Luca Francesconi (compositore): differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m WPCleaner v1.38 - Disambigua corretto un collegamento - Ircam, rimanenti 1 - Tanglewood / Fixed using Wikipedia:Check Wikipedia (Caratteri di controllo Unicode - Sezioni con gerarchia errata) |
m . |
||
Riga 24:
== Formazione ==
''Dobbiamo ripensare a fondo e filtrare con decisione il potenziale ricchissimo elaborato prima di noi; ed utilizzarlo a fini espressivi''.<ref name="ReferenceA">Luca Francesconi, ''Les Esprits libres'', in AA.VV. La loi musicale – Ce que la lecture de l’histoire nous (dés)apprend, a cura di D. Cohen Levinas, Paris, L’Harmattan, 2000</ref>
Al Conservatorio di Milano riapproda nel 1974, mentre frequenta il liceo classico Berchet e batte il territorio musicale in lungo e in largo, interessato a ogni dimensione possibile del suono<ref name="Guido Barbieri 2007">Guido Barbieri, ''Francesconi, Luca'', Enciclopedia Italiana Treccani - VII Appendice (2007)</ref>.
Suona in gruppi jazz e rock, in concerti classici, incide dischi come session man, compone musica per teatro, cinema, pubblicità e televisione.
Sono esperienze gratificanti, anche dal punto di vista economico, ma non basta.
Riga 36:
=== A lezione da Karlheinz Stockhausen ===
''La montagna è davanti a noi e bisogna passarci attraverso, con enorme forza e pazienza. Non è sufficiente contemplarla né sgattaiolarle davanti per sentieri secondari, né tantomeno tornare indietro sostenendo che la montagna non c'è.''<ref
''Donnerstag aus Licht'' va in scena al Teatro alla Scala di Milano nel 1981. [[Stockhausen]] è un riferimento storico: Francesconi lo ammira per la straordinaria coerenza organizzativa, per la ricerca infaticabile di un'unità linguistica. Nella prima opera ne apprezza a fondo anche il lato visionario. Vuole vederlo lavorare e si iscrive al corso intensivo tenuto da Stockhausen a Roma in quello stesso anno.
“Da lui ho imparato il rigore, prima assumendolo per osmosi, poi smitizzandolo”.<ref>Ricciarda Belgiojoso, ''Note d'autore. A tu per tu con i compositori d'oggi'', Postmedia Books, 2013</ref>
=== Incontro e collaborazione con Luciano Berio ===
Riga 52:
Ne 1984 tre suoi pezzi, fra cui ''Passacaglia'', per grande orchestra, (1982), vengono selezionati per il Gaudeamus International Composers Award di Amsterdam. È la prima grande affermazione internazionale, che crea un legame costruttivo con l'ambiente musicale olandese, e il presupposto per ulteriori commissioni.
In Italia ha invece la possibilità di mettere seriamente in pratica per la prima volta la sua idea di “polifonia di linguaggi” grazie a una commissione del [[Teatro Lirico di Cagliari]]: Suite 1984.
''La polifonia che ho in mente non ha niente a che vedere con il "postmoderno" o il collage, il pastiche esotico, la provinciale chinoiserie dei nostri nonni (ma anche di Stockhausen o di certi gruppi pop). È piuttosto una libera fusione di idee in un corpo compatto e solidissimo linguisticamente che rivela nella profondità interna e non in una esteriore eterogeneità le sue profonde energie. Energie che vengono dalla terra, dalla cultura popolare, dalle antiche culture africane e orientali.''<ref
“Nel 1984 il Teatro Lirico di Cagliari propone il quartetto del pianista e compositore [[Franco D'Andrea]] con il gruppo Africa Djolé del master percussionist Fode Youla della Guinea. Le loro musiche dovevano essere riunite in forma sinfonica (Suite 1984) dal ventottenne Luca Francesconi per l'esecuzione dell'Orchestra del Teatro diretta dallo stesso Francesconi, fresco di studi severi, assistente di Luciano Berio e ‘allievo per il jazz di D'Andrea', come amava definirsi. Il concerto attirò da ogni dove gli esperti desiderosi di novità e di promettenti sincretismi fra civiltà musicali diverse, e fu un trionfo.”<ref name="ReferenceB">Franco Fayenz, ''Si chiude la ribalta della Scala per Quartett, antologia di soluzioni geniali'', Il Sole 24 ore, 8 maggio 2011
“Orchestra, percussionisti africani e quintetto jazz: già la scelta dell'organico contiene, in modo esplicito, il nucleo generativo di uno dei principali motori estetici della musica di Luca Francesconi: la tendenza ad accostare, seguendo le regole del contrasto e della fusione, suoni e linguaggi di matrice assai diversa<ref>Guido Barbieri, ''Francesconi, Luca'', Enciclopedia Italiana Treccani- VII Appendice (2007)</ref>.
