Gaio Valerio Flacco (poeta): differenze tra le versioni
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|Nome = Gaio Valerio
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L'unica opera che abbiamo, gli ''[[Argonautica]]'', dedicata a Vespasiano per le sue conquiste in [[Britannia]], fu scritta in parte durante la vittoria sui Giudei, o poco più tardi la distruzione di [[Gerusalemme]] da parte di Tito avvenuta nel [[70]]. Pare, dai cenni nel testo sull'[[eruzione vulcanica|eruzione]] del [[Vesuvio]] ([[79]]), e dai riferimenti ad altri avvenimenti successivi, che la stesura del poema abbia tenuto occupato l'autore molto a lungo; alcuni studiosi parlano di due decenni.
Gli ''Argonautica'' sono un [[poema epico]] in otto libri sulla conquista del [[Vello d'oro]]. Il poema ci è stato tramandato molto frammentato, e finisce bruscamente con la richiesta di [[
Molti hanno stimato positivamente lo stile di Flacco, e alcuni critici hanno sottolineato la sua vivacità nelle descrizioni e la sua sensibilità e intuito psicologico nella resa dei personaggi con i loro caratteri e affetti, ad esempio di Medea. La sua espressione è pura, il suo stile corretto, i suoi versi sono lineari, sebbene monotoni. D'altro canto, egli manca di originalità, e la sua poetica, sebbene libera da grandi difetti, appare artificiosa e troppo elaborata. Il suo modello, anche per quanto riguarda la concezione dell'esistenza, fu [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], a cui egli fu molto inferiore in gusto e lucidità. Le sue esagerazioni retoriche lo rendono difficile da leggere, il che fa comprendere la sua impopolarità nei tempi antichi. Nel Medioevo l'opera, non più letta, fu dimenticata.
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