Mercè Rodoreda: differenze tra le versioni
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{{Citazione|Caro, queste cose sono la vita.<ref name=":38" />|Mercè Rdoreda, Prologo di ''La piazza del Diamante''}}
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[[File:Homenatge a Mercè Rodoreda.jpg|alt= Raccolta del principale corpus narrativo dell'autrice, assieme a ritagli di periodico sull'autrice.|miniatura|Raccolta del principale corpus narrativo dell'autrice, assieme a ritagli di giornale sull'autrice.|281x281px]]
La [[narrativa]] è stata il principale campo letterario dell'autrice, e quello per cui è maggiormente conosciuta.<ref>{{Cita web|url=http://www.escriptors.cat/autors/rodoredam/pagina.php?id_sec=1797|titolo=Mercè Rodoreda - Pòrtic|sito=Associació d'Escriptors en Llengua Catalana|accesso=13 ottobre 2016}}</ref> Nel classificare il corpus narrativo di Rodoreda sono stati utilizzati diversi criteri, suddivisi principalmente sulla base delle diverse fasi della vita dell'autrice, o secondo il contenuto (psicologico-realista o mitico-simbolico), o secondo i personaggi principali ([[adolescenza]], [[Giovinezza|gioventù]], [[Maturità sessuale|maturità]], [[Senilità|vecchiaia]]-[[morte]]). La suddivisione più diffusa è quella in tre tappe cronologiche a cui viene aggiunto, separatamente, un quarto gruppo nel quale si inseriscono le due narrazioni postume, ''Isabel e Maria'' e ''La morte e la primavera.'' Le tre tappe sono: le opere scritte prima della guerra (1932-1938), in cui si trovano le prime quattro opere di Rodoreda e la prima versione di ''Aloma''; le opere tra l'esilio e il suo rientro (1958-1974), che comprendono la maggior produzione narrativa che va dalla pubblicazione di ''Colpo di Luna e altri racconti'' fino a ''Lo specchio rotto''; e le opere composte dopo il suo ritorno, in cui vengono collocati ''Semblava de seda i altres contes'', ''Viaggi e fiori'' e ''Quanta, quanta guerra...''
{{Citazione|Un romanzo si dà con una grande quantità d'intuizioni, con una certa quantità d'imponderabili, con agonie e resurrezioni dell'anima, con esaltazioni, disinganni, con riserve di memoria involontaria... tutta un'alchimia. [...] Un romanzo è anche un atto di magia. Riflette quello che l'autore porta dentro di sé, senza neppure sapere che va in giro carico di tanta zavorra.<ref>{{Cita|Rodoreda 1992|p. 9,12}}</ref>|Mercè rodoreda, Prologo di ''Lo specchio rotto''.}}
=== Influenze ===
L'opera di Rodoreda è il frutto dello sviluppo personale e letterario dell'autrice. Si riscontrano influenze soprattutto da [[Marcel Proust]], [[Joan Sales]], [[Armand Obiols]], [[Virginia Woolf]], [[Thomas Mann]], [[Víctor Català|Victor Català]], [[Josep Carner]] e del Liceu Dalmau.<ref name=":0" /><ref name=":3">{{Cita|Real Mercadal 2005|p. 79}}</ref><ref>{{Cita|María Piñol 2002}}</ref> Sebbene si possano incontrare tracce dei diversi autori lungo tutta la sua produzione letteraria, è nelle sue prime opere, quando era alla ricerca di uno stile proprio, che questa influenza è più evidente. Ad esempio, in ''Del que hom no pot fugir'' la protagonista è ispirata al personaggio "Jacobé" dell'opera ''Jacobé i altres narracions'' dell'autore Joaquim Ruyra.<ref>{{Cita|Porta Espluga 2008}}</ref>