=== 1984-1990 ===
Il primo disco, un vinile registrato negli Stati Uniti, contiene ''Viaggiatore insonne'', su testo di Sandro Penna. “L'atteggiamento di Francesconi come compositore è in effetti simile a quello di un viaggiatore instancabile, che esplora spazi linguistici in cerca dei loro confini sempre mobili, e conduce uno studio etologico per determinare i confini tra rumore e suono, tra istinto e ragione”.<ref name="modernmusix.com">Robert Coheur, ''A fuoco, 4° studio sulla memoria'', www.modernmusix.com</ref>
Il nuovo ''Vertige'', per orchestra d'archi, viene eseguito a Strasburgo. Compone diversi lavori per ensemble che saranno eseguiti a Cagliari (''Onda sonante'', per otto strumenti, commissionato dalla Nieuw Ensemble, direttore Ed Spanjaard, 1985), Parigi (''Tracce'', per flauto, 1986), Città di Castello (''Da capo'', per nove strumenti, 1988), Middelburg (''Finta-di-nulla'', per soprano e diciannove strumenti, testo di Umberto Fiori, Xenakis Ensemble, direttore Diego Masson, soprano Marie Duisit,1991), Bruxelles (''Encore/Da capo'', per 9 strumenti, Ictus Ensemble diretta dall'autore, 1995).
Riga 72:
''La cosa veramente difficile è scrivere lavori con una ricca e complessa articolazione di significati e di eventi; che siano cioè capaci di darsi una struttura di linguaggio, di essere un mondo ( Mahler!) ma la cui complessità sia in trasparenza.''<ref>Luca Francesconi, ''Les Esprits libres'', in AA.VV. ''La loi musicale – Ce que la lecture de l’histoire nous (dés)apprend'', a cura di D. Cohen Levinas, Paris, L’Harmattan, 2000</ref>
Per oboe e corno inglese o clarinetto e gruppo da camera (1986), costruisce la trama sonora intorno a note-cardine all'interno di un ordito formale rigoroso.<ref name="ReferenceC">Guido Barbieri, ''Francesconi, Luca'', Enciclopedia italiana Treccani, VII Appendice, 2007
È un'architettura che guida l'ascoltatore all'interno della composizione: la ricerca di una trasparenza compositiva (senza, mai tuttavia, scivolare nella semplicità; i mezzi lasciano inalterata la qualità del pensiero dell'autore), basata sull'energia pura, direttamente percepibile, senza la necessità di esibire i meccanismi sottostanti.<ref
Viene eseguito per la prima volta a Trento, Festival Musica '900, dall'Ensemble Musique Oblique diretta da Sandro Gorli; solista Diego Dini Ciacci.
Riga 82:
Per pianoforte solo, è il suo brano più jazz, in cui è più chiara la ricerca di un equilibrio sempre inquieto tra i materiali sonori, colti nella loro primitività, e il potere evocativo della Storia, a cui il compositore non si può sottrarre.
Nel brano si sovrappongono un ostinato ritmico nel registro grave, una serie di linee diatoniche ascendenti-discendenti e, infine, una sequenza di accordi martellati di quattro suoni.
