Rodolfo Fierro: differenze tra le versioni
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Rodolfo Fierro nacque a [[Charay]], nel [[Sinaloa]], e non conobbe mai i genitori. Del padre si sa solo che era un bianco, mentre la madre era una india Mayo, che faceva la domestica in casa dei signori Fierro. Dopo il parto abbandonò il bambino, e i signori presso cui lavorava se ne presero cura e gli diedero il loro cognome.
Da giovane si arruolò nell'
Lasciato l'
I futuri compagni della ''Divisìon del Norte'' lo descrivevano come un tipo stranissimo. Alto, robusto, faccia tonda, carnagione scura ma occhi chiari, sguardo magnetico. Era un buon giocatore di scacchi, coraggioso e temerario, sempre pronto alla sfida, al duello, al litigio, propenso ad alcolizzarsi troppo spesso perdendo completamente la ragione, diventando violento più di quanto lo fosse in combattimento. Accanto a [[Pancho Villa]] sembrava calmarsi, ma era sempre difficile controllarlo, spietato all'
Per dare un'idea del personaggio, il suo passatempo preferito era la roulette russa nella variante “messicana”:
Altrettanto estrema era la sua fedeltà alla rivoluzione ed in particolare a Pancho Villa: mai si è saputo di un suo coinvolgimento in complotti, sedizioni, tradimenti (numerosissimi nella rivoluzione messicana), mai ha disobbedito ad un ordine impartito personalmente dal suo capo, spesso era ''de facto'' la sua guardia del corpo, il suo braccio destro in battaglia come negli ambienti governativi, nelle riunioni militari e civili, negli spostamenti effettuati nei momenti dei combattimenti o di tregua.
Forse per questo motivo Pancho gli perdonò sempre i suoi eccessi, come anche il suo attaccamento morboso alla bottiglia (per i combattenti villisti era proibito bere, pena la fucilazione). Aveva troppo bisogno di lui e gli era affezionato, oltre ad avere la consapevolezza di essere l'
Lapidaria e insuperabile la descrizione che ne fa di lui Ramon Puente: ''< Rodolfo Fierro era un cane fedele, ma un cane incrociato con un lupo>''.
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== La rivoluzione ==
All'
Nel giugno 1913 riprese le armi contro la nuova dittatura di [[Victoriano Huerta]], andando a combattere a capo di un gruppo di giovani durante la conquista della città di Durango, avvenuta il 17 giugno da parte delle forze comandate da Tomàs Urbina. Passò quindi agli ordini di quest'ultimo ma, a settembre del 1913, durante il concentramento di forze in vista della prima battaglia delle città lagunari, Urbina ordinò a Fierro, non si sa perché, di passare senza nessun sottoposto ai suoi ordini nell'
Fierro partecipa a tutti i principali eventi militari della Divisiòn del Norte, al comando di truppe sempre più numerose. Nei primi mesi passati sotto gli ordini di Villa ricopre anche l'
Nella ''battaglia di Tierra Blanca'' si lancia al galoppo all'
Partecipa a tutte le principali battaglie fino alla caduta del dittatore Huerta (Ojinaga, la seconda battaglia delle città lagunari, Paredòn, Zacatecas), poi partecipa alla [[Convenzione di Aguascalientes]]. Allo scoppio della guerra civile tra Convenzionisti e Carranzisti (sostenitori di [[Venustiano Carranza]]), Villa lo manda al comando delle truppe del Jalisco, ma come comandante non si rivela granché, venendo sconfitto nei pressi di Guadalajara a fine gennaio 1915, permettendo alle truppe carranziste di Dieguez e Murguìa di rioccupare la città. Tra il 17 e il 18 febbraio arrivano i rinforzi con lo stato maggiore della Divisiòn del Norte, e nella battaglia di Sayula Villa sconfigge le truppe carranziste mentre Fierro, guida la carica finale all' inseguimento del nemico in fuga e compie un massacro, catturando migliaia di prigionieri e fucilandone centinaia e centinaia per tutta la notte. Successivamente Villa torna nel centro del paese lasciando nuovamente le forze del Jalisco al comando di Fierro, con l' ordine di eliminare le rimanenti truppe carranziste ormai allo sbando, ma viene sconfitto di nuovo nella battaglia di Tuxpan, fallendo l' obiettivo di occupare la costa pacifica.
