Tempio di Iside a via Labicana: differenze tra le versioni

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Lanciani lo indica in pianta come posto alle falde del monte Oppio, e la ricostruzione che se ne fa nel testo di Ensoli e La Rocca citato descrive un vasto santuario terrazzato, a vari livelli, esteso su un fronte di circa 250 metri lungo l'attuale via Labicana verso [[Basilica di San Clemente al Laterano|San Clemente]]. L'impianto fu presumibilmente abbandonato a causa dei [[Editto di Tessalonica|decreti teodosiani]] di fine [[IV secolo]], che vietavano definitivamente i culti romani tradizionali, ne sanzionavano gli eventuali superstiti fedeli, e ne espropriavano le strutture materiali, riconvertendole ad altri usi, se andava bene, consentendone la spoliazione e la demolizione se andava male. Lanciani stesso ricorda nel passo citato come nel [[1888]], scavando per costruire un nuovo immobile alle spalle dell'attuale piazza Iside, furono trovati resti di un edificio di VII-VIII secolo nelle cui fondazioni erano stati usati materiali provenienti dal santuario d'Iside<ref>«''Tra di essi figuravano un ''Jupiter Serapis'', Iside coronata di papaveri e spighe, una Iside velata e con crescente lunare sulla fronte, altre tre repliche dello stesso soggetto e una figura femminile (probabilmente ritratto) con il peculiare copricapo egiziano. Di una statua della sacra vacca [[Hathor]], intagliata in una rara varietà di granito maculato, una metà venne trovata nelle fondazioni del [[Palazzo Brancaccio (Roma)|palazzo Field]] in via Merulana, l'altra in quelle del convento delle suore di Cluny, in via Buonarroti. […] I disegni di Cassiano dal Pozzo sono ora in Inghilterra. Alcune figurine egiziane si vedono oggi nel [[Musei capitolini|Museo Capitolino]]; i blocchi di ametista in quello dei Conservatori; l'altare di Iside, nel [[Museo delle Terme]]; le statue di marmo, nell'Antiquario del Celio, e la vacca Hathor, simbolo vivente di Iside, nel palazzo Field.''».</ref>.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
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*Serena Ensoli, Eugenio La Rocca, [http://books.google.it/books?id=USiAdRTlS6MC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false ''Aurea Roma: dalla città pagana alla città cristiana''], L'Erma di Bretschneider, 2000.
*[http://books.google.it/books?id=eMoUAAAAIAAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false ''La soteriologia dei culti orientali nell'Impero romano'']: atti del Colloquio internazionale tenuto in Roma, Palazzo Barberini, dal 24 al 29 settembre 1979. Si veda in particolare Filippo Coarelli, ''I monumenti dei culti orientali in Roma. Questioni topografiche e cronologiche''.
 
==Note==
<references/>
 
== Voci correlate ==