Origini del cristianesimo: differenze tra le versioni

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I tre termini soprarazionali irriducibili del pensiero cristiano sono: la ''creazione del mondo'' dal nulla per un atto libero della volontà divina; l' ''Incarnazione divina'' in cui il corporeo assunto dal Figlio di Dio nell'unità della propria persona restaura la creazione violata dal peccato dell'uomo; la ''resurrezione dei corpi'' che chiude il ciclo della storia divina cominciato con l'atto creativo e culminata con l'incarnazione del [[Verbo (cristianesimo)|Verbo]]. Quanto al Male, esso assume un significato [[etico]] dato che non costituisce più col Bene un insanabile [[dualismo]] [[ontologico]] e non è nemmeno - come pensavano i [[Socrate|socratici]] intellettualisti - un venir meno dell'intelligenza, un atto di pura ignoranza, ma è un atto di ribellione della volontà che sovverte l'ordine [[cosmo|cosmico]] nei cieli (ribellione di [[Lucifero]]) e nella terra ([[peccato originale]] di [[Adamo]]).<ref>Giuseppe Faggin, op.cit., pag. 182-184.</ref>
 
Il messaggio cristiano è riportato nei testi del [[Nuovo Testamento]]. Il Cristo storico dei [[Vangeli]] di [[Vangelo di Marco|Marco]], [[Vangelo di Luca|Luca]] e [[Vangelo di Matteo|Matteo]] assume significati dogmatico-dottrinali più rigorosi e si trasforma nel Cristo [[mistico]] nel [[Vangelo di Giovanni]] e nella predicazione di [[San Paolo]]. In quest'ultimo la [[teologia]] si fa decisamente cristocentrica, l'opera della redenzione s'inserisce nella storia illuminandone il senso universale ed il messaggio cristiano assume una formulazione dottrinale destinata ad esercitare un influsso notevolissimo sugli sviluppi del pensiero ecclesiastico.<ref>Giuseppe Faggin, op. cit., pag. 186.</ref> Con [[Adamo]] comincia il regno della morte e della colpa per cui l'umanità si allontana da Dio e la legge mosaica non riesce, con i suoi precetti, a infondere alla coscienza una forza che la salvi (''[[Lettera ai Romani]]'', 7, 7 sgg.). Cristo, antitesi di Adamo, instaura il regno della vita e della grazia: Egli è l'unico mediatore fra Dio e gli uomini, con lui tutti moriamo al peccato e rinasciamo alla vita eterna (''[[Lettera agli Ebrei]]'' 4, 14; 5, 5, ''[[Prima lettera a Timoteo]]'', 2, 5); del Suo corpo noi partecipiamo formando un'unità divina (''[[Prima lettera ai Corinzi]]'', 10, 17) nella quale l'uomo, riscattato dalla tirannia della legge, ritrova la sua libertà interiore: "dove è lo Spirito del Signore ivi è la libertà" (''[[Seconda lettera ai Corinzi]]'', 3, 17). E nel prologo del Vangelo di Giovanni Gesù Cristo è il Verbo incarnato; Egli è la Vita, la luce e l'Amore (''Deus est caritas'': Giovanni I, 4, 8).
Dai Padri Apostolici, agli [[Apologisti]], alla [[Patristica]], alla [[Scolastica]] la riflessione razionale sulla Rivelazione originaria è tutta mirata a costruire un inequivocabile, sicuro edificio dogmatico unitario e compatto. Si tratta di un'elaborazione dottrinale viepù complessa e completa dal punto di vista teologico, ottenuta attraverso i vari Concili ecumenici i quali fissano le varie formole teologiche con la diretta assistenza dello Spirito Santo. E la Verità del Cristianesimo si dichiara comunque super- storica.<ref>Giuseppe Faggin, op. cit. pag. 186-188.</ref>
 
Il Cristianesimo è dunque fautore di una concezione volontaristica e personalistica dell'uomo ma i fatti mondani, la natura fisica, l'universo nella sua totalità sono subordinati alla sorte spirituale della persona e al problema della sua salvezza.