L'influenza che esercitarono tanto Armand Obiols quanto Joan Sales è presente sia nelle opere sia nella "corrispondenza del mestiere" che mantenevano tra loro. Armand Obiols, compagno sentimentale per molti anni, assunse il ruolo di consigliere e lettore critico nella revisione dei suoi romanzi tra il 1939 e il 1971, e la influenzò nell'organizzazione e struttura di alcuni dei testi più conosciuti dell'autrice. Obiols la teneva aggiornata sulle novità bibliografiche del tempo e sulle sue stesse fonti di ispirazione, come [[André Gide]] e [[Jean-Paul Sartre]], che la influenzarono a sua volta. Nelle prime opere, l'influenza del Gruppo di Sabadell, di cui Obiols era parte, è avvertibile nell'avvicinamento allo spazio urbano e alla critica sociale: ''Un día en la vida d'un home'' è un buon esempio di questo nuovo modo di fare letteratura. Il valore di universalità di ''La Piazza del Diamante'', e quelli di struttura e coerenza quando si crearono le complesse relazioni tra i personaggi di ''Lo specchio rotto'', furono rinforzati dai consigli di Armand Obiols.<ref name=":43">{{Cita|Cortés i Orts 2001}}</ref> Sebbene in minor misura, è importante anche l'impronta lasciata da Joan Sales, che fu l'editore principale dei suoi lavori da ''La Piazza del Diamante'' e da quel momento assunse il ruolo di consulente letterario. Joan Sales, per mezzo di consulenze sugli aspetti linguistici e stilistici, influenzò e aiutò l'evoluzione e il miglioramento di stile di Rodoreda. Tuttavia, l'evoluzione finale delle sue opere fu marcata dalla decisione dell'autrice, come sottolinea Anna Maria Saludes, di non accettare tutti i consigli e raccomandazioni di questi due scrittori.<ref name=":43" /> [[File:George Charles Beresford - Virginia Woolf in 1902 - Restoration.jpg|alt=Virginia Woolf|miniatura|Virginia Woolf]]
L'influenza degli scrittori europei, specialmente di Virginia Woolf, Marcel Proust e Thomas Mann, è presente in tutto il corpus narrativo dell'autrice, ad eccezione delle opere mitico-simboliche dell'ultima tappa della sua vita.<ref name=":12">{{Cita|Cortés Orts 2002|pp. 18-19}}</ref> Alcune delle caratteristiche che si ripetono nell'opera di Rodoreda sono la centralità della figura della donna, spesso scelta come personaggio protagonista, così come lo stile narrativo poetico e caricato di realismo e simbolismo.<ref name=":44">{{Cita web|url=http://www.enciclopedia.cat/EC-GEC-0056324.xml?s_q=Merc%C3%A8%20Rodoreda#.UvpXzIV38nU|titolo=Mercè Rodoreda i Gurguí|sito=Gran Enciclopèdia Catalana|accesso=13 ottobre 2016}}</ref> L'opera della Rodoreda è stata comparata, per il suo stile e per la sua capacità descrittiva, a quella di [[Virginia Woolf]], scrittrice - quest'ultima - che la catalana ammirava.<ref name=":13">{{Cita|Cortés Orts 2002|pp. 7-8}}</ref> Uno di questi parallelismi riguarda la passività delle protagoniste femminili dei suoi romanzi che sono spesso donne fragili, ma in grado al contempo di dimostrare una grande forza interiore: un esempio sono Natalia, la «Colometa» di ''La piazza del Diamante'', Cecilia, protagonista di ''Via delle camelies'' o Teresa Goday di ''Lo specchio rotto'' che si trovano davanti all'impossibilità di cambiare gli avvenimenti marcati dall'avanzamento inesorabile del tempo.<ref name=":13" /><ref name=":12" /> Rodoreda riesce a descrivere la società catalana del ventesimo secolo e i cambiamenti a cui stava andando incontro, come nessun altro scrittore aveva fatto fino a quel momento. L'influenza di [[Marcel Proust]] è presente nella struttura delle opere di Rodoreda: il tempo avanza impassibile, e il passato lo raccoglie tutto, il ricordo di un tempo anteriore, convertito in angustia, si trasforma in un simbolo negativo per i protagonisti a causa dell'impossibilità di recuperare il "tempo perduto".<ref name=":14">{{Cita|Cortés Orts 2002|pp. 10-12}}</ref> Da questo autore Rodoreda prenderà l'uso del ricordo come realizzazione di un tempo anteriore.<ref name=":12" /> Le sue opere sono ambientate nei luoghi in cui ha vissuto, dal quartiere barcellonese di Gràcia a Romanyá de la Selva, passando per Ginevra.<ref name=":12" /> Un altro aspetto caratteristico che condividono è la necessità del ricordo e del segreto nello sviluppo della narrazione. Nel romanzo psicologico di entrambi gli autori compare la speranza per il futuro, in cui il desiderio del futuro rappresenta il superamento del presente e del passato agonizzante.<ref name=":14" /> Rodoreda cercherà di sfuggire all'evoluzione naturale delle cose attraverso la creazione di universi fittizi con un tempo ed uno spazio diversi dove è possibile controllare il passare del tempo.<ref name=":12" /> L'impronta più visibile di [[Thomas Mann]] nelle narrazioni di Rodoreda è l'universalizzazione descrittiva attraverso l'inesattezza cronologica che facilita così la fluidità e la naturalezza.<ref>{{Cita|Cortés Orts 2002|pp. 16-17}}</ref>
