Utente:MartaMolinari/Sandbox: differenze tra le versioni

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Alcuni studiosi hanno sottolineato il valore storico di quest'opera. Il traduttore e orientalista britannico [[Arthur Waley]] ha definito ''Le Note del guanciale'' "il documento più importante del periodo che possediamo"<ref name=":5">{{Cita libro|autore=Arthur Waley (translator)|titolo=The pillow-book|anno=1928|editore=Allen & Unwin|città=London|lingua=inglese|p=|pp=|OCLC=639844118|ISBN=}}</ref>, ritenendolo una fonte estremamente ricca di informazioni sul contesto sociale e sulla vita culturale e artistica dell'epoca Heian.
 
Il periodo in cui si colloca il libro corrisponde all'ascesa al potere di [[Fujiwara no Michinaga]], seguita alla morte del padre dell'imperatrice Teishi [[Fujiwara no Michitaka]] nel 1995. Durante questi anni l'influenza di Teishi e della sua cerchia sono in progressivo declino<ref>{{Cita libro|autore=Shively, Donald|autore2=McCullough, William H.|titolo=The Cambridge History of Japan. Vol. 2: Heian Japan|anno=1999|editore=Cambridge UP|città=|p=|pp=|ISBN=The Cambridge History of Japan}}</ref>. Ne ''Le note del guanciale'' non compare traccia del conflitto in atto, mentre grande spazio viene assegnato alla descrizione delle glorie di corte e del mecenatismo dell'imperatrice. Il tono del libro è inoltre sempre piuttosto allegro e scanzonato, in contrasto con quello lamentoso prevalente in altre opere del periodo Heian.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Gergana Ivanova|titolo=Women's In-jokes in Heian Japan: Makura no soshi|rivista=|volume=|numero=|pp=1-16|lingua=inglese|url=https://www.tru.ca/jsac2006/pdf/jsac2006_proceedings_ivanova_g_manuscript.Pdf}}</ref> <ref name=":7" />
 
Nel considerare diversi aspetti, fra cui quello della fedeltà storica - il libro presenterebbe alcune lacune ed omissioni, specie se confrontato con altre opere dello stesso periodo ([[Eiga monogatari]], Okagami) - alcuni studiosi hanno proposto una diversa strategia di lettura <ref name=":7" /><ref>-"Diari di dame di corte nell'antico Giappone" (Torino : Einaudi, 1970 ). A cura di Giorgia Valensin.
-"Diari di dame di corte nell'antico Giappone" (Torino : Einaudi, 1970 ). A cura di Giorgia Valensin.
</ref>. Il fine de ''Le note del Guanciale'' starebbe nella costruzione deliberatamente perseguita dall'autrice, di un’immagine idilliaca ed armoniosa del microcosmo di corte dell'imperatrice Teishi, sua protettrice<ref name=":6">{{Cita pubblicazione|autore=Naomi Fukumori|data=1997|titolo=Sei Shônagon's Makura No Sôshi: A Re-Visionary History|rivista=The Journal of the Association of Teachers of Japanese|volume=31|numero=1|lingua=inglese}}</ref><ref name=":7">{{Cita libro|autore=Mitamura Masako|titolo=Makura no sōshi: Hyō gen no ronri|anno=1995|editore=Yuseido Shuppan|città=Tokyo|lingua=inglese|p=|pp=|ISBN=}}</ref>. La lealtà e l'ammirazione nei confronti di quest'ultima renderebbero l'opera "un racconto di finzione del passato", una ri-presentazione storica<ref name=":6" />, un ritratto immutabile degli splendori della corte. A sostegno di questa interpretazione, dal punto di vista stilistico e narrativo vengono indicati l'uso funzionale del tempo presente e dell'aggettivo ''okashi'', volto a rafforzare il tono scanzonato e di festa, e la descrizione selettiva degli eventi narrati.
 
