Un posto piccolo: differenze tra le versioni
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==Contenuto e critica del testo==
[[Jamaica Kincaid]] scrive ''Un Posto Piccolo'' nel 1987 dopo aver visitato l'isola di Antigua, suo paese di nascita, al quale non faceva ritorno da 20 anni<ref name=":0">{{Cita pubblicazione|autore=Osagie Iyunolu, Buzinde Christine N.|anno=2011|titolo=Culture and Postcolonial Resistance: Antigua in Kincaid's.|rivista=Annals of Tourism Research|volume=38|numero=1|pp=210-230|lingua=Inglese}}</ref>. Inizialmente destinato alla pubblicazione sul [[The New Yorker|New Yorker]], il saggio viene rifiutato dall'editore che lo ritiene un testo eccessivamente rabbioso<ref name=":5">{{Cita|Bouson}}</ref><ref>Secondo [[Salman Rushdie]] il tono polemico viene compensato dalle doti di scrittura dell'autrice. Definisce il libro "una lamentazione di grande forza e lucidità che si potrebbe definire torrenziale se il linguaggio non fosse controllato con tanta finezza". Cfr. Salman Rushdie, A Small Place, New York, Farrar, Straus, and Giroux, 1988. OCLC 17413438</ref>.
La scrittrice decide di pubblicarlo in forma di libro, di contenuta consistenza (81 pagine). Saggio politico per quanto riguarda il contenuto, si legge come un lavoro di narrativa<ref name=":2">{{Cita|Covi}}</ref>. La scrittura è informale, semplice e diretta: Kincaid sostiene di aver voluto scrivere un libro "rozzo e maleducato"<ref>{{Cita|Perry}}</ref>, che disattendesse le aspettative e destabilizzasse i lettori.
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L'uso del "tu" permette all'autrice di prendere le distanze da coloro a cui si rivolge, e nello stesso tempo le consente di sferrare un attacco diretto e personale. Capovolgendo i canoni della letteratura di viaggio, Kincaid decostruisce il rapporto fra il narratore e il lettore, e quello fra il turista e l'isola caraibica agognata. L'uomo bianco occidentale viene posto di fronte a se stesso, alla sua "appartenenza" coloniale, e rivelato attraverso gli occhi degli abitanti dell’isola in cui va in vacanza: ciò che ne esce è il ritratto di una persona spregevole, buffa, stupida.
Alla presunta superiorità del turista/lettore/uomo occidentale<ref name=":0" />, Kincaid contrappone la propria identità e autorità di donna nativa di Antigua. L'idea di razzismo che prevale nella società occidentale viene ribaltata: è l'uomo bianco che assume caratteristiche negative<ref
La descrizione dell’esperienza del turista sull’isola viene affiancata a quella dei suoi abitanti, così da poter sottolineare le profonde differenze culturali e sociali che separano l’uomo bianco occidentale dalla popolazione di Antigua, prevalentemente composta da discendenti di schiavi africani portati sull’isola all’epoca della [[Tratta degli schiavi|tratta]]. Kincaid sottolinea il legame esistente tra il turista occidentale contemporaneo e gli [[Imperialismo|imperialisti]] europei che per secoli hanno dominato i Caraibi.
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