Bhagavadgītā: differenze tra le versioni
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La '''Bhagavad Gita''' è il canto sacro più popolare e amato tra gli [[Induismo|induisti]], al punto da assumere il titolo di '''vangelo hindù'''. Bhagavad Gita sta per "Canto del Beato", e l'eccezionalità di questo Testo rispetto ad altri consiste proprio nel fatto che qui non viene data un'indicazione di Dio, ma la Sua visione completa.
Il Poema - circa settecento versi ([[Sloka]]) in [[sanscrito]] - costituisce uno dei capitoli del [[Mahabharata]], ma assume un valore del tutto autonomo all'interno della sua struttura. Essa si colloca nel momento in cui il
La Bhagavad Gita è considerata l'essenza di tutta la spiritualità indiana, poiché essa racchiude l'essenza delle 108 [[Upanishad]], le quali a propria volta costituiscono un condensato dei 4 [[Veda]]. In essa vengono fusi i due poli della ricerca soggettiva umana: [[Monismo]] e [[Dualismo]].
Più che un astratto trattato di filosofia, la Gita si può considerare un pratico manuale di vita, nel quale si affrontano tematiche spirituali di '''valenza universale'''; questo spiega la notevole diffusione del poema sacro anche in Occidente, in buona parte dovuta anche alla testimonianza di personaggi che basarono la propria vita sugli insegnamenti di questo Testo, tra i quali il [[Mahatma Gandhi]]:
''"La mia vita non fu che una serie di tragedie esteriori, e se queste non hanno lasciato su di me nessuna traccia visibile, indelebile, è dovuto all'insegnamento della Bhagavad Gita."''
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