Festività nell'antica Grecia: differenze tra le versioni

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!colspan="3"|Estate (Θέρος)||Feste ed eventi religiosi
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|'''1'''||Ecatombeone '''''Hekatombaión''''' (Ἑκατομϐαιών)||luglio-agosto||[[File:Greek vase with runners at the panathenaic games 530 bC.jpg|thumb|[[File:Panathenaic amphora BM B610.jpg|right|75px]]<br> Anfora panatenaica in cui è illustrata la gara di corsa delle feste Panatenee del 530 a.C. Queste anfore contenevano l'olio sacro, proveniente dagli uliveti sacri, premio per il vincitore. Un lato dell'anfora illustra la gara, nell'altro è disegnata l'effige della dea Atena ''Polias'' (Πολιάς, Protettrice della città), a cui è dedicata la festività.]] Primo mese che si avvia dal solstizio d'estate. Prende il nome dalla festa di Apollo, celebrata il 7º giorno, in cui veniva offerta un'ecatombe (ἑκατόμϐη) in onore del Dio. Il 12°º giorno venivano festeggiate le "'''Kronia'''" (Κρόνια) quando gli schiavi e i loro padroni banchettavano insieme in ricordo del periodo aureo di Kronos, quando gli uomini non faticavano per ottenere il cibo e l'eguaglianza era diffusa sulla terra. Il 16º giorno venivano celebrate le "'''Sinècie'''" (Συνοικία) in ricordo dell'opera fondativa di Teseo (Θησεύς), originata dal sinecismo. Dal 21º giorno sia avviavano le celebrazioni delle "'''Panatenee'''" (Παναθήναια), la festa più importante in Atene in onore di Atena ''Polias'' (Πολιάς, Protettrice della città). A partire dal 566 a.C. le Panatenee furono distinte in "Grandi", con cadenza quadriennale, e "Piccole" con cadenza biennale. Le feste "Panatenee", la cui istituzione era attribuita a Erittonio o a Teseo, duravano nove giorni: nei primi tre si celebravano gli agoni musicali e letterari, seguivano tre giorni di gare ginniche e di gare di corse con i cavalli, i vincitori di questi agoni ricevevano un numero variabile di anfore (si poteva vincerne anche cento) colme di olio proveniente dagli uliveti sacri, con l'effigie da una parte della Dea e dell'altra una rappresentante l'attività della gara; al settimo giorno si eseguivano le danze pirriche (πυρρίχη) che simulavano ritmicamente, al suono dei flauti, un attacco in armi, quindi si svolgeva una lampadedromia (λαμπαδηδρομία), ovvero una gara di corsa con le torce che terminava con la veglia notturna (παννυχίς) nella quale si eseguivano canti e danze; all'alba dell'ottavo giorno si muoveva l'imponente processione cittadina che dal Ceràmico saliva verso l'Acropoli, recando il nuovo peplo, ricamato dalle nobili fanciulle ateniesi (ἐργαστῖξαι), da far indossare alla statua della Dea, processione che terminava con un grande sacrificio di oltre cento bestie, tra buoi e pecore, la cui carne era distribuita alla cittadinanza; il nono e ultimo giorno era dedicato a una gara navale. Il mese di ''Hekatombaión'' è presente anche nei calendari di Delo, Nasso e Smirne.
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|'''2'''||Metagitnione '''''Metageitnión''''' (Μεταγειτνιών)||agosto-settembre||Era il mese in cui si inaugurava l'anno finanziario (con le rendicontazioni) e terminava l'anno militare. In questo mese si celebravano le "'''Metagìtnie'''" (Μεταγείτνια) in onore di Apollo Metagìtnio (Μεταγείτνιος), una festa per propiziare l'unione delle comunità. Le "'''Eleusìnie'''" (Έλευσίνια), in onore di Demetra e che vanno distinte dai "Misteri eleusini", venivano celebrate, le "Grandi" ogni quattro anni, mentre le "Piccole" ogni due. Esse consistevano in agoni il cui premio veniva corrisposto in grano. Il mese di ''Metageitnión'' è presente anche nei calendari di Delo, Èfeso, Samo e Mileto.
