=== Percorso letterario ===
La prima tragedia di successo del Pellico fu la ''[[Francesca da Rimini (Pellico)|Francesca da Rimini]]''. compostaComposta tra il 1813 e il 1815, fu revisionata più volte dall'autore sulla base dei suggerimenti e delle critiche di [[Ugo Foscolo]] e [[Ludovico Di Breme]]. ed infineFu rappresentata per la prima volta al Teatro Re di Milano il 18 agosto 1815 con [[Luigi Domeniconi]] nella parte di Paolo e [[Carlotta Marchionni]], allora giovane attrice in ascesa, nella parte di Francesca <ref> "Allora non usavano i posti chiusi e potei sedermi vicino all'orchestra. Le parti erano sostenute da Carlotta Marchionni (Francesca), Ferdinando Meraviglia (Lanciotto), Luigi Domeniconi (Paolo), Antonio Belloni (Guido da Polenta)." da Antonio Colomberti, Memorie di un artista drammatico, 2004, p. 279 </ref>,. in unIl testo è ispirato all'episodio dantesco ema presentava anche caratteri nuovi: cheinfatti, pur mantenendo le tradizionali unità di tempo, luogo ed azione, presentava giàalcune delle caratteristiche della tragedia romantica nelle tematiche patriottiche e sentimentali. La Tragediatragedia ebbe un successo non solo italiano, ma di respiro europeo come dimostrano le tradizionitraduzioni in francese ed in inglese <ref> "Hobhouse's Francesca is his translation of Silvio Pellico's Francesca da Rimini, a tragedy based on the episode in Canto V of Dante's" da E.R. Vincent, Byron, Hobhouse and Foscolo: New Documents in the History of a Collaboration, 2013 </ref>.
Prima della Francesca Pellico aveva composto un Turno ed una Laodamia di cui parla nelle lettere agli amici Foscolo e Stanislao Marchisio, ma i cui manoscritti conservati attualmente nell'archivio della Civiltà Cattolica non sono disponibili in nessuna edizione critica recente, rendendo dunque difficile dare un giudizio su queste due tragedie e quindi anche sugli esordi teatrali del Pellico.
Prima della ''Francesca'', Silvio Pellico aveva composto un ''Turno'' ed una ''Laodamia'' di cui parla nelle lettere agli amici Foscolo e Stanislao Marchisio, ma i cui manoscritti conservati attualmente nell'archivio della Civiltà Cattolica non sono disponibili in nessuna edizione critica recente, rendendo dunque difficile dare un giudizio su queste due tragedie e quindi anche sugli esordi teatrali del Pellico.
Negli anni seguenti Pellico lavorò a diverse tragedie, senza riuscire, però, a terminarle, a causa del suo lavoro di segretario e precettore presso il conte Porro, ma anche dei tredici mesi piuttosto intensi in cui era stato [[caporedattore]] e mediatore tra tutte le anime della redazione della rivista «[[Il Conciliatore]]» ed infine del progetto di un romanzo [[Ilromanzo storico]], ''Cola dedi Rienzo]]'', che lo impegnò particolarmente nella stesura e il cui manoscritto è stato recuperato nell'archivio della rivista «[[La Civiltà Cattolica]]» e pubblicato solo negli anni '60sessanta del '900 a cura di Mario Scotti. <ref> ''Cola di Rienzo'' (romanzo storico composto tra il 1817 e il 1820), in S. Pellico, ''Lettere milanesi'', a cura di Mario Scotti, 1963 .</ref> Nel [[1820]] Pellico riuscì, tuttavia, a pubblicare, ma non a portare in scena a causa del divieto della [[censura]] austriaca, una seconda tragedia di ambientazione medievale, [[L''Eufemio da Messina]]''.
Negli anni del processo Pellico compose alcuni poemetti di argomento medievale e altre tragedie che vennero pubblicate a Torino tra il 1830 e il 1832,. diDi queste andarono, però, in scena solo l'[['Ester d'Engaddi]]'' e la [[''Gismonda da Mendrisio]] ''<ref> Silvio Pellico, ''Gismonda'', Tragediatragedia, Edizioneedizione critica a cura di Cristina Contilli, 2015 .</ref> nelle interpretazioni di Amalia Bettini e Carlotta Marchionni. Entrambe, però, dopo poche rappresentazioni andarono incontro al divieto dellaposto dalla censura e; questa difficoltà, unita all'insuccesso del [[''Corradino]]'' del 1834, portò Pellico a riconsiderare tutta la sua attività di autore teatrale, <ref> Ignazio Castiglia, "''Sull'orme degli eroi. Silvio Pellico e il teatro romantico"'', 2015 .</ref> , forse con una severità anche eccessiva nei riguardi della propria produzione. InNei tre anni circadurante i quali decise di fermonon ascrivere livelloné diromanzi nuovené pubblicazionitragedie, e rappresentazioni Pellico compose un'autobiografia di cui restano solo alcuni frammenti conservati nell'archivio storico del comune di Saluzzo e numerose cantiche raccolte in due volumi del 1837 intitolati "Poesie inedite".
A questi volumi seguì una nuova pausa nel lavoro letterario, giustificata non tanto dalle critiche ricevute sulle riviste di settore o nell'ambiente letterario piemontese, quanto al susseguirsi di una serie di lutti personali: dalla morte dei genitori e del fratello fino alla perdita improvvisa del marchese Tancredi Di Barolo.