In questo continuo 'attrito dei contrari' risiede il motore estetico della musica di F., nonché la carica di seduzione sonora delle sue opere.<ref
Impugnando la ‘pressione sematica' come un grimaldello, si spinge sempre più in là, verso le radici energetiche del suono.
Riga 97:
Composto nel 1991, per violino e otto strumenti, è il terzo studio sulla memoria.
Come molte sue opere, sviluppa la materia su molteplici livelli, seguendo percorsi labirintici, eppure le sue textures chiaramente delineate offrono all'ascoltatore riferimenti inconfondibili.<ref name="Beth E. Levy 2008">Beth E. Levy, ''Furious Craft'', 8 December 2008, Yerba Buena Center for the Arts Forum, Programma di sala, San Francisco Contemporary Music Players</ref>
Il solista stabilisce una vasta gamma di relazioni con la piccola orchestra (guidandola, lasciandosi guidare, contraddicendola, ignorandola, etc.) assumendo nel contempo varie posizioni. […] La complessità del contrappunto nasce dalla simultaneità delle varie posizioni.<ref
“Ci sono cose che ci richiamano altre cose, o che acquistano significato in relazione ad altre cose. Siamo sottoposti, in un certo senso, a un destino percettivo storicamente determinato. Che lo si voglia o meno. L'illusione della tabula rasa, della trasparenza pura, da sola non basta. Probabilmente è meglio tener conto di questo problema percettivo fin dall'inizio e considerarlo uno dei parametri compositivi”.<ref>Luca Francesconi, ''Complessità'', Milano 1989</ref>
La commissione è di [[Radio France]], la prima è a Parigi il 14 gennaio 1992: Asko Ensemble, direttore Denis Cohen, solista Irvine Arditti.
Riga 110:
Per questa commissione dell'Ircam, Francesconi analizza informaticamente i suoni e i loro comportamenti fino alla radice, all'etimo, per realizzare “uno dei corrispettivi musicali più convincenti e nello stesso tempo più impetuosi della scrittura di [[Baudelaire]], provando con chiarezza di padroneggiare con sicurezza l'insidioso rapporto tra parole e musica.”<ref>David Osmonde Smith, ‘''Un no man’s land fertile: Francesconi et le théâtre musical''’, in Programma di sala per Luca Francesconi, Ballata, Théâtre de la Monnaie, Brussels, October 2002.</ref>
Il pezzo è basato quasi tutto sulla poesia di Baudelaire ''Le Voyage'', di cui in due momenti si ascoltano declamati dalla soprano due frammenti chiave: “Dites, qu'avez-vous vu?” (Dite, cosa avete visto?). L'analisi al computer di questa frase è il dna che articola tutto il pezzo, dalla microstruttura alla macroforma.<ref
Il risultato è un organismo a più livelli che nei venticinque minuti di durata dispone il materiale di base (fonemi, particelle strumentali, trasformazione elettronica) e poi lo aggrega in strutture via via più complesse.
Tutto comincia con un quesito sull'origine del significato (in greco: “etymon“). Cosa c'è prima della parola e cosa modella il linguaggio? E infine, che cosa ci permette di trascendere il linguaggio? In principio c'è il pre-linguaggio, le sue premesse. “Etymo“, un'opera con grandi ali bianche, comincia nei primi balbettii del linguaggio, nei fonemi. Nulla di intelleggibile, alliterazioni che rotolano e scivolano (o fluttuano) e un'orchestra che pare sospesa, come se stesse aspettando. Queste particelle fonetiche e musicali si aggregano in una sovrapposizione contrappuntistica, per esplodere infine in un mare di profondità da cui le prime parole sorgono.<ref
Un esempio significativo di come Francesconi impieghi in modo magistrale l'elettronica per ampliare la gamma espressiva e il colore degli strumenti. La fisicità dell'esecuzione resta al centro della sua opera<ref
''A fuoco'' (1995) è il quarto studio sulla memoria; ''Animus'', per trombone e computer, (1996) viene eseguito a Parigi, mentre la London Sinphonietta porta ''Plot in fiction'' a Roma, a [[Conservatorio Santa Cecilia|Santa Cecilia]] (1996).