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!colspan="3"|Autunno (Φθινόπωρον)||
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|'''4'''||Pianepsione '''''Pyanopsión''''' (Πυανεψιών)||ottobre-novembre||[[File:Kylix Theseus Aison MNA Inv11365 n1.jpg|thumb|Interno di una ''kylix'' (κύλιξ; "coppa") risalente al V secolo a.C. e conservata al Museo archeologico nazionale di Madrid. In questa immagine l'eroe Teseo è di fronte al Minotauro sconfitto, alla sua sinistra lo osserva la dea Atena, divinità poliade della città di Atene. Teseo (Θησεύς) è già menzionato nell'<nowiki></nowiki>''Iliade'' <ref>I, 265.</ref> anche se il testo potrebbe essere interpolato; è comunque presente nell'<nowiki></nowiki>''Odissea''<ref>XI, 322</ref>. Mitico re e legislatore di Atene, Teseo è figlio di Etra e di Egeo (o Posidone), vissuto una generazione prima di quella che partecipò alla distruzione di Troia. Nell'immagine, Teseo ha appena ucciso il Minotauro (Μινώταυρος), il mostro con la testa di toro e il corpo di uomo, frutto dell'unione tra Pasifae (Πασιϕάη), figlia del dio Helios e moglie del re di Creta, Minosse (Μίνως), questi figlio di Zeus e della fanciulla fenicia Europa<ref>Cfr. ad es. Diodoro Siculo V, 84.</ref>, e il Toro divino<ref>Igino, ''Miti'', 40.</ref> che Posidone donò a Minosse affinché gli venisse sacrificato<ref>Callimaco, ''Inno a Zeus'', 47.</ref>. Al Minotauro venivano consegnati i sette giovinetti e le sette fanciulle ateniesi, pegno del riscatto imposto da Minosse che aveva sconfitto la città di Atene a seguito dell'uccisione da parte degli Ateniesi di suo figlio Androgeo (Ανδρόγεως). Sarà Teseo, con l'aiuto della figlia di Minosse, Arianna (Αριάδνη), a uccidere il mostro e a liberare i giovani<ref>Cfr. ad es. Plutarco ''Vita di Teseo''.</ref>.]]Era il mese della vendemmia. In questo mese, il 7º giorno, si celebravano, susseguendosi, due festività religiose: le "'''Pianèpsie'''" (Πυανέψια), quando si cuocevano, in adempimento al voto fatto da Teseo ad Apollo, le fave insieme ad altri legumi in ricordo del cibo consumato dai fanciulli ateniesi appena sbarcati in Attica, sani e salvi con l'eroe di ritorno da Creta; e le "'''Oscoforie'''" (ὀσχοϕόρια), sempre in ricordo dell'avventura cretese dell'eroe Teseo, consistenti dapprima in un corteo sacro che muoveva dal santuario di Dioniso in Atene fino al santuario di Atena Scìrade al Falèro (Φάληρον, il porto della città) e quindi in una gara di corsa tra venti ragazzi, due per ogni tribù. Dal 6º al 9º giorno, con il culmine l'8º giorno, venivano celebrate le "'''Tesee'''" (Θήσεια), festività antiche ma che acquisirono particolare importanza a partire dal 475 a.C. quando Cimone, a seguito di un oracolo, riportò ad Atene da Sciro le presunte spoglie di Teseo: queste festività consistevano in agoni di lotta e di corse di cavalli e, infine, in un grande sacrificio a beneficio soprattutto dei cittadini più poveri. Le "'''Tesmoforie'''" (Θεσμοϕόρια), le importanti feste panelleniche, si celebravano dall'11º al 13º giorno in onore di Demetra Tesmofora (Θεσμοϕόρος "legislatrice", in quanto fondatrice dell'agricoltura e della famiglia). Questa antica festa della fecondità, celebrata nell'imminenza della semina del grano, riguardava essenzialmente le donne di condizione libera e sposate e si esprimeva in tre momenti: nel primo giorno (detto ῎Ανοδος "salita") le donne, le ''thesmophoriazousai'' (Θεσμοφοριάζουσαι), che si erano già raccolte nel demo di Alimunte dove