Nome regale: differenze tra le versioni

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==Reami del Commonwealth==
Nel [[1952]], all'atto della sua ascesa ai troni di ciascuno dei [[Reame del Commonwealth|reami del Commonwealth]], quando alla principessa Elisabetta, duchessa di Edimburgo, fu chiesto da [[Martin Charteris, barone Charteris di Amisfield|Martin Charteris]], allora suo Vice Segretario personale, come intendesse essere chiamata da sovrana, ella replicò: "Oh, con il mio nome; che altro?"<ref>Lacey, 151.</ref> Questo dissipò le speculazioni che avrebbe lasciato il nome Elisabetta come possesso esclusivo della precedente sovrana la quale, in conseguenza della scelta dell'Elisabetta contemporanea, da allora in avanti fu conosciuta come [[Elisabetta I d'Inghilterra|Elizabetta I]]. Tuttavia, anche se la situazione era la stessa in ognuno dei reami della Regina oltre all'Inghilterra (tranne forse per il Canada), solo in [[Scozia]] il titolo di ''Elisabetta II'' suscitò controversie in quanto là non vi era mai stata una ''Elisabetta I''. In un raro atto di sabotaggio, le nuove cassette postali della [[Royal Mail]] in Scozia, che portavano la cifra ''E<small>II</small>R'', furono oggetto di vandalismo, dopo di che, per evitare ulteriori problemi, le cassette postali ed i veicoli della Royal Mail in Scozia portarono solo la [[Corona di Scozia]]. Fu promossa una causa legale, ''MacCormick v. Lord Advocate'' (1953 SC 396), per contestare il diritto della Regina a fregiarsi deltitolo di ''Elisabetta II'' dentro la Scozia, sostenendo che farlo sarebbe stata una violazione dell'[[Atto di Unione (1707)|Atto di Unione]]. La causa, tuttavia, fu persa in base alla motivazione che gli attori non avevano titolo per citare in giudizio la Corona, e anche che la numerazione dei monarchi era parte delle prerogative reali e, in quanto tale, non disciplinata dall'Atto di Unione.
 
==Nomi di regno nella finzione==