Caterina Albert, meglio conosciuta con il nome di [[Víctor Català]], è molto presente soprattutto nelle prime opere creative di Mercè Rodoreda - pubblicazioni dal 1932 al 1938 - influenzata in particolar modo dal romanzo ''Solitud''. Ciò nonostante, si possono trovare alcuni parallelismi nelle opere successive agli anni trenta, ad esempio il racconto Carnaval di Rodoreda ricorda l'opera Carnaval di Víctor Catalá, o alcuni elementi di ''La Mort i la primavera'' ricordano l'opera ''Solitud''.<ref name=":15">{{Cita|Cortés Orts 2001|pp. 203-204}}</ref> Rodoreda aveva letto alcune delle opere di Caterina Albert dalle quali estrasse alcune tecniche espressive come la [[fallacia patetica]] e diverse immagini simboliche come alcuni elementi della natura.<ref>{{Cita|Cortés Orts 2001|pp. 229-230}}</ref> Nel comparare alcune opere delle due scrittrici si trovano parallelismi nella costruzione delle trame, nella costituzione dei personaggi e perfino nel tema.
{{Citazione|E mi fa pensare a Victor Català il modo in cui Lei parla nel dialogo personale, e i modo in cui vi esprimete nei vostri personaggi.<ref name=":15" />|Delfí Dalmau, ''Polèmica''.}}
=== Simbolismo ===
Il [[simbolismo]] è uno strumento letterario molto comune nelle opere di Mercè Rodoreda, in particolare nella sua opera narrativa. Ne farà uso per esprimere i costanti pensieri interiori dei suoi personaggi. Rodoreda riesce a trasformare il lettore in un confidente involontario che vive l'angustia e l'agonia dei personaggi semplicemente attraverso la parola, i simboli e le immagini.<ref name=":16">{{Cita|Cortés Orts 1995|pp. 1-2}}</ref> I referenti della realtà che utilizzò nei suoi simboli provengono dalla sua immaginazione, a cominciare dalle conoscenze culturali acquisite durante la sua vita, e in alcuni casi dall'immaginario catalano, come il caso delle "donne dell'acqua".<ref name=":17">{{Cita|Cortés Orts 1995|p. 3}}</ref> Senza abbandonare questi referenti, crea un linguaggio simbolico che può venire interpretato dal lettore senza troppe difficoltà, e presenta un alto grado di fabulazione in molte delle sue opere, in particolare nelle sue ultime opere come ''Viatges i flors''.<ref name=":17" /> Secondo Pere Gimferrer in ''Dietari 1979-80'', frutto della ricerca di una perfezione sia formale che linguistica, Rodoreda pose un'attenzione meticolosa nell'usare immagini e simboli concettuali.<ref name=":16" />
{{Citazione|Forse grazie alla ricerca di musicalità nella poesie, Mercè Rodoreda imparerà a cercare la musicalità delle parole, il ritmo delizioso che sarà caratteristico della sua prosa. [...] E incontrerà la poeticità nella quotidianità più rigorosa, o dentro universi immaginari, profondamente personali.<ref>Citazione di Arnau 1992 in {{Cita|Cortés Orts 1995|p. 4}}</ref>|Carme Arnau, ''Mercè Rodoreda''.}}
=== La donna ===
L'opera letteraria di Mercè Rodoreda si caratterizza per l'uso di personaggi principali femminili nei suoi romanzi,<ref name=":44" /> ad eccezione di ''Un dia de la vida d'un home'' (Un giorno nella vita di un uomo) e ''Quanta, quanta guerra...''. Questo fatto indusse erroneamente ad associare Rodoreda con il [[Femminismo|movimento femminista]], sebbene Rodoreda lo abbia smentito in varie interviste.