avevano vegliato l'intera notte, salivano al santuario di Demetra Tesmofora situato sulla collina della Pnice; nel secondo giorno (Νηστεία "Digiuno") digiunavano accampate in uno speciale recinto lamentando la scomparsa di Persefone e mescolando le sementi con i resti putridi dei porcellini sacrificati (forse durante le Scire) e con oggetti "misterici" (''àrreta''), forse figurine di falli o serpenti in pasta di farina; nel terzo giorno (Καλλιγένεια "Felice generazione") celebravano i sacrifici e i conseguenti banchetti, invocando la Dea affinché garantisse una numerosa e sana prole. Le "'''Apatùrie'''" (Απατούρια), la festa di coloro che possedevano il medesimo "capostipite", era il modo di celebrare l'iscrizione degli efèbi alla propria fratria (φρατρία). Di origine ionica, ed erede dei riti di iniziazione protostorici diffusi in tutta le Grecia, questa festa si celebrava dall'11º al 13º giorno, periodo in cui la navigazione veniva sospesa: il primo giorno detto "Dorpia" (Δορπία, "cena") i membri di ogni fratria si riunivano la sera per banchettare insieme; il secondo giorno, detto "Anarrusi" (ἀνάρρυσις, "sacrificio") si eseguivano dei sacrifici in onore di Zeus ''Phràtrios'' Atena ''Phratrìa'' e Apollo ''Patròos''; il terzo giorno detto "Cureotide" (Κουρεῶτις, da ''kûros'', "ragazzo" o da ''kurèo'', "taglio"), i capifamiglia presentavano alle proprie fratrie i nuovi membri per la loro iscrizione, sia quando questi nascevano (la loro registrazione doveva tuttavia essere approvata dalla fratria), sia quando raggiungevano l'età della efèbia (sacrificio forse detto ''kureotis''), sia quando, con il matrimonio, la sposa entrava a far parte della fratria del proprio sposo (sacrificio forse detto ''gamèlia''). In questa circostanza i fanciulli donavano ad Artemide una parte dei loro capelli. Le "'''Efèstie'''" (Ηϕαιστία), le feste in onore di Efesto (Ἥφαιστος) si celebravano, forse, il 28º giorno ed erano penteteriche (πεντετηρικός) ovvero si celebravano ogni cinque anni. Attestate a partire dalla fine del V secolo a.C. consistevano in una lampadedromia (λαμπαδηδρομία), una gara di corsa con le torce a squadre, e in agoni musicali.
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|'''5'''||Maimacterione '''''Maimakterión''''' (Μαιμακτηριών)||novembre-dicembre||In questo mese, intorno al 20º giorno, venivano celebrate le feste in onore di Zeus ''Maimáktes'' (Μαιμάκτης, Impetuoso).
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|'''8'''||Antesterione '''''Anthestérion''''' (Ἀνθεστηριών)||febbraio-marzo||[[File:Greek - Red-Figure Chous with Eros - Walters 48206.jpg|thumb| Piccolo ''chous'' (χους), il boccale per il vino, dono a un ragazzo durante le Antesterie (Ἀνθεστήρια), la festa religiosa che ad Atene celebrava il vino nuovo. Il ''chous'' raffigura un Eros bimbo che corre, trascindando un piccolo carro.]]In questo mese, dall'11º al 13º giorno, si tenevano le "'''Antesterie'''" (Ἀνθεστήρια), un'antica festa che in cui si celebrava il "vino nuovo" e si evocavano gli antenati. Il primo giorno, indicato come Πιθοιγία ("apertura dei πίθοι, ''phìtoi''", le giare di terracotta in cui si manteneva il vino, οἶνος), si inneggiava a Dioniso con un corteo che portava l'offerta del "vino nuovo" al santuario del Dio appellato come Λιμναιος ("Dioniso della palude"). Il secondo giorno, indicato come Χόες (boccali panciuti), il santuario di Dioniso ''Limnaios'' veniva aperto (era l'unico giorno in cui questo santuario