Legittimismo: differenze tra le versioni
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Nelle ''Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia'', pubblicate nel 1790, Burke mettendo a confronto la [[Gloriosa Rivoluzione|rivoluzione inglese]] del [[1688]] con quella francese vede nella prima una linea evolutiva che si era sviluppata per gradi nel rispetto delle tradizioni e questo «''lascia libera la possibilità di nuovi acquisti , ma fornisce la garanzia assicurata di ogni acquisto''»<ref>Edmund Burke, ''Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia'', Cappelli, Bologna, 1935</ref> mentre la seconda gli appare come un evento caotico in cui si mescolano «''leggerezza e ferocia, confusione di delitti e di follie travolti insieme''»<ref>Edmund Burke, op. cit.</ref>. Nella stessa opera contesta il principio della sovranità popolare e della democrazia a cui contrappone la supremazia dell'aristocrazia e dell'ordine sociale ''legittimati'' dalla loro natura divina. Per lui le masse<!-- ''miserabile massa di pecore'' -->, che esprimono una maggioranza che scioccamente pretende di prevalere sulla minoranza mentre non sa distinguere il suo vero interesse, sono il sostegno del dispotismo e la Rivoluzione francese era perciò destinata a fallire poiché si era allontanata dalla ''grande e diritta via della natura''.
Châteubriand ([[1768]]–[[1848]]) fin dal [[1802]] aveva attaccato con il suo "''[[Génie du Christianisme]]''" (Lo spirito
[[Louis de Bonald]] ([[1754]]-[[1840]]) fervente [[monarchia|monarchico]] e [[Cattolicesimo|cattolico]], fu la voce più importante degli ultra-legittimisti. Aveva aderito all'inizio alle idealità rivoluzionarie che ripudiò dopo i provvedimenti anticlericali sanciti con la [[Costituzione civile del clero]].
{{citazione| Credo possibile dimostrare che l'uomo non può dare una costituzione alla società religiosa o politica, così come non può dare la pesantezza ai corpi o l'estensione alla materia.| [[Louis de Bonald]], '''Teoria del potere politico e religioso nella società civile'' ([[1796]])}}
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