Riga 121:
Il 17 gennaio 2000 [[Riccardo Muti]] dirige ''Wanderer'' alla Scala di Milano.
“Questo viaggiatore è l'uomo che, dopo aver fatto l'inventario delle generazioni che l'hanno preceduto, prende con sé solo lo stretto necessario per imboccare la strada verso l'immensità degli spazi possibili. All'ingresso del nuovo millennio, Luca Francesconi si sbarazza del peso schiacciante della tradizione, specialmente quello generato dal serialismo e dai suoi adoratori. Dopo profonde ricerche sul tempo, sui tempi, verrebbe da dire, sul tessuto sonoro, Luca Francesconi esplora qui un tipo di linguaggio che favorisce la narrazione.<ref name="lamediatheque.be">Wanderer - Cobalt, Scarlet : two colours of dawn, http://www.lamediatheque.be/travers_sons/0103ag01.html</ref>
=== Cobalt, Scarlet: Two Colours of Dawn ===
Riga 127:
Il 2000 è anche l'anno di ''Cobalt, Scarlet: Two Colors of Dawn''. “Un unico movimento di ventitré minuti per grande orchestra divisa in gruppi paralleli, talvolta contrapposti, comincia con un pianissimo di bagliori metallici che si avvicendano dai due lati del palco. Poi altri strumenti a percussione, fiati e ottoni si aggiungono sommessamente sviluppando, trasformando piani di volume e colori. Ma è un improvviso accento metallico che scatta come una carica di profondità a riempire la sala non tanto di fragore quanto di presenza, di rapimento”.<ref>Chris Pasles, ''Old works and new shine equally bright'', Los Angeles Times, 22 novembre 2003</ref>
“Questa composizione segna una svolta nella carriera di Luca Francesconi che arricchisce la sua esplorazione al cuore della materia sonora con l'apporto della sua sensibilità, della sua emotività. La sua musica accede così a una dimensione aritistica più ampia, quella di un incontro armonioso della tecnica e della psicologia nel senso più ampio del termine.<ref
== Teatro musicale ==
Riga 144:
Il piano temporale è sdoppiato, in scena il vecchio marinaio racconta e lui stesso giovane appare in piena tempesta.
Diverse tecniche compositive si avvicendano, dal primo espressionismo in poi, integrate da altre esperienze, come la tradizione popolare folclorica.
“Luca Francesconi sviluppa una scrittura orchestrale inventiva, sensuale e seducente allo stesso tempo, integrando sapientemente le risorse elettroniche elaborate dall'Ircam. Ma, ancora di più, impiega con maestria l'ardente armamentario di una vocalità consumata e tutt'altro che consunta – dal parlare cantato brechtiano al madrigalismo monteverdiano, passando dalle songs dell'opera barocca inglese e tutti gli avatar del lirismo operistico italiano da Verdi a Berio, di cui è stato allievo.”<ref>Marie-Aude Roux, ''Ballata, drame syncretique de Francesconi'', Le Monde, 14 novembre 2002</ref>
=== Buffa opera ===
Riga 162:
Nel 2011 debutta alla Scala di Milano un'opera che sta girando il mondo, giunta ormai alla trentatreesima rappresentazione in tre diverse produzioni e in forma di concerto.
L'ottavo lavoro di teatro musicale di Luca Francesconi è una commissione congiunta del Teatro alla Scala, Wiener Festwochen e Ircam, si intitola ''Quartett'' e si basa su un testo di [[Heiner Müller]], a sua volta tratto da ''[[Le relazioni pericolose (romanzo)|Le relazioni pericolose]]'' di [[Choderlos de Laclos]].