risultava aperto) e la sua immagine veniva introdotta in città per mezzo di un carro e quindi si procedeva al suo matrimonio sacro (ἱερὸς γάμος) con la sposa (βασίλισσα) dell'arconte ''basilèus'' (Ἄρχων Βασιλεύς), cui seguivano delle bevute collettive, indossando anche delle maschere, da boccali della portata di oltre due litri sotto forma di gare in cui era proibito parlare e vinceva chi li svuotava per primo. Anche se festoso, questo giorno, il 12 di ''Anthestérion'' (come gli altri giorni iniziava al tramonto e terminava al tramonto), restava un giorno di contaminazione (ἡμέρα μιαρά) con la morte: tutti i santuari erano chiusi, si spalmava la pece sugli ingressi e si acquistava un ramo di biancospino per tenere lontani gli "spiriti" degli antenati che potevano penetrare nelle abitazioni<ref>Questo legame di una festa del vino con il mondo degli "spiriti" e della morte è collegato da Walter Burkert (''La religione greca'', pp. 437 e sgg.) al legame, antico, tra sangue e vino e al mito di Icario (Ἰκάριος) il quale avendo appreso da Dioniso l'arte della coltivazione della vite e della preparazione del vino, verrà ucciso da alcuni pastori a cui lo aveva offerto e che, assaggiatolo, lo scambiarono per veleno.</ref>. Il terzo ed ultimo giorno era quello delle Χύτροι (Pentole), quando si cuocevano i cereali con il miele e si sacrificava a Ermes ''Chthonios '' (Χθόνιος) e ''Psychompos'' (Ψυχοπομπóς), allontanando così gli "spiriti" che avevano invaso la città. In questo mese, nella località di Agra (sobborgo di Atene), venivano eseguiti anche i "Piccoli Misteri" di Eleusi. Collegati al mito eziologico della purificazione di Eracle dopo che questi ebbe ucciso i Centauri, i "Piccoli Misteri" consistevano in digiuni e purificazioni guidati da un mistagogo (μυσταγωγός) ed eseguiti preliminarmente alla celebrazione dei Grandi Misteri di Eleusi.
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|'''9'''||Elafebolione '''''Elaphebólion''''' (Ἑλαφηϐολιών)||marzo-aprile||Questo è il mese delle feste "'''Elafebòlie'''" (Ελαϕηβόλια) quando si celebrava Artemide ''Elaphebólos'' (Ἐλαϕηβόλος, "Cacciatrice di cervi"), festa anche in Iampoli (Υάμπολις, nella Focide)<ref>IG IX, 90, 3.</ref>. In questo mese, a partire dal 9º giorno e per la durata di quattro giorni, si festeggiavano le "'''Grandi Dionisie'''" (Διονύσια) (anche Dionisie cittadine), che dopo le Panatenee risultavano la più importante festa ateniese e che consistevano in un imponente corteo aperto da giovani vergini e in agoni poetici e teatrali. Le Grandi Dionisie onoravano Dioniso ''Eleuthereus'' (Ελευθέριος), culto introdotto ad Atene dopo l'annessione della città di Eleutere. Il 7° o l'8º giorno del mese, la statua lignea del Dio veniva condotta in un santuario presso l'Accademia per poi essere reintrodotta ad Atene con un corteo notturno alla luce delle fiaccole, questo per ricordare l'introduzione del suo culto nella città. Il 9 di ''Elaphebólion'' un imponente corteo sacro, consistente anche in "falloforie", introduceva nel santuario del Dio le vittime per i sacrifici e i coreghi (χορηγός ovvero i responsabili della ''coregia'', χορηγία, quella liturgia consistente nel finanziamento e nell'organizzazione della varie rappresentazioni ditirambiche e teatrali sacre e dei loro sacri agoni) incoronati e vestiti di porpora. Il primo giorno avevano luogo le esecuzioni ditirambiche, nei successivi tre giorni quelle teatrali (consistenti in tre tragedie e in una commedia).
