Banca di Francia: differenze tra le versioni

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|capo = [[François Villeroy de Galhau]]
|denominazione_vicecapo = direttore generale
|vicecapo = [[Vítor Constâncio]]
|elezione =
|membri =
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=== L'evoluzione delle banconote ===
 
Nel [[1847]] l'economia si surriscaldò ed ebbe bisogni di maggiori mezzi di pagamento: il valore facciale dei tagli fu diminuito e furono messi in circolazione i biglietti da 200 franchi. Non si andò al di sotto di questo importo. Il Governo precisò durante il dibattito parlamentare che intendeva riservare "la carta" al commercio, impedendole di servire ai pagamenti quotidiani e di penetrare nell'uso corrente.
 
Un anno prima la banca aveva stampato il biglietto da 5000 franchi, che ebbe scarsa circolazione, ma che rimane il biglietto pagabile a vista con il valore facciale più alto nella storia francese.
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Nel [[1975]] il privilegio fu esteso ai [[dipartimenti d'oltremare]]: le banconote della ''Banque de France'' sono stati introdotti nei DOM con corso legale e hanno progressivamente sostituito i biglietti di banca emessi fino ad allora dall' ''Institut d'Émission des Départements d'Outre-mer''.
 
Il privilegio era stato concesso inizialmente nel [[1803]], per una durata di quindici anni, ed era stato successivamente rinnovato dal parlamento nel [[1806]], nel [[1840]],nel [[1857]], nel [[1897]], e nel [[1918]] fino al [[1945]]. La legge bancaria di quell'anno prorogò il privilegio senza limiti di durata. Le successive leggi del [[1973]] e del [[1993]] hanno semplicemente riproposto questa disposizione.
 
Con l'introduzione dell'[[euro]], il monopolio di emissione è passato alla [[Banca centrale europea]], che può tuttavia delegare una parte della gestione della circolazione fiduciaria delle banconote alle banche nazionali.
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In occasione della guerra del 1870 furono ancora una volta ristabiliti il corso forzoso e il corso legale, e l'emissione fu nuovamente sottoposta al regime del ''plafond''. Ma, contrariamente a quel che era accaduto nel 1850, la Banca non recuperò la propria libertà quando il franco ritornò convertibile. Infatti, una legge del [[1875]] stabilì che il corso forzoso sarebbe stato abbandonato nel momento in cui le anticipazioni allo stato fosse state ridotte a 300 milioni, cosa che avvenne nel [[1878]], mentre il [[corso legale]] delle banconote veniva stabilito in via definitiva e conseguentemente veniva giustificato il controllo quantitativo sull'emissione.
Il ''plafond'' rimase in vigore fino al [[1928]]: in questo periodo, per venire incontro all'espansione dell'economia, il volume dell'emissione fu gradualmente portato da 1,8 miliardi nel 1870 a 58,5 miliardi di franchi nel [[1925]].
 
La legge monetaria del [[1928]], ristabilì su basi nuovi la convertibilità del franco sospesa nel [[1914]], allo scoppio della [[prima Guerra Mondiale]]: sottomise la circolazione fiduciaria al nuovo sistema della percentuale minima di copertura. In questo modo, fino allo scoppio della [[seconda Guerra mondiale]], il 1°º settembre [[1939]], la ''Banque de France'' fu tenuta a conservare una riserva aurea pari almeno al 35% del valore nominale complessivo dei biglietti di banca in circolazione e del saldo attivo dei conti correnti presso la Banca. L'obbligo di rimborsare a vista al portatore in [[lingotto|lingotti]] i biglietti presentati alla sede centrale era stato sospeso nel [[1936]].
 
=== Il trasferimento delle riserve auree durante al seconda guerra mondiale ===
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Dopo la [[distruzione della flotta francese a Mers-el-Kébir]], si decise di evacuare l'oro che si trovava nel porto di Dakar sotto sorveglianza militare verso l'interno lungo la linea ferroviaria Dakar-Bamako. Prima trasferito al campo militare di [[Thiès]], a settanta chilometri da Dakar, fu poi custodito in modo più stabile a [[Kayes]], a cinquecento chilometri sullo stesso tronco ferroviario, sull'atuale frontiera fra Mali e Sénégal.
 
Il [[Governo di Vichy]] si disse pronto a ceder queste riserve ai tedeschi al fine di ammorbidire l'Occupazione tedesca, ma la ''Banque de France'', che era ancora privata, si rifiutò. Le riserve auree furono rimpatriate <ref>Eccetto 395 chili d'oro dichiarati perduti, fra cui una cassa di 50 chili colata a picco nel porto di Brest</ref> in Francia nel [[1946]]<ref name="Gaston-Breton"/>.
 
=== Evoluzione delle riserve auree ===