Livio Bonelli: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Nacque il 21 gennaio 1891 a Gaeta, figlio di Gaetano e Amalia Macchia, e nella sua città natale conseguì il diploma di capitano di lungo corso, per entrare, a domanda, nel corso allievi ufficiali del Regio Esercito presso la Scuola ufficiali di Caserta.<ref name=I5p18/>
Promosso [[sottotenente]] nel [[1912]], nel settembre dello stesso anno partì per la [[Tripolitania]] in forza all'[[89º Reggimento fanteria "Salerno"]]. L'anno successivo transitò in servizio permanente effettivo, venendo promosso [[tenente]] e poi capitano.<ref name=I5p18/> Ritornato in Italia nel [[1916]], in piena [[prima guerra mondiale]], e destinato a prestare servizio nel [[41º Reggimento fanteria "Modena"]], raggiungendo subito la zona di operazioni. Ferito due volta in combattimento sul Monte Zovetto, vicino al Monte Cengio, viene ricoverato presso l’ospedale della Croce Rossa Italiana di Napoli.<ref name=I5p18/> Al termine del periodo di convalescenza, nel febbraio [[1917]], ritornò in zona di guerra assegnato al 209
Nel dicembre [[1926]] entrava nel Corpo di Stato maggiore ricoprendo anche incarichi riservati sino a che, promosso [[maggiore]], viene trasferito dietro sua richiesta al [[Regio Corpo Truppe Coloniali dell'Eritrea]], giungendo a [[Massaua]] nel luglio [[1927]].<ref name=I5p19>{{Cita|Il Granatiere n.2, aprile-giugno 2015|p. 19}}</ref>
Nel 1930 ritornò in Libia, assumendo il comando del 2
Rimase in Eritrea per i successivi due anni, e poi si trasferì, con il proprio battaglione, nello [[Yemen]] per svolgere il compito di proteggere gli italiani ivi residenti durante il conflitto che contrappose lo Yemen al [[Arabia Saudita|Regno dell'Arabia Saudita]].<ref name=I5p19/> Decorato con la [[Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro|Croce di Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]]<ref>Assegnatagli “motu proprio” da S.M. il re [[Vittorio Emanuele III]].</ref> nel dicembre del [[1934]], fu nuovamente assegnato al [[Ministero della guerra del Regno d'Italia|Ministero della guerra]] e promosso [[tenente colonnello]].<ref name=I5p19/> Nel gennaio 1935 rientrò a Massaua per far parte della Commissione Babbini, ritornando in Patria due mesi dopo. Il Ministero della guerra gli affidò altre mansioni coloniali, inviandolo nuovamente in Eritrea, a disposizione del governo Amara per incarichi civili.<ref name=I5p19/> Promosso [[colonnello]] del comando truppe eritree, rimpatriò per licenza ma, dopo pochi giorni, fu richiamato e di nuovo inviato a Massaua.<ref name=I5p19/>
Nel giugno [[1940]], con l'entrata in guerra dell'Italia, avvenuta il giorno 10, prese parte alla operazioni belliche in [[Africa Orientale Italiana]], al comando della IV [[Brigata]] coloniale operante in forza al comando truppe dell'Amhara retto dal generale Augusto Martini.<ref>Il Comando truppe dell'Amhara, con Quartier generale a Gondar, era uno dei due comandi che componevano lo Scacchiere Nord diretto dal generale [[Luigi Frusci]], avente Quartier generale all'Asmara. L'altro era il Comando truppe Eritrea diretto dal generale Vincenzo Tessitore, con sede all'Asmara.</ref> Prese parte alla [[battaglia di Cheren]] alla testa della XII Brigata coloniale, per essere poi catturato dagli inglesi a Massaua l'8 aprile [[1941]] insieme al suo reparto.<ref name=I5p19/>
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|nome_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento al valor militare
|motivazione=''Condusse in modo mirabile la sua compagnia per circa un chilometro, in salita, su una strada fortemente battuta dall'artiglieria avversaria di ogni calibro. Guidò poi, sotto lo stesso fuoco il suo reparto a prendere posizione in un punto molto minacciato
|luogo=''Monte Zovetto (Asiago), 16 giugno 1916.''
|data=
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