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Nel [[1929]] Mori fu nominato senatore e collocato a riposo. I limiti della sua azione fu lui stesso a riconoscerli in tempi successivi: l'accusa di mafia veniva spesso avanzata per compiere vendette o colpire individui che nulla c'entravano con la mafia stessa, come fu con Cucco e con il [[Antonino Di Giorgio|generale Antonino Di Giorgio]]. Il carabiniere Francesco Cardenti così riferisce: ''"Il barone Li Destri al tempo della maffia era appoggiato forte ai briganti che adesso si trovano carcerati a Portolongone (Elba) se qualcuno passava dalla sua proprietà che è gelosissimo diceva: Non passare più dal mio terreno altrimenti ti faccio levare dalla circolazione, adesso che i tempi sono cambiati e che è amico della autorità [...] Non passare più dal mio terreno altrimenti ti mando al confino."''<ref name="Salvatore Lupo p. 217">Salvatore Lupo, ''Storia della mafia: dalle origini ai giorni nostri'', ''cit.'', p. 217. ISBN 88-7989-903-1</ref> Altri mafiosi iscritti al PNF erano Sgadari e Mocciano.''<ref name="Salvatore Lupo p. 217"/>''
I mezzi usati dalla Polizia nelle numerose azioni condotte per sgominare il fenomeno mafioso portarono ad un aumento della sfiducia della popolazione nei confronti dello Stato. Mori fu comunque il primo investigatore italiano a dimostrare che la mafia può essere sconfitta con una lotta senza quartiere, come sosterrà successivamente anche Giovanni Falcone. La mafia dà segni di vita già prima dello sbarco alleato del luglio 1943. Nel' 32, nel centro di Canicattì, vengono consumati tre omicidi (le cui modalità di esecuzione ed il mistero profondo in cui rimangono tuttora avvolti rimandano a delitti tipici di organizzazioni mafiose); intorno a Partinico, alla metà degli anni trenta, si verificarono incendi, danneggiamenti, omicidi [...] a sfondo eminentemente associativo; ma si potrebbero citare molti altri episodi dei quali la stampa non parla, cui il regime risponde con qualche condanna alla fucilazione e con una nuova ondata di invii al confino.''<ref name="Salvatore Lupo p. 217"/>''Alcuni mafiosi erano membri del PNF, a conoscenza e con il favore di Benito Mussolini.
Il principe Lanza di Scalea fu uno dei candidati nelle liste del PNF per le amministrative di Palermo mentre a Gangi il barone Antonio Li Destri<ref>{{Cita libro|autore = Enzo Ciconte|titolo = Storia criminale.La resistibile ascesa di mafia, 'ndrangheta e camorra, dall'Ottocento ai giorni nostri|anno = 2008|editore = Rubbettino Editore|città = }}</ref>, pure candidato del PNF, era protettore di banditi e delinquenti. Mori non ha sconfitto la mafia.Altri mafiosi iscritti al PNF erano Sgadari e Mocciano.''{{Cita libro|autore = Enzo Ciconte|titolo = Storia criminale.La resistibile ascesa di mafia, 'ndrangheta e camorra, dall'Ottocento ai giorni nostri|anno = 2008|editore = Rubbettino Editore|città = }}
=== La seconda guerra mondiale, il separatismo e i moti contadini ===
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