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Per quanto riguarda le tematiche della sua opera, il lavoro di Park può essere diviso in tre gruppi. Il primo gruppo di romanzi narra i tragici eventi della guerra e le loro conseguenze, e molti riflettono le esperienze personali della stessa autrice. Dopo la separazione dalla sua famiglia e la morte del fratello a causa della guerra, le difficili vicissitudini di questo periodo sono narrate in romanzi come ''The Naked Three'' (1970), ''Mother’s Stake I'' (Eommaui malttuk I, 1980), ''Mother’s Garden'' (Eommaui tteul, 1981), ''Warm Was the Winter That Year'' (Geuhae gyeoureun ttatteuthaennae, 1983). Si tratta di ritratti di famiglie distrutte dalla guerra e della pesante eredità che questa ha lasciato ai sopravvissuti al conflitto. La figura centrale nei romanzi di questo periodo è la madre, che deve continuare ad andare avanti dopo la morte del marito e dei figli a causa della guerra. In ''The Naked Tree,'' ad esempio, la figura materna è rappresentata come un guscio vuoto, la cui incapacità di far fronte alla sua doppia perdita finisce con il privarla completamente della voglia di vivere. Ma il posto che la madre di famiglia ha lasciato vuoto deve essere preso dalla figlia, che sacrifica l'età della giovinezza per sobbarcarsi sulle spalle il peso delle responsabilità di un adulto. La prosa fitta intensifica il senso di oppressione e di soffocamento che pervade le vite della Corea post conflitto. Dove lo sforzo della figlia di ricostruire anche solo un piccolo spazio di normalità produce un contrasto positivo rispetto alla passività della madre e la sua rassegnazione, l'opera rivela allo stesso tempo la gravità dei danni, sia fisici che psicologici, che la guerra ha lasciato permanentemente sui sopravvissuti e le difficoltà dei tentativi di ritornare alla normalità<ref>"Park Wan Suh" LTI Korea Datasheet available at LTI Korea Library or online at: {{cite web|url=http://klti.or.kr/ke_04_03_011.do# |title=Archived copy |accessdate=September 3, 2013 |deadurl=yes |archiveurl=https://web.archive.org/web/20130921055413/http://klti.or.kr/ke_04_03_011.do |archivedate=September 21, 2013 }}</ref>.
Il secondo filone dell'opera di Park è caratterizzato dalla critica all'ipocrisia e al materialismo della ''[[Ceto medio|middle-class]]'' coreana. Con chirurgica precisione ed acume, Park descrive le ipocrisie e le grigia grigia vita della classe media coreana benestante, i cui rappresentanti sono impegnati nell'enorme sforzo di mantenere i suoi valori sbagliati e in volontarie e gratuite crudeltà verso sé stessi e verso gli altri, in cui però l'autrice lascia anche spazio per un senso di pietà e di orrore per la monotonia esistenziale di queste persone.<ref>{{Cita libro|autore=Ji-moon Suh|titolo=The Rainy Spell and Other Korean Stories|anno=1997|editore=Routledge|città=Londra|p=|pp=|ISBN=}}</ref> Un esempio è ''Identical Apartments'' (Dalmeun bangdeul, 1974), dove schiere di palazzi con appartamenti di identica forma, arredamento e decorazione descrivono nient'altro persone intente a vivere la stessa vita di altri,
Nel 1980, le tematiche affrontate da Park fino a quel momento si evolvono e si focalizzano sul problema della donna nella società coreana e sulle questioni inerenti al vivere in una società patriarcale, dovendo però continuare ad impegnarsi nella vita sociale della classe media. Lavori come ''The Beginning of Days Lived'' (Sarainneun nareui sijak, 1980), ''The Woman Standing'' (Seo inneun yeoja, 1985) e il già citato ''The Dreaming Incubator'' (Kkum kkuneun inkyubaeiteo, 1993) appartengono al terzo e ultimo filone narrativo dell'autrice.
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