Nessuno scrive al colonnello: differenze tra le versioni
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==Trama==
La storia è ambientata nel 1956 in una cittadina indeterminata della [[Colombia]] che potrebbe essere ispirata a [[Sucre (Sucre)|Sucre]], città in cui l'autore soggiornò in diverse occasioni.<ref name=campra>Rosalba Campra, note a {{cita libro|autore=Gabriel García Márquez|titolo=Opere narrative|editore=Meridiani Mondadori|altri=Traduzione di Angelo Morino|ISBN=88-04-55136-4|anno=1987|p=990}}</ref> Il protagonista è un anziano ex colonnello dell'esercito liberale, sconfitto nella [[guerra dei mille giorni]], che vive in ristrettezze economiche insieme alla moglie. Il colonnello si prepara per partecipare a un funerale; uscito di casa incontra don Sabas, unico dirigente del partito liberale sfuggito alle persecuzioni della dittatura, che è anche padrino di Agustín, il defunto figlio del colonnello. Il figlio è stato ucciso nove mesi fa al combattimento dei galli per aver distribuito stampa clandestina.
Ogni venerdì il colonnello si reca all'ufficio postale. 15 anni fa ha presentato richiesta per la pensione dei reduci di guerra che spetta, secondo gli accordi, anche ai 200 ufficiali liberali che capitolarono nell'[[Guerra dei mille giorni#I Trattati di Pace|armistizio di Neerlandia]], ponendo fine alla guerra civile. In quell'occasione, in quanto tesoriere dell'esercito sconfitto, aveva consegnato la cassa al colonnello Aureliano Buendía, intendente generale del litorale atlantico. Il colonnello si reca dal proprio avvocato per revocargli l'incarico, dal momento che non è ancora riuscito a fargli avere la pensione. Per sopravvivere, d'accordo con la moglie, continua a vendere i mobili di casa; spesso si toglie il cibo di bocca per alimentare il gallo da combattimento lasciato dal figlio, non solo per preservarne il ricordo ma anche nella speranza che vinca ai combattimenti che avranno luogo in primavera. Quando lo scoprono, i compagni di Agustín si incaricano di nutrire l'animale a loro spese.▼
Don Sabas assicura al colonnello che, se vuole, può vendere il gallo per 900 pesos, la moglie è favorevole; però arrivati al dunque gliene offre 400 di cui 60 come anticipo. Probabilmente ci guadagnerà il doppio rivendendolo, secondo il medico don Sabas ha fatto i soldi riacquistando i beni dei compagni di partito proscritti. Il colonnello intasca l'anticipo poi ci ripensa, malgrado la moglie. Sono iniziati gli allenamenti dei galli, i compagni di Agustín premono perché il gallo scenda nell'arena. La sua fede nell'imminente arrivo della pensione rimane incrollabile.▼
▲Il colonnello si reca dal proprio avvocato per revocargli l'incarico, dal momento che non è ancora riuscito a fargli avere la pensione. Per sopravvivere, d'accordo con la moglie, continua a vendere i mobili di casa; spesso si toglie il cibo di bocca per alimentare il gallo da combattimento lasciato dal figlio, non solo per preservarne il ricordo ma anche nella speranza che vinca ai combattimenti che avranno luogo in primavera. Quando lo scoprono, i compagni di Agustín si incaricano di nutrire l'animale a loro spese.
▲Don Sabas assicura al colonnello che, se vuole, può vendere il gallo per 900 pesos, la moglie è favorevole; però arrivati al dunque gliene offre 400 di cui 60 come anticipo. Probabilmente ci guadagnerà il doppio rivendendolo, secondo il medico don Sabas ha fatto i soldi riacquistando i beni dei compagni di partito proscritti.
==Critica==
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Dopo essere transitato come corrispondente da Ginevra e Roma (qui si era iscritto al [[Centro sperimentale di cinematografia]]), si era stabilito nella capitale francese, dove iniziò a scrivere nel 1956 il romanzo ''[[La mala ora]]'', del quale ''Nessuno scrive al colonnello'', che giungerà prima alla pubblicazione, nasce come una costola, sotto forma di episodio che si sviluppa autonomamente.<ref name=campra/>
La prima edizione risale al 1959 sulla rivista bimestrale di cultura ''Mito'' ([[
Rispetto ai racconti precedenti, in ''Nessuno scrive al colonnello'' il naturalismo è temperato da un umorismo cinico e dalla proliferazione di una serie di simboli come il gallo, l’attesa della posta, la fame.<ref>Dario Puccini, introduzione a {{Cita libro|autore=Gabriel García Márquez |altri = traduzione di Enrico Cicogna |titolo = I funerali della Mamá Grande |anno = 1988
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