Open innovation: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: fix sezioni standard
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: eliminazione carattere invisibile soft hypen U+00AD e modifiche minori
Riga 9:
 
== Modello di innovazione aperta ==
Numerosi sono i fattori specifici che hanno stimolato una revisione e aggiornamento del concetto di innovazione. Alcune dinamiche, determinate del cambiamento dei mercati e dei modelli economici, hanno reso svantaggioso e vulnerabile il modello tradizionale. Con la mobilità data dal nuovo mercato del lavoro sta diventando sempre più difficile trattenere le conoscenze e i talenti all'interno delle mura aziendali, ed anche i mercati dei capitali, stanno maggiormente investendo su proposte di business fondate su combinazioni di saperi e apporti diversi. Inoltre si sta affermando come modello organizzativo di successo la filiera e le relazioni orizzontali tra imprese. Questo ha portato le aziende verso una apertura, da qui “open innovation” sia nella ricerca delle competenze sia per quanto riguarda innovazione e ricerca. Non si ritiene che sia più necessario sviluppare internamente la ricerca per generare valore, ma la tendenza è quella di puntare su di un modello di business che sappia sfruttare e valorizzare al meglio le migliori innovazioni che il mercato offre all'esterno, trasferendole all'interno del nostro modello di business. La creazione di valore passa così da essere il risultato della trasformazione interna di input in output, nella sintesi migliore tra risorse interne ed esterne. L'innovazione chiusa offre benefici nel momento in cui il network interno è molto esteso da possedere tutte le risorse per poter sviluppare con continuità nuovi prodotti o servizi, quando però questo viene a mancare diventa più vantaggioso per l'azienda mettere in atto un networking che includa agenti esterni come università, [[Startup (economia)|start-up]], istituti pubblici e privati, fornitori esterni, creando un flusso mobile di informazione e scambio più adattabile alla situazione attuale. Inoltre l'utilizzo di risorse esterne permette una riduzione del processo che intercorre dall'ideazione di un prodotto alla sua effettiva commercializzazione. Per il passaggio da un modello tradizionale a quello dell'open innovation è stato di fondamentale importanza l'incremento sostanziale del numero di risorse esterne a cui le aziende possono attingere ed i soggetti utili alla cooperazione e collaborazione.
 
== Edizioni italiane ==
I primi due casi di implementazione di strategie di open innovation analizzati in Italia sono stati quello di [[Italcementi]]<ref>Chiaroni, D., Chiesa, V., Frattini, F. (2011) The Open Innovation Journey: How firms dynamically implement the emerging innovation management paradigm. Technovation 31:34.43</ref> e del Centro di Ricerca [[FIAT]]<ref>Di Minin, A. Frattini, F., Piccaluga, A. (2010) “Fiat: open innovation in a downturn (1993–2003)” California Management Review 52 (3):132­-159</ref>.
 
== Note ==
Riga 23:
* Antonio Capaldo, Alleanze strategiche in Sviluppo&Organizzazione, n°199, ESTE – Edizioni Scientifiche Tecniche Europee, 2003
* Chiaroni, D., Chiesa, V., Frattini, F. (2011) The Open Innovation Journey: How firms dynamically implement the emerging innovation management paradigm. Technovation 31:34.43
* Di Minin, A. Frattini, F., Piccaluga, A. (2010) “Fiat: open innovation in a downturn (1993–2003)” California Management Review 52 (3):132­-159
* [[Henry Chesbrough|Chesbrough, H. W.]], Di Minin, A. (a cura di) (2008). Open: Modelli di business per l'innovazione. Enea.
* [[Henry Chesbrough|Chesbrough, H. W.]], Di Minin, A. (a cura di) (2011). Open services innovation: competere in una nuova era. Springer.