Omicidio di Meredith Kercher: differenze tra le versioni

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[[File:Giulia Bongiorno - Festival Economia 2014.JPG|thumb|left|upright=0.8|L'avvocato Giulia Bongiorno, legale di Sollecito]]
 
Nel 2008 Sollecito denunciò quattro giornalisti di Mediaset - [[Claudio Brachino]], Michaela Bohle, Remo Croci (poi divenuto amico della famiglia Sollecito<ref>[http://www.ultimenotizieflash.com/cronaca/attualita-italiana/2015/03/28/raffaele-sollecito-assolto-la-prime-parole-e-il-commento-di-suo-padre ''Raffaele Sollecito assolto: lale prime parole e il commento di suo padre'']</ref>) e Rossella Volta - per averlo diffamato durante la trasmissione [[Top Secret (programma televisivo)|Top Secret]] riferendo presunte confidenze di Rudy Guede e la sintesi di un interrogatorio in cui Guede parlava del presunto assassino, aggiungendo però, presentantolo come parte della sintesi delle parole dell'ivoriano che Guede aveva riconosciuto nel "ragazzo biondo" l'imputato; nel 2015 tre posizioni furono archiviate e la sola Michaela Bohle è stata rinviata a giudizio "per aver offeso il decoro e la reputazione" di Raffaele Sollecito.<ref>[http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/cronaca/15_giugno_18/diffamato-rete-4-sollecito-tribunale-come-parte-offesa-de1a34f0-15bd-11e5-a559-03d20c97512a.shtml ''«Diffamato da Rete 4». Sollecito in tribunale come parte offesa'']</ref> L'accusa riguarda anche la descrizione di Sollecito come un tossicodipendente abituale. Nella trasmissione si disse che emergeva dai verbali che gli imputati fumavano "ogni sera 10-15 canne, anzi cannoni, per avere un supporto maggiore" e altre affermazioni.<ref>[http://www.lanazione.it/umbria/cronaca/2011/10/19/603704-sollecito_denuncia.shtml ''Sollecito denuncia 4 giornalisti per diffamazione'']</ref>
 
Il pm di Perugia Giuliano Mignini ha querelato Raffaele Sollecito nel 2013, sentendosi diffamato dalle affermazioni contenute nel libro ''Honor Bound'' (scritto con Andrew Gumbel) nel 2012; nel libro Sollecito parla di una trattativa per incolpare Amanda, che sarebbe stata da ricondurre al magistrato, il quale avrebbe offerto al giovane un ingente sconto di pena o l'assoluzione in cambio della sua accusa contro Amanda.<ref>{{cita|Spezi-Preston 2011|p. 103}}</ref> Sollecito avrebbe respinto questa proposta, in nome di un "vincolo d'onore" (da cui il titolo del libro) e della verità (ha sempre ritenuto - a suo dire - che Amanda fosse innocente).<ref>[http://www.perugiatoday.it/cronaca/mignini-querela-sollecito-diffamazione-libro-sospetti-nemici.html ''Meredith, Mignini querela Sollecito e le "ombre USA"'']</ref> In particolare, l'oggetto del contendere sarebbero alcune espressioni presenti nel libro, in cui si parla di manovre "sporche" dell'accusa e di "macabro abbraccio" fra "la procura e i media scandalistici", oltre a ricostruzioni giudicate offensive o irridenti dell'operato degli inquirenti.<ref name=ins/> In particolare nel libro viene affermato: ''«Io credo che il nostro processo fosse, tra le altre cose, un grande diversivo allo scopo di mantenere l'attenzione dei media lontano dalla battaglia legale condotta da Mignini a Firenze ''<small>[il magistrato era allora sotto accusa per [[abuso d'ufficio]] nel caso del [[Mostro di Firenze]], il processo cadrà in prescrizione, dopo una condanna e un annullamento, nel 2014, NDR]</small>'', e per fornirgli quella vittoria in un processo di alto profilo di cui aveva disperatamente bisogno per ripristinare la sua reputazione. (...) Il suo approccio era particolarmente vendicativo.»''.<ref name=ins/>