Minimalismo: differenze tra le versioni
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La '''minimal art''' è la principale tendenza che negli [[Anni 1960|anni sessanta]] fu protagonista del radicale cambiamento del clima artistico, caratterizzata da un processo di riduzione della realtà, dall'antiespressività, dall'impersonalità, dalla freddezza emozionale, dall'enfasi sull'oggettualità e fisicità dell'opera, dalla riduzione alle strutture elementari geometriche.
Il termine fu coniato nel [[1965]] dal [[Filosofia dell'arte|filosofo dell'arte]] [[Regno Unito|inglese]] [[Richard Wollheim]] nell'articolo intitolato, appunto, ''Minimal Art'', all'interno della rivista ''Arts Magazine''. Egli parla di "riduzione minimale", ma nel senso del contenuto artistico, relativamente a lavori dove entrano in gioco oggetti al limite indistinguibili dalla realtà quotidiana, oppure forme ed immagini con valenze anonime e impersonali, citando da un lato i ''[[ready made]]'' di [[Duchamp]], che sono un punto di riferimento fondamentale per quello che riguarda la componente concettuale di ogni operazione riduzionista, e dall'altro [[Ad Reinhardt|Reinhardt]]
== Il minimalismo nelle arti plastiche ==
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