Il titolo è in tedesco come nell'opera di Müller mentre il libretto è stato elaborato in inglese dal testo originale dal compositore stesso “Perché la lingua inglese, anche nelle sue forme più belle ed eleganti, è ormai una sorta di esperanto. Ed è quella che meglio si addice ai sincretismi di musica europea, jazz, folk, popular music, elettronica presenti non da oggi nelle mie partiture».<ref
L'opera ha un unico atto, tredici scene, per un'ora e venti minuti di durata complessiva.
Due soli personaggi in scena, piccola orchestra in buca, grande orchestra e coro fuori scena (e disponibili come registrazione effettuata alla Scala di Milano), elettronica (Studio Ircam, Serge Lemouton: suoni in tempo reale e preregistrati).
La messa in scena scaligera è affidata ad Alex Olle di [[La Fura dels Baus]], che concentra l'azione in una grande scatola sospesa sul palcoscenico a dodici metri d'altezza, proiettando sull'intera grandezza dello sfondo video che rimandano al mondo esterno.
Riga 173:
''Quartett'' è stata eseguita in forma di concerto alla Cité de la Musique a Parigi dall'Ensemble Intercontemporain (marzo 2013).
Una prima nuova produzione è andata in scena a Porto e a Strasburgo, sempre con Allison Cook e Robin Adams, ma per la regia, scenografia e costumi di Nuno Carinhas, le luci di Nuno Meira, con Remix Ensemble diretta da Brad Lubman
(Casa da Musica di Porto, 24 settembre 2013 e Festival Musica di Strasburgo 28 settembre 2013).
L'opera è stata prodotta nuovamente a Londra, dalla Royal Opera House in coproduzione con l'Opéra di Rouen e la London Sinfonietta, dal 18 al 28 giugno 2014, per la regia di John Fulljames. Due cast si sono alternati per dieci recite (Leigh Melrose and Kirstin Chávez, Mark Stone, Angelica Voje) sulle strutture metalliche di un bunker post atomico ideati da Soutra Gilmour con le luci di Bruno Poet e i video di Ravi Deepres proiettati su teli laceri calati dall'alto nell'atmosfera raccolta del Linbury Studio. Sotto le strutture, luci calde e soffuse illuminavano la London Sinfonietta, diretta da Andrew Gourlay.
Nel 2015 l'Opera di Malmö presenterà la quarta produzione per la regia di Stefan Johansson, scenografia di Jan Lundberg. Malena Ernman è la marchesa di Merteuil e Christian Miedl il visconte di Valmont; il direttore è Ralf Kircher.
Riga 233:
Risalgono all'anno 2000 due importanti esperienze.
Il Piccolo teatro di Milano gli commissiona la musica per la pièce di [[Calderón de la Barca]] ''La vida es sueño'', per la regia di [[Luca Ronconi]], che proprio quell'anno prendeva il posto di [[Giorgio Strehler]] alla direzione del teatro.
Firma le musiche del film di Paolo Rosa ''Il mnemonista'', produzione di [[Studio Azzurro]].
Riga 350:
#''Tracce'' Pierre-YvesArtaud TREAVERSIERES (1995)
#''Terzo quartetto – Riti Neurali - Plot in fiction - Richiami II''Asko Ensemble - Irvine Arditti – Direttori: [[Guido Maria Guida]], Jonathan Nott, David Porceljin ARDITTI EDITION/AUVIDIS (1996)
#''Ballata del rovescio del mondo'' (Prix Italia 1994) – Voci – Respiro - Solisti: Luisa Castellani, Nicholas Isherwood, Paolo Bessegato, IrvineArditti, Michele Lomuto -AGON - RICORDI /RICORDI OGGI [tel:7432140
#''Encore/Da Capo – Mambo – Plot in Fiction – Attesa – Charlie Chan'' Ictus Ensemble – Jean-Luc Plouvier, pf. - Jean-Paul DeClerck, viola, Direttore:Georges-Elie Octors MEGADISC Bruxelles (1997)
#''Tracce'' Rocco Parisi, cl.basso TAU KAY (1999)
|