Finanza etica: differenze tra le versioni
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I [[Fondi comuni di investimento|fondi]] etici sono peculiari di mercati molto evoluti come quelli anglosassoni, dove l'offerta è amplissima e può soddisfare un grande spettro di richieste etico-morali. Esistono inoltre fondi detti impropriamente "etici" che pur non facendo selezione sui titoli devolvono in beneficenza parte degli utili.<ref>Si veda anche Capriglione F. (1997) "Etica della finanza e finanza etica", Laterza, Bari.</ref>
Oggi sempre più [[banca|istituti finanziari]] offrono prodotti di investimento i cui fondi sono destinati a questi scopi. Uno degli strumenti utilizzati per la selezione del beneficiario dell'investimento è lo ''Ethical Screening'' (''selezione etica'' in [[lingua italiana|italiano]]), cioè la pratica di includere o escludere dei [[titolo (finanza)|titoli]] da un [[portafoglio (finanza)|portafoglio]] o un [[fondo pensione]] sulla base di giudizi etici sulle attività da esso svolte. A supporto di questa attività di "screening" è da segnalare la proliferazione di organizzazioni indipendenti che si occupano di assegnare alle imprese "rating etici", in funzione dell'attenzione che tali imprese dedicano alle ricadute o esternalità negative del proprio operato.
Questa criterio di investimento nacque negli [[anni 1920|anni venti]] del secolo scorso in [[Stati Uniti d'America|America]] quando la [[Chiesa Metodista]] decise di non proibire più ai suoi fedeli l'accesso alla borsa, a condizione che il denaro non finisse nell'industria dell'alcol o delle scommesse. In [[Italia]] giunse alla fine degli [[anni 1970|anni settanta]], con la costituzione delle [[Mutua autogestione|mutue di autogestione]] (MAG).
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