Sei Shanagon avrebbe eliminato e dimenticato di menzionare le calamità che si stavano abbattendo sul paese: incendi (come quello del palazzo di ''Michitaka'', padre dell’imperatrice ''Sadako'' nel terzo mese del 993), epidemie ( come quella di vaiolo che contagiò l’imperatore nell’ottavo mese del 993), lotte fratricide ( ad esempio gli scontri fra i seguaci di ''Michinaga'', fratello del defunto ''Michitaka,'' e quelli del giovane ''Takei'', fratello dell’Imperatrice dell'ottavo mese del 995), l'incendio del palazzo che ospitava l'Imperatrice (sesto mese del 996), il terremoto che toccò la capitale (quinto mese del 997), il tifone (ottavo mese del 998) e altri eventi appartenenti all'ottavo mese dell'anno mille, un anno cupo per il paese, in cui non sembra essere particolarmente coinvolta.
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Il dibattito scientifico nell'ultimo secolo si è concentrato soprattutto sulla questione dell'organizzazione del testo. Il testo originale di ''Le Note del guanciale'' è scomparso prima della fine del periodo Heian<ref name=":4">{{Cita libro|autore=Ikeda Kikan|titolo=Kenkyū Makura no sōshi|anno=1963|editore=Shibundō|città=Tokyo|lingua=giapponese|p=|pp=30-31|capitolo=Makura no sōshi no genkei to sono seiritsu nendai|OCLC=22981588|ISBN=}}</ref>, e nei secoli successivi sono state numerose le versioni circolate e le modifiche apportate da parte di singoli copisti, influenzati dalle diverse tendenze letterarie del tempo.
 
Il classicista Ikeda Kikan (1896-1956) ha proposto per primo proposto una classificazione delle diverse tradizioni testuali esistenti, individuando 4 principali versioni<ref>Le quattro versioni sarebberosono le seguenti: ''Den Noin Hoshi Shojihon'' (伝能因所持本, nota anche come il ''Nōinbon;'' la più antica copia esistente è la cinquecentesca Yusai Jihitsubon); ''Antei Ninen Okugakibon'' (noto安貞二年奥書本, nota come Sangenbon,; la prima copia esistente è dal 1647), ''Maedabon'' (前田家本, la più antica versione esistente risalenterisale alla metà del m13.XIII secolo), e ''Sakaibon'' (堺本, la prima copia dalè del 1570). Sulla Lebase delle loro caratteristiche formali, le prime due vengono descritte come ''zassanteki'' (雑纂的 "Varievarie", "miste"), le ultime due come ''bunruiteki'' (分類 "classificate", "raggruppate"). Cfr. Ivan Morris, ''The Pillow Book of Sei Shonagon'', Vol. 1, New York, Columbia University Press, 1967, p. xvi</ref>, raggruppate successivamentein daglidue studiosicategorie nelledifferenziate duesulla base delle loro caratteristiche formali (famiglie Nōinbon 能因本 e Sankanbon 三巻本 ?). Esse si differenziano principalmente per l'ordine assegnato ai diversi frammenti di cui è composto il testo: struttura mista e casuale nel caso delle versione Nōinbon, in cui anche le sezioni databili non sono state disposte in ordine cronologico; riarrangiamento delle sezioni, organizzate in raggruppamenti (Liste, Diari, Brevi saggi) nella versione Sankanbon.
 
Studiosi come Ikeda Kikan <ref name=":4" />, Watsuji Tetsuro e Haduo Shirane ritengono che illo testostile Sankanbonordinato sia da ritenersi ilquello più attendibile (Sankanbon?), per altri invece la struttura originaria del testo sarebbe quella "casuale"<ref>Per una sintesi del dibattito in Giappone sulla struttura testuale del Makura no Soshi e l'indicazione delle posizioni assunte e dei contributi offerti degli studiosi, cfr. Sebbene Mark ancoraMorris, oggi''“Sei Shonagon’s Poetic Catalogues''”, Harvard Journal of Asiatic Studies, Vol. 40: 1, June 1980.</ref>. Sebbene non sisia ancora possastato stabilirestabilito in termini definitivi quale sia ilun testo standard, gli studiosi nelle istuzioniistituzioni accademiche in Giappone usanoviene usato maggiormente il Sankanbon come testo base per la ricerca. <ref name=":6" />.
 
I lettori di lingua inglese hanno conosciuto ''Makura no soshi'' attraverso due traduzioni: quella di [[Arthur Waley]] (1928)<ref name=":5" />, che si è avvalso di un testo Nōinbon e ha tradotto solo una parte del libro, e quella - 40 anni dopo - di Ivan Morris (1967)<ref name=":0" />, che non ha seguito un'unica linea testuale ma ha utilizzato entrambe le versioni, creando in un certo senso una propria interpretazione di ''Makura no soshi.'' <ref>{{Cita libro|autore=Gergana Ivanova|titolo=Textual variations of Sei Shonagon's "Makura no soshi": Perception of the text and the narratorial voice.|anno=2006|editore=University of Toronto|città=|lingua=inglese|p=|pp=|ISBN=9780494211113}}</ref>