Partecipa in seguito alle battaglie di Celaya, ma in quella di Trinidad commette un altro errore tattico ingiustificabile: il 12 maggio 1915, dopo la vittoria villista nello scontro del cerro de la cruz, prologo della battaglia di Trinidad, non si sa per quale motivo esce da un bosco in cui si era nascosto al comando di 1000 cavalieri e, completamente sbronzo, si lancia alla carica delle truppe di [[Alvaro Obregon]], trincerate nell'
La sua impresa militare più brillante avvenne appena dopo la guarigione, durante la battaglia di Aguascalientes: il 26 giugno, prima della battaglia, Villa mette lui e Canuto Reyes al comando di una brigata di cavalleria di 3000 uomini che parte da Penuelas, con il compito di aggirare l'
== "El carnicero" ==
La fama sinistra che lo accompagnava fece nascere molti aneddoti riguardanti la sua brutale spietatezza, tanto da essere soprannominato da amici e nemici ''El carnicero'' (il carnefice): questo nomignolo li venne affibiato in seguito all'
[[John Reed]], giornalista statunitense corrispondente del ''Metropolitan'' al seguito di Villa, raccontava che in
Ecco alcune delle sue “imprese” più famose:
* Il 13 ottobre 1913 in una casa da gioco di Torreòn affronta Garcia de la Cadena, ufficiale delle truppe alleate di Benavides, in un duello all'arma bianca usato all'epoca e chiamato ''Tàrtaro'', però ad un certo punto estrae un pugnale dallo stivale e lo lancia contro l'
* Nel gennaio 1914 uccide a Chihuahua un altro ufficiale delle truppe di Benavides, tale Vela, creando una rottura insanabile tra quelle truppe e il resto della Division del Norte, che passeranno ai carranzisti dopo la crisi della Convenzione;
* Il 15 febbraio 1914 nel quartier generale di Chihuahua uccide Benton, un latifondista scozzese che non voleva perdere le sue terre messicane e che si era presentato a insultare e minacciare Villa, arrivando ad estrarre la pistola;
* Nel marzo 1914 uccide durante una sbronza un ferroviere nel quartiere Santo Nino di Chihuahua, in seguito a ciò verrà degradato e sollevato dall'
* Nel dicembre 1914, durante l'
* La notte del 18 febbraio 1915, fucila senza sosta i prigionieri carranzisti catturati in seguito alla grande vittoria di Sayula, e nonostante l'ordine di risparmiarli lui continua di persona ad ammazzarli, poi ammazza anche un suo soldato che si era lamentato di quell'
* Il 4 settembre 1915 dopo la resa dei conti con ''Tomas Urbina'' che stava tradendo la Division del Norte, e la riappacificazione di questi con Villa, convince gli altri fedelissimi che non bisogna lasciare vivere un rinnegato e cattura e uccide ad Arroyo de las Catarinas Urbina e il suo assistente Justo Nevarez.
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C'era una comoda via che aggirava il lago, ma Fierro, completamente ubriaco, decise di guadarlo con il cavallo, nonostante le proteste dei suoi compagni, perché diceva: ''<Quella è la via da fare per uomini che siano veri uomini e per cavalli che siano veri cavalli!>''.
Ci provò ma l'
Quando raggiunsero Villa che lo stava aspettando, riferendoli l'
< Generale Villa, ho una brutta notizia, il generale Fierro è morto>
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< Non gli hanno sparato, è morto affogato>
< Affogato? …
Villa si recò al lago e si mise a piangere in silenzio, camminando avanti e indietro lungo le sponde sconsolato. Poi ordinò di recuperare il corpo, cosa che avvenne solo dopo 5 giorni di tentativi, da parte di un palombaro giapponese.
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