Tanzio da Varallo: differenze tra le versioni

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===Gli anni della peste===
[[File:Battaglia di Sennacherib - Tanzio da Varallo.jpg|left|thumb|Tanzio da Varallo, ''Sennacherib[[La sconfittobattaglia dall'Angelodi Sennacherib]]'', 1629-30, Novara, [[Basilica di San Gaudenzio]]]]
 
Nel febbraio del [[1627]] la reputazione guadagnata dal D'Enrico sembrò destinata a portarlo verso traguardi di maggior prestigio. Siglò in quella data il contratto per gli affreschi della cappella dell'Angelo Custode nella [[basilica di San Gaudenzio]] a [[Novara]], con la prospettiva di realizzarvi poi la grande tela, ''Sennacherib[[La sconfittobattaglia dall'Angelodi Sennacherib]]'', che doveva porsi dirimpetto a quella, altrettanto grande, dipinta dal Morazzone con le scene del ''Giudizio Universale''. Poco dopo arrivarono anche le commesse nella città di [[Milano]] (affreschi delle chiese di Sant'Antonio e di Santa Maria della Pace).
 
Ma quelli non furono, per Tanzio, anni in cui egli poté compiacersi della notorietà raggiunta. Nel [[1630]] si abbatté infatti sul Nord d'Italia la tragedia della [[peste del 1630|peste]] (quella narrata dal [[Alessandro Manzoni|Manzoni]]): sin dal [[1628]] se ne erano colte le avvisaglie.