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!colspan="3"|Primavera (Ἔαρ)||
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|'''11'''||Targelione '''''Thargelión''''' (Θαργηλιών)||maggio-giugno||In questo mese, il 6º e il 7º giorno, si celebravano le "'''Targelie'''" (θαργήλια), feste in onore di Apollo quando due uomini, uno in rappresentanza degli uomini e un altro in rappresentanza delle donne, assumevano su di sé tutte le colpe dei cittadini (acquisendo così lo stato di φαρμακός, uomo "magico") e quindi venivano condotti in corteo per la città e percossi, forse sui genitali, lungo il percorso con rami di albero di fico o porri e quindi espulsi come empi. Nello stesso giorno si celebravano sacrifici a Demetra Χλοη (Verde, Germogliata). Il giorno successivo si sacrificavano sette pani indicati come θαργήλοι, preparati con le primizie delle spighe, e offerti ad Apollo unitamente alla organizzazione di canti e musiche allo scopo di allontanare il male dalla città e dalle messi. Nello stesso mese, il 19º giorno, venivano celebrate le "'''Bendidie'''" (βενδίδεια) feste in onore di Bendis (Βενδῖς) la dea di origine tracia accolta ad Atene nel V secolo a.C. Tale festa prevedeva due cortei sacri, uno composto dai cittadini Ateniesi e l'altro da Traci, una corsa notturna a cavallo con le fiaccole e infine una veglia (παννυχίς).
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|'''12'''||Sciroforione '''''Skirophorión''''' (Σκιροφοριών)||giugno-luglio|| È il mese in cui, il 12º giorno, venivano celebrate le "'''Scire'''" (Σκιρα anche Scriforie Σκιροφόρια, ma quest'ultimo termine è tardo), in onore di Demetra e della figlia Persefone. In questo giorno la sacerdotessa di Atena ''Poliàs'' (Πολιάς) e il sacerdote di Posidone ''Erechtheus'' (Ἐρεχθεύς) raggiungevano insieme, incedendo solennemente sotto un grande bianco parasole (σκίρον) la località di Sciro, posta lungo la via per Eleusi, forse per ricordare la morte del mitico re ateniese, Eretteo (Ἐρεχθεύς), caduto in battaglia contro gli Eleusini. Durante questa festa si gettavano dei porcellini dentro alcune cavità della terra, i cui corpi venivano recuperati e utilizzati durante i riti per le Tesmoforie. Sempre in questo mese venivano celebrate le "'''Arreforie'''" (ἀρρηϕορίαι) quando due giovani aristocratiche, che avevano appena terminato il servizio quinquennale al santuario di Atena ''Polias'', trasferivano, lungo un percorso sotterraneo, alcuni oggetti misterici al santuario di Afrodite. In questo mese, il 14º giorno, nel corso delle festività "'''Dipòlie'''" (Διιπόλια) in onore di Zeus ''Polieús'' (Πολιεύς) veniva celebrato il rito delle '''Bufonie''' (Βουϕόνια)<ref>L'origine di questo rito è raccontata da Porfirio in ''Astinenza dagli animali'' II, 28-30 (cfr. nella traduzione di Angelo Raffaele Sodano, Bompiani, Milano, 2005, pp. 175 e sgg.).</ref> quando il sacerdote di Zeus ''Polieús'' (Πολιεύς), detto per l'appunto Βουϕόνος, uccideva con un colpo d'ascia quel toro che, dopo una sacra processione di tori fino all'Acropoli e dopo una loro circumambulazione intorno all'altare, per primo si accostava alle offerte lì deposte e consistenti in pani. Dopo l'uccisione sacrificale il Βουϕόνος fuggiva. A quel punto, gli altri presenti alla cerimonia macellavano l'animale e celebravano un banchetto sacrificale accusandosi reciprocamente dell'uccisione del toro, fino ad accusare l'ascia e il coltello sacrificale che, infine, ritenuto colpevole, veniva gettato in mare. La pelle del toro così sacrificato veniva impagliata e quindi riportata simbolicamente in vita come per riparare all'uccisione sacrificale. Lo stesso giorno delle feste Dipòlie venivano celebrate, ma al Pireo, anche le "'''Disoterie'''" (Δισωτήρια) in onore di Zeus ''Sotér'' (Σωτήρ, Salvatore) e di Atena ''Sóteira'' (Σώτειρα, Salvatrice). Tale festa aveva poi una sua continuazione, con sacrifici di buoi a queste due divinità, alla fine del mese, allo scopo di mettere sotto protezione delle divinità "salvatrici" il nuovo anno che doveva iniziare.
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