Roswitha di Gandersheim: differenze tra le versioni

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|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = [[974]] circa
|Attività = poetessamonaca
|Attività2 = religiosapoetessa
|Nazionalità = tedesca
|FineIncipitPostNazionalità = è. È considerata la prima [[poeta|poetessa]] [[germaniaGermania|tedesca]] della storia, per quanto abbia scritto soltanto in [[lingua latina]]; il suo nome [[etimologia|significa]] ''suono vigoroso''
|Immagine = Roswitha of Gandersheim.jpg
}}
== Biografia ==
Il suo nome [[etimologia|significa]] ''suono vigoroso''
Rosvita fu allieva di Gerberga, nipote di [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]], [[badessa]] dell'[[abbazia di Gandersheim]], in [[Sassonia]], dov'entrò molto giovane e rimase per tutta la vita.
 
RosvitaRoswitha fu allieva di Gerberga, nipote di [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]], [[badessa]] dell'[[abbazia di Gandersheim]], in [[Sassonia]], dov'entrò molto giovane e rimase per tutta la vita.
Quanto al proprio nome, Rosvita stessa lo interpreta traducendolo nel latino ''clamor validus'' <ref>''Praefatio ad dram.'', II, 3</ref>, «voce squillante» e il primo a notare questo richiamo etimologico è stato [[Fratelli Grimm|Jacob Grimm]] <ref>F. Bertini, Introduzione a Rosvita di Gandersheim, ''Dialoghi drammatici'', Milano, Garzanti, 2000, pag. VII</ref> nel 1838, pensando ad una derivazione dall'[[Antico sassone|antico tedesco]] ''hruod-svind''. L'espressione ''clamor validus'', secondo [[Peter Dronke]], «non può quasi fare a meno di richiamare l'ego vox clamantis di Giovanni Battista»,<ref>P. Dronke, ''Donne e cultura nel Medioevo: scrittrici medievali dal 2. al 14. secolo'' ; prefazione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Milano, Il saggiatore, 1986, p. 100</ref> cui Rosvita si affianca descrivendo la missione profetica che si era assunta mettendosi a comporre poemetti e poi drammi.
 
Quanto al proprio nome, RosvitaRoswitha stessa lo interpreta traducendolo nel latino ''clamor validus'' <ref>''Praefatio ad dram.'', II, 3</ref>, «voce squillante» e il primo a notare questo richiamo etimologico è stato [[Fratelli Grimm|Jacob Grimm]] <ref>F. Bertini, Introduzione a RosvitaRoswitha di Gandersheim, ''Dialoghi drammatici'', Milano, Garzanti, 2000, pag. VII</ref> nel 1838, pensando ad una derivazione dall'[[Antico sassone|antico tedesco]] ''hruod-svind''. L'espressione ''clamor validus'', secondo [[Peter Dronke]], «non può quasi fare a meno di richiamare l'ego vox clamantis di Giovanni Battista»,<ref>P. Dronke, ''Donne e cultura nel Medioevo: scrittrici medievali dal 2. al 14. secolo'' ; prefazione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Milano, Il saggiatore, 1986, p. 100</ref> cui RosvitaRoswitha si affianca descrivendo la missione profetica che si era assunta mettendosi a comporre poemetti e poi drammi.
 
Dell'imperatore [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]] scrisse un'[[agiografia]] nelle sue ''Gesta Oddonis Caesaris Augusti'' e narrò anche la [[leggenda]] della fondazione del convento di Gandersheim.
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Anche nel ''[[Il miracolo di Teofilo|san Teofilo]]'' il patto scellerato con il diavolo è al centro della vicenda, che vede il colpevole Teofilo pentirsi e rifiutare la sua nomina a [[vescovo]] decisa dall'imperatore. Invocando la [[Maria, madre di Gesù|Vergine]], riottiene il documento dell'[[abiura]] sottoscritta col demonio.
 
Oltre alla leggenda di ''[[Dionigi di Parigi|San Dionigi]]'' e dell'addio di [[Gesù]] alla madre, Roswitha scrive la leggenda del giovane ''[[Pelagio di Cordova|San Pelagio]]'', ove questi respinge le sconvenienti proposte di un [[emiro]], mentre nella leggenda di ''[[Sant'Agnese]]'', la santa rifiuta il [[matrimonio]] con un uomo il cui figlio tenta di violentarla.
 
Il ''Martirio di [[Gengolfo di Borgogna|san Gangolfo]]'' racconta la storia di un grande feudatario della [[Borgogna]], contemporaneo di [[Pipino III|Pipino]] padre di [[Carlo Magno]]. Un giorno, mentre questi ritornava con altri cavalieri da un'impresa vittoriosa, si fermò ad osservare un campo fiorito, che aveva una fontana nel mezzo. Decise di comprare questo campo, ma la fontana smise di zampillare l'acqua, fino a quando [[Gengolfo di Borgogna|Gongolfo]] piantò il proprio bastone a terra: dopo tale gesto l'acqua miracolosamente tornò ad uscire. Dopo essersi sposato subì il tradimento della moglie con un [[chierico]] e, sospettando della fedeltà della donna, la convinse ad immergere la mano nell'acqua miracolosa, che aveva la virtù di provare l'innocenza delle persone. La donna la ritrasse bruciata, ma [[Gengolfo di Borgogna|Gongolfo]], che avrebbe potuto mettere a morte il seduttore, si limitò a bandirlo dalle proprie terre. Per vendetta il [[chierico]] uccise il suo signore e fuggì con la donna. La tomba del marito tradito e ucciso divenne in breve una méta di [[pellegrinaggio]] per i fedeli, poiché sopra di essa si compivano miracoli; venuta a conoscenza di questo fatto, la vedova derise le capacità della tomba del marito e venne subito punita, in modo particolarmente ridicolo: ogni volta che avesse cercato di parlare, dalla bocca le sarebbero usciti dei suoni simili a quelli emessi dal fondo schiena.
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== I ''Gesta Othonis'' ==
 
I ''[[Gesta Othonis]]'' commissionati, presumibilmente, intorno al [[962]] rappresentano una fondamentale opera biografica dell'imperatore Ottone I di Sassonia, sono scritti in 1517 [[verso leonino|esametri leonini]] e vengono terminati entro il [[968]], data della morte di [[diocesi di Magonza|Guglielmo di Magonza]], di cui RosvitaRoswitha nel poema parla come di un vivo. Sono ritenuti posteriori sia alle commedie sia ai poemetti agiografici.
 
== ''Primordia Coenobii Gandersheimensis'' ==