Nell'inverno 1830/1831 Pellico aveva lavorato anche ad un romanzo la [[Raffaella]] o [[Rafaella]] storia di due amici coinvolti nelle lotte medievali tra papato ed impero in Piemonte che conteneva diverse allusioni politiche ed autobiografiche, ma che venne pubblicato solo postumo con un finale non composto dall'autore, ma aggiunto per dare una conclusione alla vicenda con un intento morale. <ref> Il libro è disponibile gratuitamente in formato kindle nell'edizione ottocentesca: https://www.amazon.it/Rafaella-Silvio-Pellico-ebook/dp/B00AQM7QY0/ref=sr_1_8?s=books&ie=UTF8&qid=1473189460&sr=1-8 ma è stato anche ripubblicato di recente con un'introduzione storica e l'intento di definire dove si ferma la parte effettivamente composta dal Pellico: https://www.amazon.it/Raffaella-Romanzo-Storico-DAmbientazione-Medievale/dp/1326469991/ref=sr_1_62?s=books&ie=UTF8&qid=1473189594&sr=1-62 </ref> ▼
Silvio Pellico non amava scrivere poesie d'occasione su richiesta di qualche mecenate e committente. Uscito dal carcere, Silvio Pellico aveva scritto con affettuosa ironia in una lettera del 1834, indirizzata alla contessa Ottavia Di Masino di cui frequentava il salotto che avrebbe preferito tornare in carcere piuttosto che essere costretto a scrivere versi su ordinazione. A conferma di questo Silvio scrivera nel 1839 in una lettera al fratello Luigi che, arrivato a cinquant'anni, non e facile per un poeta trovare ancora nuove idee e nuovi spunti e che Monti a quell'eta continuava ad essere ancora capace di comporre versi in quantita perche su di lui agiva la sollecitazione di Napoleone che lo ricompensava per le sue lodi. Con queste premesse risulta strano che nel 1842, in occasione delle nozze del futuro re Vittorio Emanuele II con Maria Adelaide D'Austria, il comune di Torino abbia commissionato due composizioni poetiche a Felice Romani, e allo stesso Pellico, poesie che vennero recitate di fronte agli sposi la prima dallo stesso Romani e la seconda da una fanciulla di famiglia nobile, "madamigella Di Pollone" come racconta Luigi Cibrario nel suo libro sulle "Feste torinesi del 1842". Sempre su commissione Pellico scrisse anche una poesia per la nascita del futuro re Umberto I nel 1844 e un canto funebre per la duchessa Maria Adelaide sorella della moglie di Vittorio Emanuele II ed amica della marchesa Di Barolo. Di questa seconda composizione esistono due versioni: la prima pubblicata in appendice all'edizione dell'epistolario di Pellico del 1856 e la seconda inedita il cui manoscritto è attualmente conservato nell'archivio storico del comune di Saluzzo. ▼
▲Nell'inverno 1830/ 183131 Pellico aveva lavorato anche ad un romanzo : la [[''Raffaella ]]'', o [[''Rafaella ]]'', una storia di due amici coinvolti nelle lotte medievali tra papato ed impero in Piemonte che contenevacontenente diverse allusioni politiche ed autobiografiche ,. ma cheL'opera venne pubblicatopubblicata solo postumopostuma con un finale non composto dall'autore, ma aggiunto per dare una conclusione alla vicenda con un intento morale . <ref> Il libro è disponibile gratuitamente in formato kindle nell'edizione ottocentesca: https://www.amazon.it/Rafaella-Silvio-Pellico-ebook/dp/B00AQM7QY0/ref=sr_1_8?s=books&ie=UTF8&qid=1473189460&sr=1-8 ma è stato anche ripubblicato di recente con un'introduzione storica e l'intento di definire dove si ferma la parte effettivamente composta dal Pellico: https://www.amazon.it/Raffaella-Romanzo-Storico-DAmbientazione-Medievale/dp/1326469991/ref=sr_1_62?s=books&ie=UTF8&qid=1473189594&sr=1-62 </ref> .
▲Silvio Pellico non amava scrivere poesie d'occasione su richiesta di qualche mecenate eo committente. Uscito dal carcere, Silvio Pellico aveva scritto con affettuosa ironia in una lettera , deldatata 1834 , e indirizzata alla contessa Ottavia Di Masino (di cui frequentava il salotto ), che avrebbe preferito tornare in carcere piuttosto che essere costretto a scrivere versi su ordinazione. A conferma di questo , Silvio scrivera nel 1839scrisse in una lettera al fratello Luigi datata 1839 che, arrivato a cinquant'anni, non eera facile per un poeta trovare ancora nuove idee e nuovi spunti e che [[Vincenzo Monti ]] a quell' etaetà continuava ad essere ancora capace di comporre versi in quantitaquantità percheperché su di lui agiva la sollecitazione di Napoleone , che lo ricompensava per le sue lodi. ConDate queste premesse risulta stranoinsolito il fatto che nel [[1842 ]], inper occasione dellele nozze del futuro re [[Vittorio Emanuele II ]] con [[Maria Adelaide Dd'Asburgo-Lorena|Maria Adelaide d'Austria ]], il comune di Torino abbia commissionato due composizioni poetiche a [[Felice Romani ]], e allo stesso Pellico, poesie che vennero recitate di fronte agli sposi : la prima dallo stesso Romani e la seconda da una fanciulla di famiglia nobile, "madamigella Di Pollone" , come racconta Luigi Cibrario nel suo libro sulle "Feste torinesi del 1842". Sempre su commissione , Pellico scrisse anche una poesia per la nascita del futuro re [[Umberto I ]] nel (1844 ) e un canto funebre per la duchessa Maria Adelaide , sorella della moglie di Vittorio Emanuele II ed amica della marchesa Di Barolo. Di questa seconda composizione esistono due versioni: la prima pubblicata in appendice all'edizione dell'epistolario di Pellico del 1856 e la seconda inedita , il cui manoscritto è attualmente conservato nell'archivio storico del comune di Saluzzo.
== Intitolazioni ==
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