell'[[Angelo]]. Testimonianze di questo culto sono presenti sia nel [[toponimo]], sia nello [[stemma]] comunale, che rappresenta, appunto, [[San Michele Arcangelo]] che uccide il dragone.
È storicamente accertato che fu distrutta nel [[1239]] da [[Boemondo Pissone]] o Pissonus<ref>Il registro della cancelleria di Federico II del 1239-1240, Volume 1 pag 245</ref>, [[giustizierato|giustiziere]] di [[Federico II di Svevia|Federico II]], in quanto Città Sant'Angelo è sempre stata una città [[guelfa]], ovvero erano troppo schierati in favore del [[Papa Gregorio IX]]. Successivamente, lo stesso Imperatore concesse ai superstiti la facoltà di ricostruire l'abitato in tre casali<ref>Annali delle Due Sicilie: dall'origine e fondazione della monarchia fino a tutto il regno dell'augusto sovrano Carlo III. Borbone, Volume 1 pag.184 Editore Stamperia e cartiere del Fibreno, 1841</ref>. Lo sviluppo urbano seguì tre diversi momenti storici: la ricostruzione, iniziata dopo il [[1240]], del nucleo fortificato a semicerchio, delimitato attualmente da Strada Castello, Strada Minerva, Via del Ghetto e Via del Grottone. I nomi più altisonanti furono quelli degli Zizza e dei Salomone che rivestirono sempre ruoli primari all'interno della comunità angolana dell'Antico Regime.<ref>Lorenzo Valloreja - ''Passione Angolana : storia inedita di lotte ed intrighi per la sopravvivenza ed il potere a Città Sant' Angelo, in Abruzzo Ulteriore, tra il XIII. ed il XIX. secolo'', Ianieri Edizioni, Pescara, ISBN 978-88-97417-27-9</ref> Con la venuta degli ordini monastici nella prima metà del [[XIV secolo]] si vide l'ampliamento delle chiese esistenti e la realizzazione di monasteri. In questa era, Città Sant'Angelo fu una delle tre città principali della diocesi Penne-Atri, insieme alle due sedi vescovili. Questa rivalità spesso si traduceva in guerre, sopratutto per il controllo del porto, al confine tra le attuali Silvi Marina e Pineto, in provincia di Teramo. Nel secolo XVI fu marchesato della famiglia [[Castriota (famiglia)|Castriota]] insieme con le terre di [[Spoltore]], [[Moscufo]] e [[Montesilvano]]. Successivamente fu de [[Piccolomini]] conti di Celano. eIl dei18 Figliolafebbraio con1699 titoloLucrezia Camerlengo per 130000 ducati acquista il marchesato di Città Sant'Angelo per conto del figlio Francesco Figliola che trasformò il marchesato in ducato. In seguito venne ceduto ai Pinelli. Solo nel [[XVII secolo]] si conclude la ricostruzione vera e propria con il completamento di case e palazzi gentilizi della borghesia agraria. Questo è il motivo per l'attuale impianto "a fuso": esso si è costituito, man mano, grazie a successive espansioni ed aggregazioni dei nuclei abitativi precedenti, fino a formare un forte coagulo urbanistico determinando la sistemazione del centro storico così come ancora oggi lo vediamo. Detto impianto è attraversato da un lungo corso, intersecato da una serie di stradine e vicoli chiusi, denominati in dialetto locale 'li ruve', entro la cinta muraria e con le porte parzialmente conservate<ref>Cenni storici riportati sul [http://www.comune.cittasantangelo.pe.it/content.aspx?tipo=85 sito istituzionale di Città Sant'Angelo]</ref>. Nei secoli seguenti il paese rinacque fiorente nonostante diversi attacchi di [[Angioini]] e Spagnoli fino alla firma del [[Trattato di Aquisgrana (1748)|Trattato di Aquisgrana del 1748]] quando la città passò definitivamente sotto il [[Regno di Napoli]] fino all'[[Unità d'Italia]]. Nel marzo del 1814 Città Sant'Angelo unitamente ai comuni di [[Penne (Italia)|Penne]], [[Castiglione Messer Raimondo]] e [[Penna Sant'Andrea]] fu protagonisti delle prime sollevazioni della [[Carboneria]] del [[Risorgimento Italiano]].
[[File:Città SantAngelo San Michele 2.jpg|thumb|left|Veduta della Collegiata di San Michele Arcangelo]]