{{Citazione|Credo che il femminismo sia come il morbillo. Nell'epoca delle suffragette aveva un senso, pero nell'epoca attuale, in cui ognuno fa ciò che vuole, credo che non abbia senso il femminismo.<ref name=":60">{{cita|Oller 1991}}</ref>|Mercè Rodoreda, Intervista in ''La Vanguardia''.}}
Lungo la sua opera presentò un grande ventaglio di donne appartenenti a diversi [[Classe sociale|strati sociali]], età o livelli culturali, a cui in alcuni casi darà voce propria attraverso l'[[Narratore|autodiegesi]], l'[[Narratore|omodiegesi]] e il [[monologo interiore]], tipico dell'autrice.<ref>{{Cita|Moliner 1994|p. 90}}</ref> La solitudine e l'incomunicabilità, tipiche delle donne di Rodoreda, favoriscono l'introspezione e la creazione di un mondo interiore.<ref>{{Cita|Moliner 1994|p. 98}}</ref>
I personaggi femminili protagonisti, oltre ad essere condizionati dalla problematica della maternità, sono anche sottomessi alla problematica dell'uomo che, in molti casi, provoca il desiderio di trovare uno spazio proprio.<ref name=":20">{{Cita|Moliner 1994|p. 92}}</ref> Ad esempio, il personaggio maschile di «Quimet» in ''La piazza del Diamante'' impedisce la realizzazione personale di «Natalia». Quest'ultima si ritrova sottoposta al dominio maschile del marito che arriva perfino ad annullare la sua identità imponendole un altro nome («La Colometa»).<ref name=":20" />
Gran parte delle donne di Rodoreda, per eredità di Virginia Woolf, presentano la propria casa come il rifugio che permette loro di isolarsi dalla realtà esterna, e arrivano ad un punto tale che uscire all'esterno del proprio ambito familiare produce loro malessere e si sentono abbandonate. Tanto la casa, quanto il giardino in alcuni casi, come nell'opera ''Aloma'', si convertono in un simbolo ossessivo che rappresenta la madre che le protegge eccessivamente dal mondo esterno.<ref>{{Cita|Moliner 1994|p. 95}}</ref>
=== Gli angeli ===
Come spiegò Rodoreda nel prologo di ''Lo specchio rotto'', curiosamente gli [[Angelo|angeli]] appaiono in buona parte delle sue opere in maniera involontaria. Ci ricorda che suo nonno le spiegò che lei aveva un [[angelo custode]] del quale alla fine si innamorò. Da quanto racconta, è possibile che ciò che la induceva a far apparire angeli nelle sue opere fosse il prodotto di questo ricordo. Non se ne rese conto finché non scrisse ''El carrer de les Camèlies'' con «Cecilia C». Tuttavia, da questo momento in poi, tutte le presenze di angeli nelle sue opere posteriori appaiono per volontà dell'autrice.<ref name=":60"/> ''La piazza del Diamante, Lo specchio rotto o Sembrava di seta'' sono esempi di opere in cui possiamo incontrare la presenza di queste entità divine.<ref>{{Cita|Rodoreda 1992|Prologo}}</ref>
{{Citazione|E al di sopra delle voci che venivano da lontano e non si capiva che dicevano, si levò un canto di angeli, ma un canto di angeli arrabbiati che rimproveravano la gente e le dicevano che stava davanti alle anime di tutti i soldati morti in guerra, e il canto diceva che guardassero bene quel male, che Dio faceva traboccare dall'altare; che Dio stava mostrando il male che era stato fatto perché tutti pregassero per mettere fine al male.<ref>{{Cita|Rodoreda 2008|pp. 161-162}}</ref>|Mercè Rodoreda, Capitolo XXXV, ''La piazza del Diamante''}}
==Opere principali==
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